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La storia controversa di due vivai tra Eur e Decima

Uno spazio conteso con differenti modalità di assegnazione: privati ed istituzioni in campo per risolvere la strana vicenda.

Tra Eur Castellaccio e Decima, sull’omonima via, insistono due imprese florovivaistiche da molti anni, con un destino legato. Da circa 5 anni, infatti, Hobby Flora e Lamanna Vivai sanno che devono lasciare l’area dove si trovano, appartenente ad un privato, e sono consapevoli del fatto che, se vogliono continuare la propria attività, che complessivamente dà lavoro ad oltre 20 persone, devono cercarsi un’altra zona dove trasferirsi. Ma se Hobby Flora, vale a dire la Sogepa Srl dei fratelli Sorichetta, ha ottenuto la concessione di un’area comunale, la stessa cosa non può dirsi per la società di Lamanna. La storia ha inizio nel 2007 con la richiesta di assegnazione di uno spazio, non molto distante dall’attuale localizzazione dei due vivai.

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“Nel 2007, con l’operatore Lamanna, siamo andati dal dirigente dell’Ufficio Tecnico del Municipio XII – ricorda il Consigliere Pd Andrea Santoro, all’epoca dei fatti Assessore all’Urbanistica – ed abbiamo valutato l’area che Lamanna stesso aveva proposto. Visto che la destinazione urbanistica di quell’area non contemplava la possibilità, nel rispetto delle norme del PRG, di svolgere attività di quel tipo, abbiamo iniziato a lavorare con l’operatore per trovare altre aree, poiché era nostro interesse risolvere quel problema”.
Una di queste aree, come lo stesso Marco Lamanna ci fa sapere, era stata individuata “nella rotatoria che si trova proprio di fronte al nostro vivaio. Avevamo fatto una proposta, ci hanno tenuto in ballo per circa 3 anni, ma alla fine ci hanno detto che non era concedibile perché all’interno c’era una particella che non era di proprietà comunale”. Ovviamente, il problema di trovare una nuova sede è comune anche all’altro operatore, Hobby Flora, che avanza un’analoga richiesta di concessione sulla stessa area, riuscendo ad ottenerla. Come sono andati i fatti, ce lo spiega il Presidente del Municipio XII, Pasquale Calzetta: “Quando sono arrivato in Municipio come Presidente mi è stata fatta, da Hobby Flora, una richiesta per quell’area, mentre Lamanna, ne aveva già fatta un’altra, all’epoca già ad uno stadio avanzato, per la rotatoria di via di Decima. Noi abbiamo cercato di seguire sia l’una che l’altra. Per quanto riguarda Hobby Flora noi abbiamo attivato una Conferenza di Servizi, abbiamo chiamato gli uffici sulla scorta di una richiesta presentata, per vedere se la richiesta poteva essere accolta dall’Amministrazione municipale. Questo per chiarire che non è il Municipio che assegna le aree, ed infatti noi abbiamo semplicemente attivato una Conferenza di Servizi cui hanno preso parte parecchi Dipartimenti di Roma Capitale. Conclusosi l’iter della Conferenza, se non erro nel 2010, con esito favorevole, tutta la pratica istruita arrivava sul tavolo della Commissione Ambiente di Roma Capitale, che a sua volta dava parere positivo, e quindi passava in Consiglio Comunale che ne votava l’assegnazione”.

A quel punto Hobby Flora poteva iniziare a trasferire la propria attività, cosa che sta avvenendo. L’area è quella richiesta anche da Lamanna, e non ottenuta perché dichiarata indisponibile. “Ma com’è stato possibile trasformare un’area con destinazione verde sportivo inserita in una lottizzazione convenzionata – si chiede Alberto Voci, Responsabile della Pianificazione Urbanistica al Municipio XII (Pd) – senza sottoporla ad una variante urbanistica?”. Oggi, comunque, Lamanna non ha ancora una sede dove trasferire la sua attività: “Abbiamo 11 dipendenti – spiega il vivaista – ed uno sfratto previsto in maniera definitiva, se non sbaglio, per il prossimo giugno, anche se ogni mese riceviamo una visita dell’ufficiale giudiziario e viviamo con il timore che potrebbe essere l’ultima”. “Si è venuta a creare una disparità di trattamento – fa notare Voci – Hobby Flora aveva effettuato una richiesta al Municipio per un’area di circa 4000/4500 mq. La particella catastale che gli viene assegnata è teoricamente di 11700, quindi il doppio. È chiaro che se l’intenzione era quella di sanare l’eventuale difficoltà delle due attività presenti nell’area, il comportamento dell’Amministrazione, considerando che le due realtà occupano attualmente 5000 mq in due, doveva essere un altro. Oppure si doveva concedere anche a Lamanna un’area simile cosa che, di fatto, ancora non è avvenuta”. Posizione condivisa da Lamanna: “Ci aspettavamo che il Comune dividesse in due l’area, visto che era divenuta concedibile, o facesse un bando, chiedendo alle due società servizi in cambio per la comunità. Invece ha risposto che non era disposto a concederla perché non interessato a cambiare la destinazione d’uso prevista nel PRG. Poi è divenuta stranamente concedibile”.

Sulla “stranezza”, di cui non è riuscita a venire a capo neppure la Commissione Trasparenza di Roma Capitale, presieduta da Massimiliano Valeriani (Pd), non siamo in grado di fornire ulteriori ragguagli. Vanno però fatte delle precisazioni. Hobby Flora, come Lamanna, è un’azienda con oltre 10 dipendenti e l’aver individuato una sede per consentirgli di svolgere la propria attività, e di non perdere il lavoro, non è un fatto di poco conto. Inoltre, gli 11700 mq indicati, in realtà sono risultati esser di meno. “Gli 11700 mq assegnati – ci spiega uno dei titolari di Hobby Flora, Giuseppe Sorichetta – con il raddoppio di via di Decima, sono scesi a circa 10000”. E questo ha prodotto altre complicanze. Poiché, proprio in virtù di quell’opera “era chiaro che l’area ne risultava ridotta, rispetto ai lavori eseguiti, per cui l’operatore invece di prendersi quello che rimaneva – spiega Voci – forse per errore, ha recintato un’area maggiore rispetto a quella che doveva realizzare. I cittadini hanno presentato delle denunce, ed il 18/05/12 sono intervenuti i vigili urbani sanzionando l’opera come abusiva, prevedendone quindi la demolizione entro 90 giorni. La cosa che ancora oggi fa infuriare i residenti è che dopo i 90 giorni, che sarebbero scaduti il 18 agosto, quel muro realizzato senza autorizzazioni su un’area del Comune si trova ancora lì”. La vicenda ci viene chiarita ulteriormente dall’Arch. Vecchiarelli dell’Ufficio Tecnico municipale, che ci ha spiegato l’iter procedurale: “I vigili ci segnalano l’abuso, poi l’Ufficio Tecnico ne conferma la presenza, dopodichè si deve attendere l’arrivo di un altro modulo, che è giunto il 25/09/12. A quel punto abbiamo comunicato, l’8/10/12, alla società Sogepa Srl l’avvio del procedimento relativo all’evacuazione di attività edilizia urbanistica e poi con una determinazione dirigenziale, l’8/11/12, abbiamo ingiunto alla Sogepa la demolizione entro 30 giorni dalla notifica. In pratica devono ripristinare lo stato dei luoghi e demolire le opere abusivamente realizzate. Passati i 30 giorni i vigili ci dicono se l’azienda ha ottemperato o meno. Nel secondo caso si potrebbe procedere con la demolizione in danno, oppure la Sogeba potrebbe fare ricorso al TAR, per ottenere una sospensiva, ed ha 60 giorni per farlo”.

Il motivo per cui il manufatto non è stato rimosso è spiegato, mentre le ragioni alla base dell’abuso le chiarisce Giuseppe Sorichetta: “Noi abbiamo occupato semplicemente la superficie prevista dalla delibera comunale, per la quale paghiamo perché questa è una concessione onerosa. Realizziamo dei servizi pubblici, come un parco giochi, dei percorsi per i disabili, la rampa ciclopedonale ed in più abbiamo l’onerosità della concessione. Negli 11700 mq era incluso questo tracciato che era inteso stradale, mentre invece è uscito fuori che era una proprietà demaniale. Quando se ne sono accorti ormai era troppo tardi, e quindi chiediamo la regolarizzazione in modo da poter usufruire al 100% del potenziale della concessione”. E nel frattempo bisognerà trovare una sede anche per Vivai Lamanna, perché il rischio sotteso è che 11 persone possano perdere il lavoro.

Fabio Grilli