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Fiat: per la riconversione degli stabilimenti di Termini Imerese individuate tre aziende


Un investimento di 340 mln e lavoro garantito a 1.500 operai ma sono tanti i dubbi sui tempi e le possibilità di assunzione

A sette mesi dalla firma dell’Accordo di Programma per la riconversione degli stabilimenti Fiat  nell’area di Termini Imeresi ieri, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, si sono riuniti i soggetti istituzionali chiamati a selezionare le aziende che si insedieranno nella zona industriale della cittadina siciliana. A incontrarsi il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani (Pdl), il Presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo (Mpa) e Domenico Arcuri, Amministratore Delegato di Invitalia (Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell’impresa, Spa controllata dal Ministero dell’Economia) che già in occasione della sigla dell’Accordo avevano selezionato una rosa di sette aziende.
Dopo l’incontro di ieri il gruppo si è sfoltito e, come si legge in una nota del Mise, le aziende che beneficeranno delle agevolazioni previste nel contratto di sviluppo sono rimaste tre. “In particolare – dicono dal Ministero – le tre imprese selezionate sono: DR (settore automotive), Lima Group (elettromedicali e protesi sanitarie), Biogen (energetico e biomasse)”. L’importo complessivo degli investimenti da parte di queste aziende ammonta a 341 mln di euro e l’obiettivo occupazionale è quello di assumere 1.500 lavoratori. A tal fine saranno destinati ai tre gruppi industriali agevolazioni pubbliche per 71 mln, oltre a 65 mln di fondi messi a disposizione dalla Regione Sicilia per favorire occupazione e formazione.
Nella stessa nota da via Veneto hanno fatto sapere: “Nel sito di Termini Imerese si insedieranno inoltre Medstudios (produzione tv) e Newcoop (piattaforma logistica per la grande distribuzione), già selezionate in base alle procedure previste da altre misure agevolative nazionali e regionali. Investiranno oltre 20 milioni di euro per un’occupazione complessiva di ulteriori circa 150 addetti”.
Non sono stati chiariti i tempi per i passaggi ulteriori del piano industriale, che a febbraio, era stato detto, prevedeva investimenti per oltre un miliardo di euro. E il tempo stringe, visto che il 31 dicembre Fiat fermerà la produzione, lasciando per strada 2.200 operai tra l’industria automobilistica (1.640 lavoratori) e indotto. Le preoccupazioni dei sindacati riguardano quindi il riassorbimento di tutti gli operai che, stando così le cose, non avranno la possibilità di essere reimpiegati. A parte il piano d’impresa della DR, che prevede un graduale sviluppo da qui al 2016 quando, al massimo della produzione, prevede di asorbire 1.213 operai. Tempi lunghi quindi per chi ha bisogno di una certezza sul proprio destino lavorativo. Per quanto riguarda le altre imprese (Biogen, Medstudios e Newcoop) che hanno ottenuto il placet dell’Accordo di Programa si parla di 480 assunzioni, ma senza il vincolo di impiegare ex operai Fiat. I numeri dunque non sembrano rassicuranti, sarà necessario uno sforzo da parte del Governo e delle aziende che hanno decisio di investire in una terra già segnata da una disoccupazione tra le più alte in Italia e per cui questi tre mesi saranno decisivi

Stefano Cangiano

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