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A Roma il primo festival della fotografia naturalistica

Fino al 14 ottobre in mostra autori internazionali a sostegno della biodiversità della natura mediterranea.


E’ stato presentato lo scorso 3 ottobre nella sala Egon Von Furstenberg di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, per poi proseguire in Piazza Margana, il primo Festival della fotografia naturalistica, organizzato dall’associazione culturale Obiettivo Mediterraneo e patrocinato da WWF Italia, Legambiente e Lipu, con la sponsorizzazione tecnica di Swarovski Optik e Canon, e con il contributo della Provincia. Il nibbio bianco colto con la preda tra gli artigli durante la danza di corteggiamento in Estremadura, il capodoglio in muta nelle acque di Cocorocci in Sardegna, i camosci che si stagliano sulla cresta della Maiella all’alba, sono solo alcuni dei 125 meravigliosi scatti realizzati da 23 fotografi italiani e stranieri tra cui Michel Gunther, Egidio Trainito, Bruno D’Amicis, che saranno esposti in mostra fino al 14 ottobre. Questa iniziativa vuole essere un’occasione per avvicinare il grande pubblico all’eccezionale ricchezza della natura mediterranea, anche attraverso conferenze, incontri e workshop sulle innovative tecniche di ripresa che ne incentivino lo sviluppo. Tra gli appuntamenti infatti ci saranno: la conferenza del fotografo Bruno d’Amicis sulla vita di un fotografo di montagna; la proiezione in anteprima del documentario “L’aquila e il serpente” di Francesco Petretti; il workshop dal titolo “Fotografare la Natura, il giusto equilibrio tra etica, tecnica ed attrezzatura” a cura di Canon; e il corso teorico- pratico gratuito sulla tecnica “Digiscoping” condotto da Riccardo Camusso, che spiegherà come fotografare animali selvatici indisturbati a grandi distanze grazie all’utilizzo della fotocamera collegata al cannocchiale da osservazione di alta qualità. Molte delle foto esposte sono state realizzate dopo ore di appostamento e scattate secondo il codice etico della fotografia naturalistica, che si basa sul rapporto rispettoso e mai invadente tra il fotografo e l’ambiente che lo circonda, e sono il risultato visibile della fatica, della passione e dell’impegno di ciascun fotografo.

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Michela Romoli