
ROMA – Non si è raggiunto il quorum del 33,3% necessario per dare validità al Referendum sul trasporto pubblico. Hanno partecipato solo il 16,3% degli aventi diritto, che hanno votato sì nel 75% dei casi. La partita però potrebbe non essere ancora conclusa. Infatti i Radicali, che hanno promosso il Referendum, hanno già annunciato un ricorso al TAR del Lazio sulla validità del quorum. Questo perchè nella recente revisione dello Statuto di Roma Capitale l’amministrazione ha eliminato il ricorso al quorum nei referendum cittadini, lo stesso giorno in cui venne presentata la consultazione dai Radicali.
L’AFFLUENZA – Complessivamente l’affluenza alle urne è stata di circa 386.900 cittadini su 2.363.989 iscritti al voto. Il municipio dove l’affluenza è stata maggiore, parliamo del 25.25%, è il secondo. La performance peggiore invece a Tor Bella Monaca, con appena il 9,3%. I Radicali durante le consultazioni hanno lanciato l’allarme su delle irregolarità nei seggi: “Ci arrivano numerose segnalazioni di fatti gravissimi che stanno impedendo a molti cittadini di esercitare regolarmente il loro diritto di voto. In particolare, molti presidenti impediscono di votare a chi è sprovvisto di tessera elettorale, mentre il regolamento afferma con inequivocabile chiarezza che per accedere alle urne è sufficiente il documento di identità”.
DAL CAMPIDOGLIO – La Sindaca Raggi ha espresso sui social la sua posizione nei confronti del risultato referendario, affermando che il segnale lanciato dai romani è chiaro: vogliono che Atac resti pubblica.
#AtacRestaDeiCittadini. I Romani vogliono resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 11 novembre 2018
I PROMOTORI – Diametralmente opposta l’interpretazione dei Radicali, per i quali il risultato ottenuto non sarebbe da sottovalutare.