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Mapplethorpe e i nudi d’arte

Presso la Fondazione Forma per la Fotografia di Milano è in corso e sarà visitabile fino al 9 aprile 2012 una grande retrospettiva che ripercorre la carriera e l’opera di Robert Mapplethorpe.
La mostra, proveniente dalla Robert Mapplethorpe Foundation di New York, comprende 178 fotografie e rappresenta un’occasione unica per ripercorrere, con un unico sguardo , il lavoro di Mapplethorpe, dalle prime polaroid di inizio anni Settanta, fino ai suoi celebri still life, ai fiori, ai ritratti, alla sconcertante serie dedicata a Lisa Lyon, alle splendide immagini dedicate al corpo maschile, indagato e celebrato come mai prima di allora, all’omaggio alla sua musa Patti Smith, agli insoliti, teneri e malinconici ritratti di bambini. A Milano, per la prima volta, una grande retrospettiva ripercorre l’intera carriera e l’opera di Robert Mapplethorpe, tra i più significativi autori del Novecento che abbiano influenzato, con le proprie immagini, generazioni di fotografi e artisti. La mostra resterà aperta fino al 9 aprile 2012. Robert nasce nel 1946 a Long Island, terzo di sei figli in una famiglia cattolica della media borghesia. A sedici anni si iscrive al Pratt Institute di Brooklyn per studiare pittura e scultura. I suoi primi lavori sono opere di montaggio e di assemblaggio di figure ed oggetti ritrovati, in cui il suo interesse per la fotografia, suscitato anche dalla grande ammirazione per Andy Warhol, si manifesta con l’utilizzo di materiale fotografico di repertorio, con immagini strappate da riviste e da libri. Influenzato dall’amico John McEndry, curatore della sezione grafica di stampa e fotografia del Metropolitan Museum of Art di New York, Mapplethorpe comincia ad interessarsi a questa arte ed a collezionare vecchie fotografie. Nel 1972 inizia a scattare le sue prime fotografie con una Polaroid, mezzo che gli consente di creare un rapporto più intimo e diretto con i soggetti e le scene rappresentate. Le immagini catturano atti di un tempo come bloccato, fissato, in cui i soggetti non vengono costretti in posa ma incoraggiati ad incontrarsi con l’obiettivo della macchina . I primi scatti sono autoritratti e ritratti dell’artista amica Patti Smith, con la quale si era trasferito a vivere all’interno del leggendario Chelsea Hotel di Manhattan. Seguono poi scatti di amici e conoscenti: artisti, compositori, attori pornografici ed omosessuali, che suscitano scalpore, tradendo lo sguardo libero con cui l’artista tematizza erotismo e omosessualità. Durante gli anni Ottanta l’attenzione di Mapplethorpe si indirizza verso forme classiche di bellezza. Soggetti privilegiati del suo obiettivo diventano statuari nudi maschili e femminili, fiori, nature morte, tutti raffigurati in composizioni rigide e con un livello di precisione fotografica straordinari, mentre si segnala l’introduzione di nuove tecniche e formati con Polaroids colorate, fotocalcografie, stampe ai sali d’argento su carta e lino. L’artista, oggi celebrato come uno dei più importanti del XX secolo, muore a New York nel 1989 per complicazioni dovute all’infezione da virus HIV. La sua arte vive anche grazie al lavoro della Fondazione Robert Mapplethorpe, fondata nel 1988 dal fotografo per promuovere la fotografia, supportare i musei che espongono l’arte fotografica e per finanziare la ricerca scientifica nella lotta contro l’Aids. L’estrema contemporaneità e la grande classicità di Mapplethorpe è tutta in questa possibile perfezione da raggiungere e da realizzare nel breve lasso di tempo di uno scatto, di una sessione di posa. La sua vasta, provocante e potente opera, lo ha reso uno dei più importanti artisti del XX secolo.
Emanuela Maisto

Tutti i giorni dalle 10 alle 20
Giovedì e Venerdì fino alle 22. Chiuso il Lunedì
Costo biglietto: 7.50 euro Ridotto 6 euro Scuole 4 euro

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Emanuela Maisto