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QUANDO IL FORO ROMANO FU INFESTATO DA UN DRAGO

Racconta una leggenda, che nei primi anni del IV secolo dopo Cristo, in una grotta, per accedere alla quale bisognava fare cento gradini, proprio presso al Foro Romano c?era la tana di un terribile drago.

 Alcuni coraggiosi lo avevano sfidato, andando incontro ad una morte orribile, finendo nelle sue fauci. Il bestione, oltre a divorare innocenti, con il suo alito pestilenziale avvelenava tutta la zona. Una notte però fu sconfitto dall?eroico papa Silvestro I, il quale a Poggio Catino, aveva già ucciso un altro drago con il solo segno della croce. Il pontefice affrontò il mostro del Foro Romano armato solo di una croce e di un filo di seta. Silvestro, durante il combattimento, invocò in suo aiuto la Vergine. Riuscì a paralizzare il drago e a legarlo poi richiamò i Romani, che egli stesso aveva allontanato per evitare che rimanessero feriti dal drago e, insieme a loro lo uccise e lo seppellì nel punto in cui successivamente fu eretta la chiesa di Santa Maria Liberatrice, così chiamata perché la Madonna doveva liberare la zona da diavoli, spettri, draghi e altre oscure creature che la infestavano. La chiesa venne poi distrutta nel 1902 per riportare alla luce Santa Maria Antiqua. Un?altra versione della storia dice che il drago venne sepolto sotto il vicino tempio di Castore e Polluce, un?altra ancora che il drago fu imprigionato in un antro con le porte di ferro, le quali si sarebbero spalancate solo nel giorno del giudizio universale. Nello stemma del rione Campitelli, X di Roma è presente la testa di un drago a ricordo di quello che infestava la zona del Foro Romano.

Massimiliano Liverotti
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