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Fortunata

Come ogni anno ci troviamo ad affrontare quel grande problema che è scrivere le recensioni nei mesi estivi

 

Il caldo asfissiante è un dilemma non solo per chi si nasconde dietro queste righe ma anche per chi, suo malgrado, si trova a leggerle. Con il termometro che supera i 30 gradi diventa necessario risparmiare tutte le energie possibili, fornendo a neuroni sempre più affaticati concetti semplici e chiari. Premessa necessaria per poter affermare senza troppi indugi che, “Fortunata”, film che ha permesso a Jasmine Trinca di conquistare il premio per la migliore attrice nel corso dell’ultimo Festival di Cannes, è veramente “pesante”. È “pesante” perché si posa, si distende e preme su tutto lo stomaco, restando lì per giorni interi. È “pesante” perché racconta una, dieci, cento storie di ordinario disagio. È “pesante” perché parla diretto all’anima coinvolgendo una quantità e varietà di sentimenti impossibili da descrivere. Ecco, forse la vera “pesantezza” di “Fortunata” è proprio questa: l’ultimo lavoro della premiata ditta Castellitto-Mazzantini è una vera e propria esperienza. Unica, soggettiva, irripetibile e devastante.

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Regia: Sergio Castellitto

Sceneggiatura: Margaret Mazzantini

Interpreti: Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Nicole Centanni, Hanna Schygulla

(ITA 2017)

Simone Dell’Unto