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È cool o non è cool suonare vintage?

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È uscito venerdì 14 marzo, distribuito da Goodfellas, l’album d’esordio dei Thee Elephant, superband capitolina composta da Dola J. Chaplin, Sante Rutigliano (Oh Petroleum), Simone Prudenzano (Oh Petroleum) e Milo Scaglioni (Jennifer Gentle). 

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Prima di parlare del gruppo in questione è doveroso raccontare il percorso che ha portato i singoli componenti ad unirsi in questo progetto dalle tipiche sonorità anni Sessanta/Settanta. Decisivo fu l’incontro tra il produttore artistico Sante Rutigliano e il folksinger casalveriano Dola J. Chaplin che nel settembre 2012 produssero un primo brano insieme, “Come to Die”, pubblicato poi nella compilation “Gas Vintage Super Sessions” (e disponibile per il download sul sito di Repubblica XL). Sante Rutigliano militava nella band del rocker Oh Petroleum assieme al batterista Simone Prudenzano per cui, in breve tempo, al duo incentrato sul genere folk acustico subentrò una sezione ritmica possente e precisa. Alla triade mancavano solamente le linee di basso e l’occasione si presentò subito con il ritorno in Italia di Milo Scaglioni, ex bassista dei Jennifer Gentle e in forza alla band di Roberto Dell’Era e quella di Emma Tricca. Quello che scaturisce da questo miscuglio apparentemente improbabile di personalità musicali è una band accomunata da una ricerca sonora indirizzata verso il rock degli anni Sessanta e Settanta. 

Chitarre elettriche con fuzz, sound psichedelico, ostinati percussivi, basso avvolgente e testi originali scaturiti dalla mente di un songwriter nato per esibirsi come cantante folk. Se vogliamo, è questa la vera arma dei Thee Elephant: un cantautore folk che scrive i testi e un produttore artistico che asseconda lo sposalizio tra le creazioni di Dola J. Chaplin con un sound graffiante tipico di un certo rock vintage. Azzardiamoci comunque a porci la solita noiosa quanto antipatica domanda che ci poniamo ogni qualvolta si parla di una band emergente o di nuovi progetti: la proposta è veramente originale o non si riesce proprio a prendere le distanze dal passato? Per i Thee Elephant la domanda non sorge spontanea, ma al contrario è pressoché inutile e il risultato è un album d’esordio coi controcoglioni a livello di produzione: è prodotto da Ivory Records e Gas Vintage Records.

Altra dimostrazione del grande lavoro sul suono che la band ha intrapreso in questi anni è data dal fatto che il disco è stato registrato live in studio su nastro da 2 pollici, utilizzando solo strumenti e apparecchiature di fine ‘60 e mixato in analogico.
Come sempre consigliamo una ricerca in rete per conoscere meglio la band. Le parole aiutano a dare qualche informazione e tentano, spesso invano, di evocare in chi legge sensazioni uditive. Ma qui facciamo per lo più segnalazioni e per tutto il mese di marzo i Thee Elephant saranno in tour in giro per l’Italia. Seguiteli attraverso la loro pagina facebook o sul sito del loro ufficio stampa Sporco Impossibile (www.sporcoimpossibile.it).

Marco Casciani