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Si apre la campagna elettorale

colosseo notte

Via i Municipi realizziamo i Comuni Urbani

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Pubblichiamo un nuovo commento di Bruno Ceccarelli della serie ‘La Roma che vogliamo’

Si avvertono in queste primissime fasi di campagna elettorale almeno due effetti di trascinamento.

Le diverse forze in campo ancora alla ricerca di schieramenti omogenei mostrano come sempre che il principale obiettivo è il potere per il potere. L’altro effetto è che la parola discontinuità con il passato, salvo qualche positiva eccezione, viene utilizzata per dire le stesse cose e probabilmente per fare sempre le stesse cose.

I problemi, quelli di Roma, da risolvere sono enormi e tantissimi. Dietro ciascuno di essi si apre un altro lungo elenco di ulteriori problemi. Insomma dire che non siamo messi bene è solo un eufemismo. Un debito enorme, una città senza idee di pianificazione, il governo dei servizi (trasporti e mobilità, turismo, rifiuti, manutenzione della città, uso del territorio, infrastrutturazioni materiali e immateriali, ecc.) sono argomenti che vengono trattati con distacco. Prevale la polemica tra le forze in campo e negli stessi schieramenti. Produrre confusione e lanciare slogan (la banalità delle sciocchezze) è un esercizio praticato con grande facilità.

Appare difficile, se non impossibile, chiedere di più. L’attenzione, nelle migliori delle ipotesi non è sul come affrontare le problematiche ma solo e soltanto sulle disfunzioni che ne derivano. Roma è degrado, è sporca, è piena di buche, c’è troppa delinquenza per strada e furti in casa. È un seminare paure collocando l’elettorato su posizioni istintive. Questo accade. Sono personalmente in imbarazzo a dire che sia il frutto di scelte lucide o semplicemente il risultato del peggior ceto politico che Roma abbia mai avuto.

Una responsabilità non secondaria lo si deve, anche, al ruolo dei media. Non assolvono al compito che dovrebbe essere svolto all’interno di una grande capitale Europea che guarda al futuro, compresa di poter esercitare una funzione nazionale e internazionale.

Mi è stato chiesto da qualcuno, che gentilmente apprezza le posizioni che al riguardo attraverso Urloweb.com si vanno esplicitando, se non fosse il caso attraverso Change.org‎ di lanciare una petizione sia verso la Regione Lazio che sta legiferando al riguardo attraverso la proposta di legge n. 317: “Disciplina e conferimento di funzioni e compiti amministrativi ai Comuni, a Roma Capitale e alla Città metropolitana di Roma Capitale” e sia verso tutti i candidati a Sindaco di Roma.

L’idea non pare fuori luogo. Occorre ragionarci sopra, compreso il punto di vista tecnico organizzativo: un appello generalizzato può essere meno producente rispetto a più appelli espressamente finalizzati.

Rimango invece convinto che uno dei passaggi fondamentali per fare di Roma una moderna capitale europea sia la trasformazione dei Municipi in Comuni Urbani di Roma Capitale. E il miglior risultato può derivare dalla consapevolezza dei cittadini e dalla loro partecipazione a realizzare questo risultato.

Una parte di Roma, quella impegnata generosamente e caparbiamente a difenderne il ruolo e migliorarne le funzioni (parlo dell’associazionismo diffuso, dei Consigli di Quartiere, dei mille rivoli di democrazia espressi dai comitati tematici, ecc.) in questi ultimi anni, già, si sono cimentati anche su questo versante.

Riporto in corsivo (esempi da arricchire e approfondire) alcune proposte (nella direzione di una più estesa partecipazione dei cittadini) che dovrebbero far parte del pacchetto che istituisce le nuove funzioni per i Comuni Urbani di Roma Capitale, a partire ovviamente dal Bilancio autonomo che ciascun Comune urbano dovrà gestire. In questo caso dire autonomo è perfino un errore. Attualmente i Municipi non hanno Assessori al Bilancio e quel poco o niente che possono spendere è qualche marginalità del Bilancio Capitolino che viene utilizzata senza una visione di pianificazione unitaria. Prevale piuttosto l’urgenza di qualche esigenza di caratterere clientelare, alimentando ulteriormente il distacco dei cittadini dalla politica.


BENI COMUNI E RUOLO DEI CITTADINI

Art. ……..
(Beni Comuni)
La proprietà collettiva rientra nel vasto e complesso argomento dei beni o delle risorse ad appartenenza pubblica necessaria.
Roma Capitale, nel suo complesso, rappresenta un Bene Comune dei cittadini residenti.

Sono, nello specifico, denominati Beni Comuni quei beni verso i quali ciascun cittadino residente è comproprietario del bene stesso. Sono Beni Comuni:
a) L’aria
b) L’acqua potabile e le relative infrastrutture che ne garantiscono l’ usufruibilità,
c) Le aree verdi: parchi comunali, locali o di Quartiere, i giardini,
d) Il sistema infrastrutturale della mobilità cittadina,
e) Il sistema infrastrutturale della sanità, della cultura e delle scuole
f) I monumenti della città,

Sono sottoposte alle medesime procedure di cui al comma precedente, anche:
– La normativa riguardante la partecipazione dei cittadini, alla attività amministrativa di Roma Capitale e dei suoi Comuni Urbani,
– Le normative riguardanti l’assetto del territorio,
– Le normative e i provvedimenti riguardanti il ciclo dei rifiuti.

Art. …………
(Procedure deliberative sui beni comuni)
1. Interventi o decisioni deliberative riguardanti i beni comuni presuppongono una procedura deliberativa che prevede la consultazione e/o proposta (anche per Quartiere e Rione) da parte dei cittadini iscritti nelle liste elettorali. Un apposito Regolamento, anche questo realizzato con procedura partecipativa, ne fissa le modalità e i contenuti, cui si attengono anche gli organi istituzionali di Roma Capitale e dei suoi Comuni Urbani.
2. Il Regolamento stabilisce rigorosamente i tempi di realizzazione delle opere che interessano la qualità della vita dei cittadini, e ne individua le modalità procedurali per l’applicazione.
3. Per la realizzazione delle relative opere, il Comune può disporre per l’applicazione di una imposta di scopo, nel rispetto della legislazione nazionale. Tale applicazione deve intervenire per improrogabili esigenze derivanti da mancati finanziamenti sia da parte dello Stato che della U.E. La relativa procedura oltre che essere sottoposta alle previsioni di cui al comma 1 del seguente articolo, può anche essere sottoposta a referendum consultivo o abrogativo.
4. Ulteriori impegni di consumo di suolo ai fini insediativi o infrastrutturali, sono possibili se non sussistono alternative al riuso degli insediamenti o alla riorganizzazione delle infrastrutture esistenti.

Art………….
(Quartieri e Rioni)
1.Ogni territorio dei Comuni Urbani di Roma Capitale è suddiviso in Quartieri e Rioni storici. Gli stessi possono dotarsi, autonomamente, di un proprio Statuto nel quale sono indicati gli organi di direzione (il Comitato o Consiglio) e le forme della loro elezione in forma pubblica, nonché la durata degli incarichi. Suddette norme statutarie, autonomamente decise, sono fatte proprie e assunte con delibera dai Comuni Urbani, fatte salve possibili osservazioni riguardo il rispetto dei valori costituzionali e di democrazia. L’attività del Comitato o Consiglio è in forma gratuita. Per motivi di rilevante utilità, se un suo esponente deve assentarsi dal lavoro (congedo straordinario) la Istituzione se ne può accollare il relativo costo.
2. Il presidente del CdQ o del Rione, partecipa con diritto di parola ai lavori consiliari del Comune Urbano. Lo stesso può chiedere la verbalizzazione di dichiarazioni attinenti provvedimenti di interesse del Quartiere o del Rione. Nel caso, in forma scritta, la Istituzione competente dovrà proporre risposta circostanziata alla dichiarazione verbalizzata.
3. Oltre quanto autonomamente previsto dal proprio Statuto, Roma Capitale e i Comuni Urbani attribuiscono al CdQ o di Rione funzioni di gestione o di proposta, nelle seguenti materie:
a) biblioteche,
b) aree verdi, punti verde,
c) piazze e vie destinate a isole pedonali o ambientali,
d) riqualificazione e manutenzione urbana,
e) sostegno all’artigianato,
f) percorsi ciclabili, percorsi per il trasporto collettivo integrabile e al servizio delle relazioni interquartieri,
g) valorizzazione luoghi turistici, aree di parcheggio,
h) convenzioni con Centri culturali, associazioni tematiche,

4. Annualmente Roma Capitale pubblica un bando per il Pro.v.u. (programma di valorizzazione e riqualificazione urbana dei quartieri e rioni di Roma). Apposito Regolamento ne prevede la modalità di partecipazione ai bandi da parte dei Cdq e di Rione – anche in sinergia con l’associazionismo volontario – e le modalità per la compilazione delle graduatorie di assegnazione fondi e il controllo dei relativi finanziamenti, nonché le forme di gestione per la realizzazione del programma medesimo. >

È di questi giorni la approvazione definitiva della legge Costituzionale che riforma il Senato, abolisce le Province e modifica il Titolo V. Dovrà essere sottoposta a Referendum.

Tuttavia con evidenza, la circostanza porrà l’esigenza di armonizzare le attività istituzionali all’interno delle Aree Metropolitane. Penso alla mobilità e ai trasporti, penso ai servizi di area vasta, penso ad un nuovo impulso e ruolo da assegnare per il governo dei territori agricoli e il sostegno alla relativa produzione.

Per i Municipi trasformati in Comuni urbani penso (esempio Comune Urbano 9) anche all’esigenza di operare, sostenendo cultura e occupazione, per un radicamento culturale e storico identitario del territorio medesimo. Sappiamo della presenza di preziose aree archeologiche che si ricollegano alla stessa storia o leggenda della nascita di Roma.

La valorizzazione e l’utilizzo turistico e culturale di questo rilevante patrimonio (pure con sistema museale) va fortemente sollecitato nell’interesse della visione unificata e identitaria dei residenti. Deve potersi coniugare anche alla funzione nazionale ed europea che già svolge con l’EUR e con i relativi collegamenti Nazionali e Internazionali.
Enorme è quindi l’impegno che deve essere perseguito da una nuova Politica di qualità. “Portare”, in Roma Comune Urbano 9 alcune Facoltà e attività Universitarie e di Cultura è naturalmente quanto di più funzionale e necessario.
Come si vede, può e deve essere reso possibile che subito a valle delle elezioni amministrative la Regione, l’Area Metropolitana di Roma e l’Assemblea Capitolina possano rapidamente “districare” all’ interno delle rispettive competenze e funzioni istituzionali (semplifico area vasta e locali) le relative nuove competenze ridistribuite e permettere di affrontare in modo funzionale le vere priorità di Roma.

Si tratta di continuare a stimolare, non demordere e non tralasciare alcuna possibilità di incidere positivamente nella direzione giusta. In questo caso posizioni conservatrici, se presenti, devono essere smascherate perché dietro ci sarebbero solo intendimenti speculativi e affaristici che nel vuoto istituzionale vogliono continuare a tenere Roma sotto scacco per fare i loro giochi. Non ce lo possiamo più permettere.

Bruno Ceccarelli

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