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Sport, solo il 62% riprende l’attività sportiva dopo la pandemia 

La pandemia da covid ha reso impossibile praticare moltissime attività, tra cui quelle sportive. Si pensi infatti che, secondo i dati diffusi dal report Coni-Istat, nel 2020 lo sport italiano ha perso quasi due milioni di tesserati e oltre 5mila associazioni. Un dato che, nonostante l’attenuarsi del virus, non è migliorato: secondo il report di OPES, Rete nazionale di Terzo Settore e di Promozione Sportiva, a giugno del 2021 solo il 38% del campione degli intervistati aveva ripreso l’attività sportiva (campione: 2.136 persone di 7 diverse classi di età provenienti da 7 province italiane: Roma, Latina, Chieti, Torino, Cagliari, Agrigento e Milano).

Ed è per questo che – con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per lo Sport – OPES ha varato il progetto “Percorsi di Sport” con l’obiettivo di incentivare la ripresa e riavvicinare le persone all’attività fisica e sportiva dopo l’emergenza pandemica. Il progetto si è articolato in tre azioni distinte. La prima, incentrata su webinar e incontri on-line, ha avuto come focus principali l’inclusione sociale delle persone con disabilità, la parità di genere, l’integrazione, la legalità, la lotta al bullismo e al cyberbullismo, la promozione di sani stili di vita; gli incontri sono stati tenuti da formatori ed educatori affiancati dai tanti testimonial del mondo dello sport, tra cui il campione Simone Perrotta, il capitano della Roma Calcio Amputati Arturo Mariani, la pugile olimpica Rebecca Nicoli, l’atleta paralimpica Annalisa Minetti, il calciatore freestyle Dario Piantadosi, l’ex pugile Emanuele Blandamura, il Maestro Gianni Maddaloni, gli ex rugbisti Mauro Bergamasco e Paola Zangirolami, la campionessa del mondo di kickboxing Elena Pantaleo, la pugile Maria Moroni e l’atleta paralimpico Emiliano Malagoli.

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La seconda linea d’intervento ha impegnato i ragazzi di associazioni e Istituti scolastici di sette province italiane (Roma, Latina, Chieti, Torino, Cagliari, Agrigento e Milano) nella produzione di video-spot e claim all’interno di un concorso on-line: corsi di formazione sulla comunicazione sportiva, produzione e post-produzione hanno guidato i ragazzi in questa attività.

Per la terza linea d’azione sono stati organizzati invece una serie di eventi in presenza gratuiti e accessibili a tutti, dai più piccoli alle famiglie, grazie ai Villaggi dello Sport in cui sono state promosse discipline sportive olimpiche e paralimpiche, esaltando lo spirito socializzante, aggregante e inclusivo della pratica sportiva.

Al termine del progetto, secondo gli stessi intervistati, circa il 62% (+24%) ha ripreso l’attività sportiva. E secondo il presidente di OPES, Juri Morico, questo dato attesta quanto, nonostante l’orgoglio per il percorso fatto, ” si è consapevoli del fatto che, per riportare il comparto dello sport ai livelli pre-pandemici, siano necessarie altre e ulteriori iniziative simili, in aggiunta ad azioni sistemiche, in grado di favorire il dialogo tra i player della politica, dello sport di vertice e dell’associazionismo sportivo”. Secondo il presidente, infatti, “è importante, soprattutto in questo periodo, che si lavori affinché, di fianco alla sensibilizzazione per riavvicinare persone al mondo dello sport, si giunga concretamente a rendere operative tante dinamiche. OPES nello specifico – continua – sta per iniziare una rete di collaborazione con tante Federazioni per approcciarsi e sperimentare nuovi modelli di collaborazione con Istituzioni e corpi intermedi”.

Nel corso della conferenza stampa finale del Progetto ‘Percorsi di Sport’, che si è tenuta questa mattina, 14 ottobre, nell’Aula Magna del Centro di Preparazione Olimpica Giulio Onesti, sono intervenuti, tra gli altri, Silvia Salis, vice presidente vicario del Coni, secondo cui “lo sport è in emergenza: il dato sull’abbandono è altissimo, ma non fa riferimento soltanto al periodo della pandemia.  Lo sport, purtroppo, è diventato lusso e non più un diritto, ed è per questo che diventa necessario lavorare e chiedere alle Istituzioni di collaborare a iniziative come questa, affinché lo sport venga visto come un’opportunità di futuro, un lavoro e un mezzo di emancipazione”. Presente alla conferenza stampa anche Andrea Abodi, presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, che ha ribadito l’importanza dello sport per migliorare la qualità della vita. Secondo Abodi, infatti, “è necessario rendersi conto che almeno il 50% della salute di una persona dipende dalla qualità della vita. E indubbiamente quest’ultima viene migliorata dallo sport”.  Anche Michele Sciscioli, capo dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio, intervenendo nel dibattito ha sottolineato quanto “lo sport rappresenti un segnale importante di accoglienza e dia la possibilità di emanciparsi e crescere nel rispetto delle regole e degli avversari”. Vito Cozzoli, Presidente di Sport e Salute Spa, ha invece voluto ribadire quanto, negli ultimi anni, l’Italia sia cresciuta: “Sport e Salute nacque due anni e mezzo fa per promuovere lo sport. Il nostro Paese era il quinto tra i più sedentari d’Europa, ora siamo scesi all’11 posto. Questo perché si sta prendendo sempre più coscienza del fatto che lo sport deve essere considerato un diritto per tutti”.

Red