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Il mese piu’ lungo

È stato un mese intenso, senza tregua. Il Giappone è stato devastato da una duplice catastrofe.

La terra ha tremato, distruggendo abitazioni, edifici, ponti, strade, e soprattutto vite, spezzate dalla forza dirompente di ciò che l’uomo non può fermare, in alcun modo. E poi l’allarme nucleare, reale e palpabile, che ha visto l’immolazione di uomini che hanno sacrificato la loro incolumità per tappare quella falla che con troppa facilità si è aperta a Fukushima. Abbiamo assistito ad una grande prova di coraggio di questo paese, in cui il codice morale ed etico delle persone è valso più di quelle poche parole rubate dalle telecamere di tutto il mondo. Un plauso sincero a questa gente che ha perso davvero tutto, ma non la sua dignità.

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Così, nei nostri confini nazionali si è tornato a parlare di nucleare, e a giugno si andrà alle urne per decidere se si è a favore o contrari. Nel 1987 l’80% dei cittadini rispose di non volerlo. Dunque, senza cercare di fare inutile propaganda, mettete una bella croce sul SI per dire che non ne volete sapere del nucleare. E a chi è a favore, direi quantomeno di riflettere. Pensate: una simile tragedia è successa in Giappone, che è tra i primi paesi produttori di tecnologia, simbolo di organizzazione ed efficienza. Ora, volgendo uno sguardo all’Italia, non si può certo dire che da noi le cose funzionino così bene, e non citerò come esempi la malagestione della catastrofe de L’Aquila (di cui è stato di recente il secondo anniversario, e non c’è bisogno che vi ricordi come stanno messi i terremotati ancora oggi) o l’immondizia napoletana, o Lampedusa che sta letteralmente scoppiando di immigrati, che poi verranno buttati in qualche Cie o, alla meglio, raccoglieranno pomodori al sud o venderanno accendini per strada per due soldi, in barba al diritto d’asilo politico e agli accordi internazionali. Detto ciò, fareste mettere una centrale nucleare vicino casa vostra, dove vivono i vostri cari, sapendo che verrà gestita male, in condizioni pessime e, non per ultimo, che tutto questo potrebbe essere evitato con le energie rinnovabili, che ci vengono dal sole, dal vento e dall’acqua? E le scorie, dove le getteremo? Nel Vesuvio?
Non ho fiducia in questo paese, ma non gli voglio ancora così male. Per questo vi chiedo innanzitutto di andare a votare. E poi, di seguire la vostra coscienza.

Serena Savelli