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Madkin, perdone l’onestà

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Quando in letteratura si distingue la buona narrativa da quella cattiva, sono in molti (in passato sicuramente Hemingway, Gardner e Carver) ad usare il termine “onestà” della scrittura.

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È l’effetto che ci fa una storia quando avvertiamo che non è stato usato nessun trucco da quattro soldi allo scopo di sorprenderci. Quando, chi scrive, provoca delle sensazioni intense in chi legge senza tentare di prenderlo in giro, allora abbiamo la buona narrativa. 

Ecco, i Madkin hanno un sound onesto, attuale, nonostante sia fortemente influenzato dall’alternative anni ’90. Il loro bagaglio, come quello di tanti trentenni, è il rock americano di un periodo che fa venire la nostalgia a chi lo ha vissuto, da bambino o da ragazzo: quel look, quei suoni, belli sia in versione acustica che elettrica, quei miti morti troppo giovani con la camicia a quadri, i capelli sporchi e il fascino maledetto.

Nel 2007 Serena Jejé, El Pais, Flavio e Peppe decidono di dare vita a questo progetto che oggi è diventato una certezza (ed è ancora in fase di crescita). Nel corso di questi anni si sono affermati lavorando seriamente e trasmettendo verso l’esterno questa professionalità. “Perdone La Molestia”, del 2011, è il loro disco d’esordio, disco che fin da subito ha collezionato recensioni positive ovunque: cinquanta minuti di suono possente, serrato e acido, con chitarre “a cascata” e sezione ritmica compatta. La voce di Serena Jejé passa dalla delicatezza melodica delle strofe alle urla graffianti dei chorus portandosi appresso un muro di suono da spaccare le orecchie. Riot grrrl come le Bikini Kill o le Bratmobile, si posiziona indubbiamente una spanna sopra tante altre frontwomen che popolano il sottobosco alternative italiano.

E visto che anche il lato visivo vuole la sua e i Madkin si prestano decisamente, su Youtube girano due videoclip tratti da due brani dell’album: il primo è “Bandwagon”, mentre il secondo è uscito nel luglio scorso ed è “Bathtube Monologue” prodotto dalla Black Dog Movie.

Di modi per ascoltare i loro pezzi in rete ce ne sono a bizzeffe (Facebook, Youtube, Myspace e Reverbnation), ma se avete voglia sintonizzatevi sui 106.600 di Radio Rock, ormai un’istituzione a Roma, e probabilmente prima o poi incapperete in un brano di “Perdone La Molestia”, in rotazione sull’emittente romana da un bel po’ di tempo.

Attualmente sono al lavoro su dei pezzi nuovi che prossimamente confluiranno in un secondo album, ma se nel frattempo avete voglia di vederli dal vivo, non perdetevi il loro live acustico a Lettere Caffè in via S. Francesco a Ripa 100/101 il 15 novembre.

Marco Casciani