
ROMA – In questi giorni i gestori degli impianti sportivi di Roma Capitale si sono riuniti in un comitato denominato “NO IMU”. Una decisione legata alla volontà espressa dal Comune di riscuotere il pagamento dell’IMU per questi impianti.
LE RICHIESTE DEL CAMPIDOGLIO
Sono infatti 71 i concessionari di impianti sportivi che, nelle ultime settimane, hanno ricevuto una raccomandata inviata per conto del Campidoglio, un passaggio amministrativo che anticipa l’eventuale emissione degli atti esecutivi legati al pagamento dell’IMU. Il calcolo dell’importo da pagare dovrà essere calcolato da Roma Capitale anche tenendo conto delle attività svolte in modalità “non commerciale”, nonostante questo, basandosi sulle sole rendite catastali degli immobili, il Comune stima un potenziale gettito complessivo di circa 10 milioni di euro.
IL NUOVO COMITATO NO IMU
Sono gli stessi gestori a spiegare che da circa due settimane sono pervenute delle notifiche con richieste che partono dall’anno 2019 (compresi gli anni della pandemia da Covid-19) per somme che spesso superano i 200.000 Euro. Secondo i membri del Comitato il Comune riterrebbe che la sola concessione del bene costituisca presupposto per l’imposizione: “In realtà il possesso del bene/impianto è solo strumentale allo svolgimento di un servizio pubblico come ormai riconosciuto dalla giurisprudenza e come affermato con chiarezza anche dal regolamento di Roma Capitale approvato nel 2023. Un servizio pubblico diretto a migliorare la qualità della vita dei cittadini offrendo loro la possibilità di fare sport a prezzi calmierati imposti da Roma Capitale stessa”. Proprio a fronte dei costi calmierati i concessionari non avrebbero possibilità di agire sui ricavi quindi, spiegano “qualora malauguratamente fosse confermata l’applicabilità dell’IMU, la gestione diventerebbe economicamente insostenibile con la conseguente chiusura di impianti o la drastica riduzione dei compensi dei lavoratori”.
UNA NOVITÀ PER I GESTORI
Al centro delle polemiche sollevate dai gestori degli impianti sportivi c’è un elemento chiave: nei Piani Economici Finanziari (PEF) che definiscono canoni e durata delle concessioni, Roma Capitale non ha mai previsto l’inclusione dell’IMU tra i costi da considerare. L’inserimento retroattivo del tributo, sostengono i concessionari, altererebbe profondamente gli equilibri economici pattuiti con l’amministrazione. Non solo. I gestori contestano anche la richiesta di pagamento dell’IMU con l’aggiunta di interessi e sanzioni per presunte inadempienze dichiarative. Secondo la loro versione, infatti, non era mai stato comunicato in precedenza l’obbligo di corrispondere tale imposta al Comune, rendendo ingiustificata qualsiasi penalizzazione.
LE RICHIESTE DEI CONCESSIONARI
Di fronte alla richiesta dell’IMU da parte del Campidoglio, i gestori degli impianti sportivi hanno deciso di fare fronte comune. L’iniziativa punta a coordinare le azioni contro quella che viene ritenuta una misura iniqua e potenzialmente dannosa per l’intero sistema dello sport pubblico locale. Il Comitato ha già avanzato una richiesta formale di sospensione immediata dei procedimenti in corso, indirizzata all’assessore al Bilancio, all’assessore allo Sport, alla segreteria del sindaco e al presidente della Commissione Sport. Al centro della richiesta anche la convocazione urgente di un tavolo di confronto per discutere la vicenda nel merito. La posizione dei gestori è chiara: gli impianti sportivi offrono un servizio pubblico essenziale e, in quanto tali, non dovrebbero essere assoggettati all’IMU.
LeMa