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Grotta Perfetta 610: la Comunità Giovanile contro lo sgombero

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In attesa di un bando o dell’assegnazione non sembra ancora chiusa la vicenda del Casale di Grotta Perfetta

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LA NOTIFICA DI SGOMBERO – Nella mattinata di ieri si è aperto un nuovo capitolo della vicenda riguardante il casale su via di Grotta Perfetta 610, ad oggi ancora occupato da operatori e volontari della ‘Comunità Giovanile Roma’. Il 9 giugno infatti sarebbe scaduta la determina di sgombero notificata alla Comunità l’8 maggio scorso. “Questa mattina c’era il Dirigente del Dipartimento Scuola per chiedere le chiavi dello stabile, noi abbiamo opposto le nostre necessità e fatto notare delle incongruenze rispetto a quello che sta succedendo”, ci hanno spiegato gli Operatori della Comunità Giovanile Roma. Dopo alcuni momenti di tensione e l’intervento degli uomini del vicino Commissariato Tor Carbone, la soluzione della vicenda è stata rimandata a data, per ora, da destinarsi. 

 LA SCADENZA DELLA CONVENZIONE – Abbiamo incontrato i ragazzi della Comunità, per capire la loro posizione. È Christian, un operatore, che ha spiegato l’intero iter della vicenda: “Il 30 gennaio, quindi prima della scadenza della convenzione – scaduta ad inizio febbraio – avevamo fatto richiesta di prosecuzione delle attività gratuite al Dipartimento Scuola, ma non abbiamo avuto alcuna risposta”. Una comunicazione arriva poi il 5 marzo: “Ci viene detto di riconsegnare le chiavi entro e non oltre il 19 marzo. Una data che presupponeva una comunicazione successiva – seguita Christian – infatti veniva dato mandato al Dipartimento Patrimonio di regolare l’appuntamento”. Comunicazione questa che non sarebbe invece avvenuta: “Solo durante l’incontro con l’Assessore Cattoi abbiamo saputo che un appuntamento c’era, ma noi non eravamo stati avvertiti. Infatti – aggiunge – davanti al cancello della Comunità c’era un dirigente del Dipartimento assieme a delle associazioni e comitati che non c’entravano nulla con la nostra situazione. Da li in poi c’è stato un susseguirsi di comunicazioni di 24 ore in 24 ore per la riconsegna delle chiavi, mentre noi abbiamo continuato a portare avanti i servizi in modo gratuito”.

LA RICONSEGNA DELLE CHIAVI – In questo modo la vicenda si è protratta fino ad oggi, con vari problemi per la riconsegna delle chiavi: “Non sempre ci siamo presentati – seguita l’operatore – anche perchè non sempre potevamo esserci con un preavviso così breve. Nel momento in cui ci incontravamo con chi veniva a ritirare le chiavi presentavamo le nostre esigenze legate al trasloco e allo spostamento anche di dati sensibili, dovuti al servizio di prevenzione alle tossicodipendenze nel quale venivano somministrati dei questionari”. La risposta data alla Comunità Giovanile era di sbrigarsi nel recuperare tutto e riconsegnare le chiavi al prossimo appuntamento.

UN PASSAGGIO DI CONSEGNA CON I NUOVI UTILIZZATORI – Non sarebbe solo la difficoltà nel traslocare o l’impossibilità ad essere presenti alla riconsegna delle chiavi ad aver portato la Comunità Giovanile ad attendere fino alla scadenza della determina di sgombero: “Abbiamo sempre chiesto un passaggio di consegne diretto con chi vincerà un bando pubblico per l’assegnazione di questo spazio, così come abbiamo fatto noi”. Un bando che, come spiegano, sia attento a rispettare le esigenze del quartiere, che non ha un vero punto di aggregazione. “Invece siamo venuti a conoscenza del fatto che c’è una determina che affida direttamente la struttura a due associazioni cooperative che gestiscono un servizio di contrasto alla violenza sulle donne – aggiunge l’operatore – un servizio che tra poco scadrà nel luogo in cui è attivo”.

LA RACCOLTA FIRME – Nel richiedere che vengano rispettate le esigenze del quartiere dalla Comunità Giovanile è partita anche una raccolta firme per chiedere il ‘rinnovo di ulteriori 21 mesi, come previsto dalla convenzione sottoscritta in data 3 maggio 2012’: “Abbiamo iniziato a far sentire la nostra voce, abbiamo raccolto oltre 500 firme, un buon numero che rispecchia non solo gli utenti della struttura – continua – ma anche molti genitori che hanno orbitato nelle varie iniziative da noi organizzate nel tempo”.

LE RICHIESTE – “Noi continuiamo a raccogliere firme e a sensibilizzare i cittadini su questa situazione, perchè il quartiere non vuole assolutamente che noi ce ne andiamo – sottolinea Christian – Per ora rimaniamo qui, ci aspettiamo nuove comunicazioni per la consegna delle chiavi. Abbiamo anche iniziato a portare via alcuni beni dell’associazione, la stessa Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze ha dei beni qui, ma con il bilancio azzerato ha problemi per il noleggio dei trasporti”. Ci tengono però a ribadire le loro richieste: “Rimanere all’interno della struttura fino al passaggio di chiavi con chi vincerà il bando, continuando le attività a titolo gratuito – ma anche – La possibilità di portare via tutti i beni rimasti all’interno”. Inoltre la volontà degli operatori sembra essere quella di partecipare al prossimo bando per l’assegnazione: “Nella stesura chiederemo anche di tenere conto delle esigenze reali del quartiere”.

Leonardo Mancini