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Il Ponte della Scienza verrà “ufficialmente” aperto a giugno

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Chiusa la fase di collaudo: il Ponte può aprire, mentre il collegamento diretto con l’Ostiense potrebbe essere impedito da un rudere dell’Italgas

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Pubblicato su Urlo n. 115 – maggio 2014

OSTIENSE – “Una notizia attesa da tempo dal nostro territorio quella che oggi – 5 maggio – ha dato l’Assessore capitolino all’Urbanistica Caudo, dichiarando finalmente chiusa la fase di collaudo della struttura ed annunciando l’imminente – prevista per il prossimo giugno – apertura del Ponte della Scienza”. A dichiararlo è Emanuela Mino, Presidente del Consiglio del Municipio Roma XI (Lista Marino), che aggiunge: “La costruzione del ponte ciclopedonale era iniziata nel 2008 ed ha avuto una serie di stop per via del fallimento (e sostituzione) dell’impresa aggiudicataria e poi per il prolungarsi dei tempi di collaudo dovuti a variazioni rispetto al progetto originale, resesi necessarie in corso d’opera”. Una storia lunga, che sembrava conclusa quando nel febbraio del 2013 (15 mesi fa, ndr) l’ex Sindaco, Gianni Alemanno, durante un sopralluogo al Ponte della Scienza dichiarava che “sarà completato nei prossimi tre mesi e successivamente inaugurato. Bisogna terminare le opere complementari come le piste ciclabili in modo tale da poter dare pienamente ai cittadini l’uso della struttura”.

Per dovere di cronaca bisogna ricordare anche che nel marzo del 2012, l’allora Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, al secondo tentativo varò il Ponte spaccando una bottiglia di spumante sulla recinzione. Un varo al secondo tentativo si sa, rende infausto il futuro dell’imbarcazione, e ora, dopo due anni di navigazione incerta, il ponte potrebbe finalmente entrare in piena funzione. Il Ponte della Scienza è lungo 119 metri e supera i 10 metri di larghezza. Un costo totale di circa 4 milioni e mezzo di euro, senza contare il costo delle opere complementari, come la rampa per collegare la pista ciclabile sul Tevere e le sistemazioni necessarie su entrambe le rive, per un ulteriore milione e 140 mila euro di interventi previsti nel progetto ma non compresi nell’appalto iniziale per insufficienza di risorse. Ad oggi però il Ponte ufficialmente non è ancora aperto alla cittadinanza. Bisogna sottolineare il termine ‘ufficialmente’, visto che i 119 metri che collegano le due sponde del Tevere vengono comunque utilizzati. A nulla sono servite le transenne con i segali di cantiere, poste per impedire il transito su una struttura considerata ormai da tanti completata. Le reti sono state divelte e ciclisti e pedoni, sempre più numerosi, affollano la nuova struttura. Panchine, corrimano e persino i piloni del ponte, ormai da tempo sono preda di writers: “Soprattutto negli ultimi mesi c’è molto degrado nell’area – afferma il Presidente del Cdq L’Ostiense, Claudio De Santis – oltre a definire la situazione del Ponte servirebbe l’azione congiunta dei due Municipi per un rilancio della struttura e una riqualificazione totale”.

Sugli ultimi sviluppi abbiamo voluto interpellare l’Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio VIII, Paola Angelucci: “Il Ponte attualmente non è ufficialmente aperto. In questi giorni sono partiti i lavori di sistemazione dell’impianto di illuminazione pubblica. Inoltre stiamo anche completando l’arredo urbano delle due sponde, come i giardinetti e la recinzione sugli argini”. L’apertura del Ponte, oltre a collegare le due sponde dei quartieri di Ostiense e Marconi, nelle idee progettuali sarebbe dovuto diventare un ulteriore collegamento con il polo universitario di Roma Tre, anche ampliando la ciclabilità dell’area. “L’idea è il ricongiungimento della ciclabilità di via Ostiense – spiega l’Assessore Angelucci con delega anche alla ciclopedonalità – Non possiamo ancora farlo perché la riva Ostiense è transennata per motivi di incolumità pubblica”. Alla sinistra dell’imbocco del Ponte infatti, il collegamento con via Ostiense non sarebbe possibile, per la presenza di una tramoggia pericolante dell’Italgas-Eni. “L’azienda per questa vicenda è stata già diffidata nell’ottobre 2013 dalla Protezione Civile, poi dal Municipio abbiamo mandato due note tra gennaio e marzo 2014 a cui non sono seguite risposte – spiega l’Assessore – Chiediamo la messa in sicurezza dei manufatti con una certificazione tecnica che ne attesti il consolidamento. C’è un vincolo di archeologia industriale, ma se la Soprintendenza non ritenesse il manufatto d’interesse, potrebbe anche essere abbattuto. Abbiamo il diritto e il dovere di aprire quel tratto, anche unico accesso alle turbine della centrale Montemartini, non in funzione ma manutenute perché disponibili in caso di emergenza blackout a Roma”.

L’intenzione adesso è cercare di ottenere una sorta di conferenza di servizi: “Per avere una risposta in merito al futuro di questi manufatti. Questa vicenda – conclude Angelucci – sta creando un danno allo sviluppo dei percorsi ciclopedonali del Municipio VIII, perché il passaggio verso Ostiense sarebbe assicurato dall’apertura del cancello di un parcheggio al termine della riva omonima”. Quindi, attualmente, l’unica possibilità di sbocco rimarrebbe via del Porto Fluviale, per un collegamento non proprio diretto con il polo universitario. “Dal nostro lato del fiume credo che i problemi siano grandi – spiega il Presidente del CdQ Ostiense, Andrea Mocciaro – Parliamo di edifici pericolanti. Una situazione che non credo si risolverà in pochi mesi”. Per il CdQ la preoccupazione maggiore riguarda la possibilità che su quei manufatti insista un vincolo di archeologia industriale: “Qualora questo fosse confermato – aggiunge Mocciaro – i tempi per l’apertura del collegamento con l’Ostiense si allungherebbero moltissimo, dato che dovremmo parlare non più di abbattimento, ma di consolidamento”.

Nonostante la notizia dell’apertura del Ponte, per l’opposizione municipale è la mancanza di attenzione nei confronti della sicurezza dei cittadini ad essere al centro del problema: “L’attuale utilizzo della struttura è una situazione di incertezza sulla quale bisognava intervenire già da diverso tempo – dichiara il Capogruppo di Fi al Municipio VIII, Simone Foglio, concentrandosi sulla pericolosità di permettere il transito senza l’ufficialità dell’apertura – Non vogliamo nemmeno immaginare quale diatriba possa sorgere qualora ci fosse un incidente, dato che non sono nemmeno più visibili i segnali di divieto. Siamo lieti che si possa arrivare alla definitiva apertura, purché non divenga l’ennesima cattedrale nel deserto – conclude Foglio – bisognerà assicurarsi e vigilare perché vengano approntate tutte le opere di riqualificazione della riva per un reale e sicuro utilizzo del Ponte”.

Anche per il Presidente Catarci l’apertura, seppur debba arrivare in tempi brevissimi, non può prescindere dai lavori di sistemazione della riva: “I problemi dell’area sono stati palesati già dall’inizio dei lavori del Ponte. Tutta la riva ha bisogno di interventi fino all’altezza del Rettorato di Roma Tre: una ciclabile, oppure un percorso in terra battuta, ma anche la sistemazione della vegetazione, lavori non impegnativi e poco onerosi”. Anche il collegamento con via Ostiense attraverso il parcheggio non dovrebbe costituire un problema: “Alcune particelle catastali di quell’area sono pubbliche, quindi il cancello potrà essere tranquillamente aperto. Non è stato ancora fatto perché non costituirebbe un collegamento reale – seguita Catarci – Se aprissimo il cancello oggi sarebbe solo un danno, dato che ora dissuade dalla formazione di insediamenti e discariche abusive”. Questa vicenda, a detta del Presidente, si sarebbe protratta fin troppo a lungo: “Il Ponte sarebbe già dovuto essere aperto. Ci sono decine e decine di situazioni come questa bloccate in tutta Roma ma anche con un bilancio difficile e in completa ristrettezza, il primo obiettivo da porsi è portare a compimento tutte queste piccole o grandi opere”.

Leonardo Mancini