“Drugo voleva solo il suo tappeto. Nessuna avidità. È che dava un tono all’ambiente”. In questa frase, pronunciata dal narratore, terzo e custode di segreti inenarrabili, e nelle sgangherate vicende di Drugo e i suoi compari si concentra tutta la poetica della filmografia dei fratelli Coen, moderni ritrattisti di esseri umani straordinari. Come tutte le pellicole scritte e dirette dai fratelli americani, “Il Grande Lebowski”, etichettato ormai col bollino di cult, è la storia di un tipo di umanità che vive di disagi e contrasti, tra l’apparente calma interiore e l’esplosione di vita al di fuori di sé. Drugo è un disadattato, un fannullone alcolizzato che si ritrova immerso per errore in una vicenda più grande di lui, obbligandolo di fatto a darsi da fare e vivere, regalando così allo spettatore una meravigliosa favola moderna.
Regia: Joel Coen
Sceneggiatura: Joel e Ethan Coen
Interpreti: Jeff Bridges, John Goodman, Steve Buscemi, Julianne Moore, John Turturro
(USA 1998)
Marco Etnasi