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LUCIO BATTISTI – ANIMA LATINA

Era il 1974 quando la coppia Battisti-Mogol, di ritorno da un viaggio in Sudamerica, lanciava sul mercato Anima Latina, secondo molti il progetto più ambizioso e l’apice della loro produzione. Il disco rimase in classifica per ben sessantacinque settimane, superando così le furenti critiche e le accuse di “scrivere solo canzonette” dai ritornelli facili e nazional-popolari. Nonostante lo straordinario successo de Il mio canto libero (1972) e il Nostro caro Angelo (1973), dischi capaci di hit memorabili di indiscussa bellezza come “La Collina Dei Ciliegi” e “Io Vorrei… Non Vorrei… Ma Se Vuoi”, Anima Latina è rivoluzione, un’opera concreta che è riuscita a sfondare il muro del tempo. Un disco disordinato, visionario e promiscuo dove al suo centro c’è l’erotismo, la perdita dell’innocenza, in cui le parole fanno sesso con una spiritualità provocando e rinnovando il proprio sangue. L’intero LP è un viaggio nel suono ricco di riflessi, accordi in 7/8 e sintetizzatori, che tracciano un percorso psichedelico tra latino-americano, pop e progressive rock. “Abbracciala Abbracciali Abbracciati”, “Anonimo”, “Gli Uomini Celesti”, “Anima Latina” e “Salame” rappresentano la spina dorsale del disco, tra suono futurista e rito, Battisti sembra riuscire ad attraversare, finalmente, lo specchio con il quale si era ammirato fino a quel momento. Seppur all’epoca nessun brano riuscì a radicarsi nell’immaginario collettivo del grande pubblico, Anima Latina è un’opera rock da riascoltare facendosi trasportare in questo gioco di specchi ricco di mistero, erotismo e seduzione (spaesamento).

Riccardo Davoli

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