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IL SIMBOLISMO TRASMUTATIVO DI DEREDIA AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI

deredia

Una mostra dedicata al grande scultore costaricano.
Chi l’ha detto che l’arte contemporanea è morta? Il Palazzo delle Esposizione ospita la mostra di un artista contemporaneo, per giunta ancora vivente, di grande rilievo: Deredia. Jorje Jimènez, in arte Deredia, nasce in Costa Rica nel 1954. Inizia la sua attività di scultore negli anni settanta sviluppando forme organiche modificate dall’ambiente e dalla forza di gravità, aspetti che caratterizzeranno tutta la sua produzione.

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A ventidue anni si stabilisce in Italia e da qui inizia a viaggiare per l’Europa entrando in contatto con i movimenti artistici di quegli anni. Infatti gli stimoli culturali e intellettuali con cui verrà a contatto muteranno la sua arte: immerso nel cinema fiorentino, Deredia approfondisce il suo interesse per l’arte rinascimentale. Alla base della sua visione della vita c’è la concezione di una dimensione globalizzante dell’essere e dell’universo che sviluppa nella sua arte ritornando alla cultura del suo paese, all’arte precolombiana. Comincia così ad osservare le enormi sfere granitiche prodotte dai Boruca rinvenute nelle foreste pluviali del Costa Rica. Quei manufatti ricchi di una misteriosa forza primordiale, muovono lo scultore verso studi sulla forma e la materia, ma soprattutto verso la simbologia di queste forme: la sfera e il cerchio. Anche l’assunzione del nome d’arte Deredia, sottolinea il suo ritorno alle origini della sua cultura come fonte di ispirazione sia creativa che filosofica. Nel 1985 realizza le prime “Genesi”, una serie di opere che descrivono fasi distinte di mutazione della materia nello spazio e nel tempo ponendo le basi del suo personale sistema di creazione basato sulla teoria del “Simbolismo Trasmutativo”. Nel 1988 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia, riscontrando un grande successo, poi nel 1999 la fabbrica di San Pietro gli commissiona la realizzazione della statua di San Marcellino Champagnant, da collocare in una delle nicchie michelangiolesche esterne. Con questa impresa Deredia diventa il primo artista non europeo presente nell’opera immensa di San Pietro. Dal 23 giugno fino al 13 settembre il Palazzo delle Esposizione accoglie le sue opere e le sue idee con una mostra intitolata “La Ruta de la Paz”, nome che riprende il progetto ideato dallo scultore. Idea colossale che prevede la realizzazione, in nove paesi del continente americano, dal Canada fino alla Terra del Fuoco, di nove complessi scultorei monumentali riconducibili al principio cosmico della sfera. Riprendendo le civiltà Maia, l’artista vuole riprodurre nei complessi scultorei le principali costellazioni dei nove Paesi interessati, attraverso l’allineamento delle sfere con le stelle. La mostra accoglie i progetti architettonici e le sculture in formato ridotto e opere monumentali in bronzo, mentre nei Fori Imperiali e lungo la Via Sacra saranno collocati 17 gruppi scultorei monumentali dell’artista. In quarant’anni di attività, Deredia ha creato opere monumentali per musei, ambienti e istituzioni pubbliche in undici diversi paesi d’Europa, dell’America e dell’Asia, vale la pena di andarlo a vedere! 

Emanuela Maisto
Urloweb.com