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Parco Papareschi: un futuro ancora lontano?

Esito negativo in Conferenza di Servizi: area inquinata, il parco deve attendere

Tratto da Urlo n.162 Novembre 2018

MARCONI – Si è conclusa la Conferenza di Servizi avviata a luglio scorso per discutere delle sorti del Parco Papareschi, l’area verde che dovrebbe sorgere in uno spazio che si snoda dietro il Teatro India, in prossimità degli stabilimenti dell’ex Mira Lanza. Proprio la vicinanza con tali edifici industriali, che fino al 1957 hanno ospitato il noto saponificio, hanno creato degli intoppi nel procedimento. La possibilità che il suolo fosse inquinato, infatti, era molto alta già da prima delle analisi, che hanno poi confermato la situazione. L’esito della Conferenza di Servizi, a cui hanno partecipato vari attori istituzionali, è stato negativo. Questo non significa che il progetto del parco è stato bocciato, ma che le operazioni di bonifica, che dovrà effettuare la Roma Docks, dovranno essere riformulate. Quest’ultima è la ditta privata che, come opera a scomputo delle palazzine realizzate vicino al Ponte di Ferro, dovrebbe realizzare il Parco Papareschi e per questo dovrà occuparsi anche delle succitate operazioni di bonifica dei terreni inquinati.

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COSA È SUCCESSO – “Le passate amministrazioni hanno scelto di destinare gli oneri a scomputo delle palazzine di Ponte di Ferro alla realizzazione del Parco Papareschi, in prossimità dell’ex Mira Lanza – ha dichiarato Giacomo Giujusa, Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio XI – C’è stata una progettazione partecipata, ma le aree scelte facevano parte di una zona industriale, quindi si sospettava che fossero inquinate ma non si sapeva quanto. Perciò si è dovuta aprire una vera e propria procedura in capo al Dipartimento Tutela Ambientale”. La Conferenza di Servizi, da luglio, si è conclusa qualche settimana fa, durando più del previsto. Gli enti partecipanti hanno fatto delle osservazioni e l’Arpa Lazio, in particolare, ha evidenziato che, in base alle caratterizzazioni effettuate, che mostravano l’entità dell’inquinamento dei terreni, è necessario rimodulare gli interventi. La Conferenza, quindi, si è chiusa con esito negativo, “nel senso che il piano bonifica di Roma Docks, così come scritto, non andava bene e va precisato sotto alcuni aspetti – ha continuato Giujusa – Non c’è stata una bocciatura del progetto. Si tratta di una fase temporanea in virtù di integrazioni e modifiche che andranno fatte secondo le osservazioni dell’Arpa, da presentare in tempi brevi. Anche Roma Docks è pronta a rimodulare il progetto a stretto giro”. Una volta perfezionato il piano di bonifica da parte della ditta privata, quindi, si riaprirà una nuova Conferenza di Servizi e verranno definite le operazioni da effettuare sui terreni.

NECESSITÀ DI CHIAREZZA – Il timore più diffuso è che il Parco Papareschi non venga più realizzato e per fare chiarezza sulla vicenda è stata presentata recentemente una mozione al Municipio XI da parte degli esponenti di opposizione Maria Cristina Restivo e Gianluca Martone, Consiglieri del Gruppo Misto, e Mirko Marsella, Presidente Commissione Lavori Pubblici e Ambiente e Consigliere Leu. “Noi chiediamo – ha dichiarato Restivo – che si faccia un’istruttoria seria su tutto quello che riguarda il Parco Papareschi. C’è una convenzione siglata tra Comune di Roma e Roma Docks dove quest’ultimo attore si impegnava, come opere a scomputo della riqualificazione urbana da lui operata, a realizzare un parco pubblico attrezzato, una sala convegni e il riutilizzo di parcheggi privati a uso pubblico”. Secondo la Consigliera era ovvio da tempo che le aree fossero inquinate, vista la vicinanza degli stabilimenti industriali, e il piano di caratterizzazione per capire l’entità della situazione doveva essere richiesto dal Comune parecchio tempo fa, “quando acquisì l’area da privati nel 2003 – ha continuato Restivo – Vogliamo che si faccia chiarezza su tutto il procedimento, per capire come si sono mossi nel tempo gli attori istituzionali, per verificare competenze e responsabilità”.

L’IPOTESI PESSIMISTICA – Il dubbio più grande, secondo Mirko Marsella, è che “Roma Docks paghi gli oneri dovuti al Comune di Roma per le opere a scomputo e non faccia più il Parco Papareschi”. Un’operazione lunga, vista la convenzione in atto tra privato e pubblico, ma che “si può fare. In ogni caso il Municipio deve dialogare con Roma Capitale affinché, se emergesse questa possibilità, gli oneri vengano investiti comunque nel Municipio XI”, ha concluso Marsella. Per Maurizio Veloccia, Consigliere municipale Pd, la possibilità che il privato non realizzi più il parco sembra più una certezza, un tassello che rende tutta questa situazione “un capolavoro di negligenza, incompetenza e superficialità”. E Daniele Catalano, Capogruppo Lega al Municipio XI, crede che il “Parco Papareschi sia una delle molteplici opere annunciate dai 5 stelle, ma che non si realizzeranno. Sapevamo i rischi collegati al tema dell’inquinamento dell’area, vista la presenza degli ex stabilimenti che realizzavano prodotti e sostanze chimiche. Certo, l’opera di bonifica oggi andrà fatta, ma immaginiamo che gli oneri concessori non bastino per queste operazioni, figuriamoci per la creazione di un parco. Noi tuttavia – ha concluso Catalano – continueremo a dare sostegno, per quanto di nostra competenza, all’iniziativa, convinti che Marconi abbia bisogno di uno spazio verde”. Che il quartiere necessiti di un parco è opinione condivisa anche da Valerio Garipoli, Capogruppo Fdi municipale: “Da mesi i residenti di Marconi percepiscono una situazione assurda e paradossale, con delle operazioni preliminari di controllo e verifica del terreno da parte del privato di cui non si riesce ad avere riscontro dei margini di esecuzione, costi e tempistiche”. Garipoli afferma con convinzione che “è necessaria e opportuna la bonifica dell’area, così come la realizzazione completa del Parco Papareschi, anche rispetto al percorso di partecipazione avvenuto con la cittadinanza. Marconi merita un’area verde”. E anche i suoi cittadini, residenti nel quartiere più popoloso del Municipio XI ma estremamente scarso di aree verdi e luoghi di aggregazione. Un’opera davvero sentita, questa, che speriamo non subisca ulteriori ritardi e non venga, addirittura, cancellata.

Serena Savelli