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Alla Biblioteca Arcipelago la presentazione del libro “Economia ed etica”

MONTAGNOLA – L’associazione 7+1 Ottavocolle promuove il 1 febbraio alle ore 17 presso la biblioteca Arcipelago via B. Croce 50 la presentazione del libro “Economia ed Etica” di Vincenzo Tangorra a cura di Giorgio Garonne e Stefano Zamboni.

Ne discuteranno con l’autore, economista e manager aziendale, la giornalista economica Teresa Erra, la prof Grazia Labate ricercatrice senior in economia dell’Università di York, U.K. e presidente dell’Associazione 7+1 ottavo colle APS, iscritta al Runts, la dott.ssa Monica Rossi, Presidente della commissione cultura dell’Ottavo Municipio. I saluti istituzionali saranno portati dall’Assessore alla cultura Maya Vetri.

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Giorgio Garonne Tangorra, pronipote del grande Economista Vincenzo, docente in economia e scienza delle finanze dell’università di Pisa, nonché Ministro del tesoro durante il primo governo Mussolini, da cui si dimette dopo neanche un anno di governo nel 1922, e per questioni di merito nel governo del ministero Tesoro e per questioni di etica personale e pubblica nei confronti della società e nei confronti di una politica di cui non condivideva strumenti e finalità di azione, affronterà  l’attualità del suo pensiero oggi. La grave crisi economica che stiamo vivendo, se in primo luogo ha evidenziato la fragilità di un intero modello di sviluppo economico, necessariamente pone degli interrogativi nel cercare di definire il legame fra etica ed economia, proprio per le gigantesche trasformazioni in atto, in cui spesso si smarrisce la finalità fondamentale: il benessere dell’intera umanità.

Ciò che si evidenzia sempre di più è la necessità di una discussione critica sul nostro modello di produzione della ricchezza: stiamo infatti assistendo alla crisi di un sistema basato su squilibri macroeconomici oramai insostenibili, su profonde e sempre più accentuate disuguaglianze sociali. Conduciamo un sistema di vita che si declina in un agire che spesso fa leva anche su un modello economico finanziario, fine a se stesso, in cui viene espressa l’idea che vi sia o debba esserci una separazione tra le ragioni dell’economia e le ragioni dell’etica.

La concezione economica che predomina nella cultura odierna, che opera a vantaggio di dinamiche individuali, egoistiche, basate unicamente sulla massimizzazione dei profitti, ha sistematicamente rimosso il riferimento a parametri etici. Fenomeni ormai evidenti di predazione della natura, con conseguenze catastrofiche per la vita umana e dell’intero pianeta, Pandemie prevedibili senza capacità previsionali di messa in campo di piani strategici per affrontarle. Sfruttamento e precarizzazione del lavoro e nel lavoro, sopravvento senza regole della tecnologia sulle modalità di vita e di relazione tra gli individui e nella collettività. Da qui la denuncia, costante nella dottrina sociale della Chiesa, verso un’economia ridotta a pura ricerca di profitto: «il principio della massimizzazione del profitto, che tende ad isolarsi da qualsiasi altra considerazione, del contesto sociale ed umano, è una distorsione concettuale dell’economia», scrive papa Francesco nell’enciclica Laudato si’.

In questo contesto appare di notevole interesse riprendere in mano la lezione offerta dalla scuola economica classica cristiano-sociale, che ha prodotto, a partire dall’Ottocento, una ricca riflessione sul sustrato etico, per così dire, del fatto economico. In Italia, il nome più noto è senz’altro quello di Giuseppe Toniolo (1845-1918), che ispirò prima della Grande Guerra il mondo cattolico in ambito sociale. Qui si colloca il testo di un autore meno noto, Vincenzo Tangorra (1866-1922), che fu il successore di Toniolo sulla cattedra di economia politica all’università di Pisa.

Di tutto questo discuteranno domani con l’autore per comprendere verso quale futuro ci dirigiamo e come può essere possibile ritessere la tela di un nuovo umanesimo.

Redazione