Home Notizie Cronaca Roma

Pronte le misure per ridurre lo smog, ma resta l’incognita sul lungo periodo

striscione malaria

Da Legambiente la richiesta di politiche e programmazioni sul trasporto pubblico

Ads

IL VERTICE – Il vertice tenutosi oggi al Ministero dell’Ambiente era stato annunciato nei giorni scorsi, tra le polemiche su smog, targhe alterne e blocco del traffico. All’incontro hanno partecipato, oltre al Ministro Galletti, anche il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, il presidente dell’Anci, Piero Fassino, i governatori della Lombardia Roberto Maroni e dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca e il capo della protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio. Allo studio del tavolo le iniziative per affrontare l’emergenza polveri sottili nelle grandi città italiane.

SMOG TRA ROMA E MILANO – Le situazioni più preoccupanti restano Milano e Roma. Nel capoluogo lombardo dopo i giorni di blocco totale del traffico la situazione delle polveri nell’aria non sembra essere migliorata. Come infatti riportano le edizioni locali di alcuni quotidiani nazionali, i livelli di PM10 sarebbero addirittura aumentati. Una situazione simile anche per la Capitale, dove al termine della giornata di ieri, caratterizzata dalle targhe alterne, soltanto tre centraline su 15 hanno rilevato livelli di polveri sotto i livelli di allerta.

LE MISURE – Le azioni discusse oggi durante il vertice sono essenzialmente tre, e riguardano il superamento dei livelli emergenziali di polveri nell’aria. Si parte dall’abbassamento di due gradi del riscaldamento nelle abitazioni, per poi abbassare di 20Km/h i limiti di velocità in città, fino a prevedere tariffe scontate sui mezzi pubblici. Queste tre misure potranno essere prese in considerazione dai Sindaci qualora i limiti di PM10 superino i livelli consentiti per sette giorni consecutivi. Nonostante le richieste del Ministero verso misure comuni, il decalogo anti-inquinamento non è legge: “Io dico che i comuni ‘devono’ applicarli – spiega Galletti – Poi la titolarità delle decisioni resta in capo a sindaci in quanto la legge dice che siano loro a dovere fare queste azioni di emergenza. Io come governo invito fortemente e auspico che gli enti locali mettano in campo le manovre che noi oggi abbiamo condiviso”.

GLI STANZIAMENTI ECONOMICI – “Sarà istituito un ‘Comitato di coordinamento ambientale’ composto da presidenti di regioni e di città metropolitane che avrà vari compiti, tra questi il controllo della riduzione delle emissioni degli impianti – ha detto il Ministro – E l’incentivazione al passaggio del trasporto pubblico a bassa emissione, rinnovando il parco mezzi. Su questo punto, ci sono in Legge di Stabilita 250 milioni per la sostituzione dei mezzi pubblici obsoleti”. Sostituzione che dovrebbe però andare di pari passo con una programmazione su lungo periodo degli interventi sulla mobilità. Soprattutto in relazione al trasporto su ferro, carente in primo luogo nella Capitale.

IL SIT-IN DI LEGAMBIENTE – Questa mattina sotto la sede del Ministero in via Cristoforo Colombo, erano presenti anche gli attivisti di Legambiente. Con tute bianche e maschere antigas hanno animato la loro protesta con uno striscione che recitava ‘Ci siamo rotti i polmoni’. In questo modo hanno manifestato il loro dissenso nei confronti di misure tampone, che non lasciano presagire politiche concrete e lungimiranti per migliorare la qualità dell’aria. “Solo mettendo finalmente mano a nuove politiche di mobilità incentrate su trasporto pubblico locale, treni per pendolari e mobilità alternativa potremo raggiungere migliori livelli di vivibilità e liberare i nostri centri urbani dalla cappa inquinante che contribuisce all’aumento di gravi patologie respiratorie”, hanno detto in una nota i vertici dell’Associazione, che presenteranno al Ministro Galletti un vademecum di 10 punti per migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città.

I 10 PUNTI – “La priorità deve essere la realizzazione di nuove linee metropolitane e di tram, a cui devono essere vincolate da subito almeno il 50% delle risorse per le infrastrutture, da destinare alle città – scrive Legambiente in una nota – Il piano deve prevedere target di mobilità a livello urbano per arrivare entro 2 anni ad una quota di spostamenti individuali motorizzati al di sotto del 50% del totale, per arrivare nel giro di 6-8 anni sotto il 30%”. Nel vademecum si parla poi di 1000 treni per i pendolari, promessi nel 2006 con il Governo Prodi ma mai arrivati, nuove ciclabili lungo le principali direttrici e l’estensione del modello dell’Area C milanese a tutte le grandi città, con una differente politica tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico. Si punta poi allo stop ai sussidi per l’autotrasporto, spostando quelle coperture finanziarie sul trasporto pubblico. Limiti più stretti alla circolazione: “entro il 2016 divieto di circolazione di tutti i veicoli euro 0 ed euro1, e dei diesel (auto e camion) euro 2 – scrivono da Legambiente – Entro il 2017 divieto esteso a diesel euro 3 e poi a crescere sino a vietare nel 2020 la circolazione dei veicoli diesel euro 5 (quelli venduti sino ad oggi)”. Inoltre viene chiesto il divieto all’uso di combustibili fossili nel riscaldamento degli edifici, con esclusione del metano, così come norme più stringenti sulle autorizzazioni ambientali per ridurre l’inquinamento industriale e nuovi controlli sulle emissioni reali delle auto.

Leonardo Mancini