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Ignazio Visco nuovo governatore Bankitalia ma resta l’Imbarazzo della Politica

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La nomina del Vicedirettore della Banca d’Italia a Governatore è una soluzione che soddisfa tutte le parti politiche. Ignazio Visco è il nome uscito a sorpresa dal summit di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi tra Berlusconi, Tremonti, Bossi, Calderoli, Brunetta e Alfano, organizzato dopo il rifiuto della nomina di Bini Smaghi e la reazione della Federazione Autonoma Lavoratori Banca d’Italia. Visco vince sugli altri nomi accostati alla successione di Mario Draghi in Bankitalia dopo la nomina di Draghi a Presidente della Banca Centrale Europea: Saccomanni (preferito da Mario Draghi), Grilli (preferito da Tremonti), Tarantola (in alternativa a Saccomanni) e Bini Smaghi, proposto in prima battuta da Berlusconi per togliere l’Italia dall’imbarazzo causato dalla reticenza del membro del board europeo a lasciare la sua carica in favore della Francia, che dopo l’uscita di Trichet non ha più rappresentanti nell’esecutivo BCE.

Il Caso Bini Smaghi ha avuto delle serie ripercussioni sull’immagine di una coerenza e credibilità italiana sempre più in discussione sul panorama internazionale. Dalle infinite varianti delle manovre d’estate alla guerriglia di Roma fino al balletto attorno alla nomina del successore di Draghi, l’immagine politica dell’Italia all’estero continua la sua caduta libera. Il pasticcio della successione in Bankitalia non ha aiutato se non a fomentare imbarazzi e reazioni come l’ultimatum della Federazione Autonoma Lavoratori Banca d’Italia (FALBI). Nella corsa all’ultimo minuto per dare un volto al nuovo governatore di Bankitalia, tutti i candidati avevano il profilo giusto per ricoprire l’incarico e rappresentare l’Italia in BCE. Ignazio Visco ha vinto perché è l’unico che può garantire l’autonomia di Bankitalia e soddisfare le parti politiche. Poteva farlo anche Saccomanni ma la sua nomina si scontrava con quella di Grilli e metteva su due fronti opposti il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che promuoveva il favorito di Draghi, e il Ministro dell’Economia e della Finanza Giulio Tremonti che preferiva l’insediamento di Grilli, promosso anche da Bossi. Poteva farlo Tarantola ma la sua nomina non era mai stata presa seriamente in considerazione dai vertici del governo.

Chi è Ignazio Visco ?
fonte: Banca d’Italia

Vice Direttore Generale dal 9 gennaio 2007. Dal 2004 Funzionario Generale della Banca d’Italia (prima come Direttore Centrale per le Attività Estere e dal marzo 2006 come Direttore Centrale per la Ricerca Economica). Presidente del Comitato Relazioni Internazionali del Sistema Europeo delle Banche Centrali – SEBC (2009-10). Membro del Comitato dei Supplenti del G-7, del Comitato dei Supplenti del G-20, del Comitato Economico e Finanziario della UE, del gruppo di lavoro n. 3 del Comitato di Politica Economica dell’OCSE; supplente nel Consiglio di amministrazione della BRI.

Nel 1971 si laurea in Economia e Commercio con il massimo dei voti e lode presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, discutendo la tesi Verifica della tesi dell’incorporamento dell’aumento dei prezzi nel tasso d’interesse (con il prof. F. Caffè). Assunto nel 1972 in Banca d’Italia, compie il periodo di perfezionamento presso la University of Pennsylvania (Philadelphia, USA), con borse di studio ‘B. Stringher’, ‘Luigi Einaudi’ e ‘Marco Fanno’ e come Fellow dell’Economic Research Unit del Dipartimento di Economia, dove consegue un Master of Arts (1974) e un Ph.D. in Economics (1981) discutendo la tesi The Measurement, Analysis and Formation of Inflation Expectations (con i professori A. Ando, L.R. Klein e R.S. Mariano). Al ritorno in Italia, nel 1974, è assegnato al Servizio Studi, di cui diviene Capo nel 1990. Coordina il Gruppo di lavoro per la costruzione del Modello trimestrale dell’economia italiana (1983-86), partecipa allo studio e alla definizione di interventi di politica monetaria e del cambio, rappresenta l’Istituto e ricopre incarichi in organismi nazionali (tra i quali, Istat, CNEL, CNR e Presidenza del Consiglio dei Ministri) e internazionali (OCSE, UE, BRI). Dal 1997 al 2002 è Chief Economist e Direttore dell’Economics Department dell’OCSE, nella cui veste sovrintende all’attività di analisi delle economie e delle politiche dei paesi industriali e ai progetti di ricerca sui principali problemi economici e finanziari mondiali.

E’ anche membro di vari gruppi e comitati internazionali, tra i quali il Comitato dei Supplenti del G-10 (nel quale poi rappresenta la Banca d’Italia dal 2004 al 2006) e la Commission on Global Ageing del Center for Strategic and International Studies di Washington. E’ autore di numerose pubblicazioni, tra le quali: Price Expectations in Rising Inflation, North Holland, 1984; Le aspettative nell’analisi economica, Il Mulino, 1985; Inflazione, concorrenza e sviluppo (con S. Micossi), Il Mulino, 1993; Saving and the Accumulation of Wealth (con A. Ando e L. Guiso), Cambridge University Press, 1994; L’economia italiana (con L. F. Signorini), Il Mulino, 2002; Ageing and Pension System Reform (Rapporto per i Supplenti del Gruppo dei Dieci, presidente del Gruppo di lavoro), 2005; Investire in conoscenza, Il Mulino, 2009. Ha insegnato econometria (1983-85) e politica economica (1989) presso l’Università “La Sapienza” di Roma. E’ stato Associate Editor della European Economic Review (1986-91) e membro dei Comitati scientifici della Fondazione Enrico Mattei (1994-2001), delle Lezioni Raffaele Mattioli (1996-2004) e di “Monitoring Italy” per l’ISAE (2002-03).