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“Vaticano S.p.A.”: da un archivio segreto la verita’ sugli scandali finanziari e politici della Chiesa

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Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La storia raccontata in questo libro è totalmente inedita. Parte da un archivio immenso, da oggi accessibile a tutti. Circa 4.000 documenti. Lettere, relazioni riservate, bilanci, verbali, bonifici. La finanza del Vaticano come non è stata mai raccontata.
Un monsignore che lascia prima della sua morte ad un giornalista due borse Samsonite con all’interno 40 chili di documenti. Il giornalista che le va a prendere in Svizzera, nel Canton Ticino, nascoste da anni in un casolare vicino all’autostrada. Rientra in Italia e ne fa un libro. Il monsignore, che si chiamava Dardozzi, avrebbe voluto proprio questo: che tutti sapessero la verità dopo lustri di silenzi e morti strane. Monsignor Dardozzi era colui che aveva libero accesso allo Ior (la Banca Vaticana), che entrò nel ruolo di controllore economico nell’affare Ambrosiano e che spesso indossava  il talare per sedersi al tavolo di Papa Giovanni Paolo II.

Il libro che ne esce fuori, che porta la firma del giornalista Gianluigi Nuzzi, è Vaticano S.p.A. Sembra l’intro di un romanzo giallo ma è tutta verità. Il libro è alla dodicesima ristampa e quello che si capisce è che al di là del colonnato di San Pietro si intrecciavano storie torbide e soldi sporchi. La ‘lavanderia del centro di Roma’, così come la chiama l’autore, è stata frequentata da tutti, mafiosi, politici e assassini. Ora abbiamo la possibilità di capire un po’ di più un’altra pagina strappata della storia italiana. Pubblichiamo l’introduzione del libro.
Tutti ora devono sapere.
Lo stesso monsignor Dardozzi aveva fatto del silenzio una regola di vita. Mai una dichiarazione, un’intervista, una fotografia.
Mai nemmeno una citazione. Il suo sterminato archivio, che ricostruisce dall’interno le vicende finanziarie più tormentate della Romana Chiesa, non avrebbe potuto diventare pubblico prima. Dardozzi lascia il cono d’ombra scelto per tutta la vita solo dopo la morte. Ecco la sua ultima volontà testamentaria:
«Rendete pubblici questi documenti affinché tutti sappiano quanto è accaduto». Capire chi è Dardozzi diventa indispensabile per apprezzare gli oltre quattromila documenti raccolti in vent’anni di attività in Vaticano. Parmense del 1922, arriva al sacerdozio tardivamente. Solo nel 1973, a cinquantun anni compiuti, scopre la propria vocazione, viene ordinato sacerdote e si presenta in Santa Sede con un curriculum di prestigio. Laureato in matematica, ingegneria, filosofia e teologia, per la Chiesa abbandona una brillante carriera nel gruppo Stet (telecomunicazioni), che già lo vedeva alla direzione generale della Sip e direttore della Scuola Superiore per le telecomunicazioni Reiss Romoli. Dardozzi parla correntemente cinque lingue, frequenta il jet set internazionale e conosce il segretario di Stato Agostino Casaroli tramite padre R. Arnou, abate teologo con il quale ha collaborato alla stesura di diverse opere. Il rapporto personale e l’intesa totale con Casaroli, dominus dell’apparato vaticano negli anni di Karol Wojtyla, le competenze professionali e la discrezione lo fanno crescere rapidamente. Dardozzi agisce su delega diretta del ministero chiave del Vaticano, la segreteria di Stato, braccio operativo del pontefice.
Proprio su invito della segreteria di Stato, nel 1974 inizia la collaborazione con la Santa Sede. Gode di libero accesso ai segreti dello Ior. Casaroli lo introduce subito nell’affare Ambrosiano affidandogli compiti di controllo economico-finanziario sino a farlo partecipare, come consigliere, ai lavori della Commissione bilaterale costituita con lo Stato italiano per l’accertamento della verità sul dissesto della banca di Calvi. Spesso il giovedì a pranzo abbandona i vestiti borghesi, indossa il talare nero lungo e sale nell’appartamento del papa. È uno dei pochi italiani invitati al tavolo di Giovanni Paolo II, che predilige commensali polacchi.
L’attività di vigilanza di Dardozzi prosegue anche con il successore di Casaroli, il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano. Nel 1985 diventa direttore della Pontificia accademia delle scienze, e cancelliere nel 1996.
Unisce quindi il controllo sugli affari meno presentabili degli anni Novanta agli impegni di alto studio scientifico. A iniziare dall’approfondimento della Questione galileiana voluto dal Santo Padre, che ha risonanza mondiale e spinge l’allora cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione della fede, ad approfondire la conoscenza delle Lettere di Galileo.
Per ogni vicenda finanziaria da lui seguita, Dardozzi raccoglie documenti e appunti, e li custodisce in apposite cartelline gialle, conservate e consegnatemi da chi le ha avute in custodia dallo stesso monsignore, persone che oggi, per ovvie ragioni, preferiscono mantenere l’anonimato. Far rientrare in Italia queste carte e trovare un luogo idoneo per mettere in sicurezza questo patrimonio di informazioni non è stato semplice.
L’operazione si è svolta in due fasi. La prima, più laboriosa, ha richiesto mesi di trasferte per scannerizzare tutte le carte, raccoglierle in cd rom e lavorare all’inchiesta; quindi scaricare i documenti nel sito che è oggi pubblico e accessibile a tutti (www.chiarelettere.it, alla voce Vaticano S.p.A.).
La seconda, più pericolosa, è consistita nel far rientrare i documenti originali in Italia: l’archivio si trovava in un luogo sicuro nel Ticinese, in Svizzera, custodito a insaputa di chi lo deteneva nelle vicinanze di un raccordo autostradale.
Sono partito in un’alba di fine estate del 2008 da Milano. Due valigie Samsonite da quaranta chili mi aspettavano oltreconfine. Il ritiro è stato rapido. Un caffè con l’anziana contadina che per mia fortuna non scende mai nelle cantine della sua cascina. Rientrato in Italia, è iniziato il lavoro.
Questo non è un libro contro il Vaticano; è un libro che racconta fatti commessi da uomini che hanno goduto di fiducia mal riposta. Vuole essere una testimonianza su quanto accade oltre il colonnato di San Pietro, oltre le divise blu cobalto delle guardie svizzere.
Vuole soprattutto raccontare la realtà opaca della finanza vaticana a partire dai documenti di chi, tra gli anni Settanta e gli anni Novanta, ha vissuto in prima persona tutti i grandi eventi che hanno scosso il Vaticano, l’Italia e il mondo intero.
Nella prima parte si ricostruisce passo per passo la gestione delle finanze vaticane a partire dalle carte segrete di Dardozzi. Chiuso l’archivio Dardozzi, nella seconda parte, risultato di fatti e testimonianze inedite, si raccontano spregiudicate operazioni finanziarie che avrebbero portato monsignori e prelati a sostenere la nascita di un nuovo grande partito di centro dopo la caduta della Democrazia Cristiana, e perfino a riciclare i soldi della mafia.

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Marco Caria