Psicofarmaci SI, Psicofarmaci No?

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    Buongiorno Dottoressa, 

    mi chiamo Giorgio ho 43 anni, le scrivo perché avrei bisogno del suo punto di vista su una questione che negli ultimi tempi mi sta dando parecchio da pensare.
    Da circa due mesi, a causa di un problema di ansia, ho deciso di iniziare una psicoterapia con una sua collega. La decisione non è stata affatto facile ma alla fine spinto anche da mia moglie ho deciso di iniziare. Sin da subito la dottoressa mi aveva prospettato la possibilità di assumere una terapia farmacologica. Io sono sempre stato un po’ scettico al riguardo, forse anche un po’ spaventato dalla possibilità di assumere dei medicinali dai quali poter diventare dipendente. La dottoressa ha ultimamente ribadito che dovrei rivolgermi ad uno specialista per iniziare una terapia farmacologica di supporto alla psicoterapia. Io rimango sempre scettico, vorrei sapere qual è il suo punto di vista al riguardo.

    Grazie,
    Giorgio.

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    Buongiorno Giorgio,
    grazie per aver scritto e per aver sollevato una questione così importante e delicata come quella della farmacoterapia all’interno della psicoterapia.
    Quella che propone è una questione antica che ancora oggi divide anche gli addetti ai lavori.
    Sono state spesso, la psicoterapia e la farmacoterapia, valutate in contrapposizione, alla ricerca dell’approccio più funzionale e risolutivo all’aiuto e alla cura dei pazienti. Sono stati molti gli studi condotti allo scopo proprio di valutare la migliore efficacia dell’una o dell’altra. Sempre più evidente appare come, la soluzione che ottimizza l’efficacia di entrambi i trattamenti, sia l’integrazione tra questi ultimi.
    La farmacoterapia agisce sulla risoluzione dei sintomi psichici e neurovegetativi ma spesso le persone curate esclusivamente con gli psicofarmaci presentano solo un transitorio miglioramento dovendo poi intraprendere un nuovo ciclo di trattamento. Questo accade perché soprattutto nell’ambito delle patologie ansioso-depressive gli psicofarmaci normalizzano il funzionamento dei neurotrasmettitori implicati in tali patologie ma non possono intervenire sulle cause. D’altra parte la psicoterapia priva del sostegno di una farmacoterapia, ove si rendesse necessario, può risultare meno efficace perché l’assunzione di farmaci agisce oltre che sui sintomi, anche su altre funzioni fondamentali. Possono migliorare le capacità verbali e cognitive, la memoria e la concentrazione, tutti aspetti importanti per l’ottimizzazione dei risultati della psicoterapia.
    Come appare chiaro Giorgio, io mi trovo in sostanziale accordo con quanto le propone la mia collega, che immagino conoscendo la sua storia e il suo quadro sintomatologico abbia valutato come la sinergia tra le due terapie possa aiutarla a superare il suo attuale problema. Capisco i suoi dubbi, molto comuni tra le atre cose. Le consiglio di parlarne con la sua terapeuta e di chiedere tutto quello che le è necessario per avere tutto più chiaro. C’è un altro aspetto, forse ancora più difficile per lei caro Giorgio, che è quello di fidarsi e affidarsi alla sua terapeuta, aspetto fondamentale ancora più di qualunque sinergia per il raggiungimento del miglior risultato per lei.
    Spero di esserle stata d’aiuto.
    Un caro saluto,

    Marzia Toscano
    Psicologa-Psicoterapeuta

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