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Chromatics – Kill for love

I Chromatics sono sconosciuti ai più ma negli ultimi tempi si stanno facendo un nome grazie all’inserimento del loro brano “Tick for Love” nella colonna sonora del film Drive.

Così l’album “Night Drive”, il primo per l’etichetta Italians Do It Better, a partire dal 2007 li ha resi celebri prima nel circuito cinematografico e successivamente anche in quello musicale.
È con il loro quarto lavoro, “Kill for Love”, in oltre 10 anni di attività nella ‘penombra’ che il grande pubblico si accorge di loro.
Si inizia subito forte con la cover di “Hey Hey, My My (Into the Black)” di Neil Young ricalibrata sulle sonorità della band.
Dalla seconda traccia parte il viaggio di ben 80 minuti nel mondo onirico dei Chromatics che con la loro musica si ritagliano un posto di diritto nel limbo musicale a metà, appunto, tra rievocazione anni ’80, e perché no ’70, con sfumature di Italo Disco e quello che viene oggi definito il nuovo Surf ovvero quel Dream Pop inondato di synth e basi minimali ripetute all’infinito sulle quali le voci passano veloci, leggiadre e cariche di echo.
L’inizio è più pop come detto: canzoni che possono diventare hit come “Kill for Love” e “Back From The Grave” si lasciano ascoltare e apprezzare da qualsiasi ascoltatore. È con “These Streets Will Never Look the Same” che cambia la tonalità del disco, voce filtrata al massimo e base in loop per 8 minuti che rischia di far avanzare velocemente l’ascoltatore alla traccia successiva. È questo però il cuore pulsante dell’album e quindi la parte che andrebbe ascoltata con più attenzione.
Probabilmente la band si è trovata in difficoltà nella scelta tra far uscire un disco di singoli pop e cedere un po’ al lato commerciale o mantenere l’anima musicale del gruppo. Alla fine la scelta è caduta su un disco lunghissimo come non se ne vedevano da tempi in cui si trova di tutto e che di conseguenza può andare bene per più ascoltatori anche se difficilmente ci sarà qualcuno così paziente da ascoltarlo tutto di seguito.

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Simone Brengola