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Nirvana – Nevermind

La copertina di “Nevermind”, secondo album dei Nirvana uscito nel 1991, è ancora tra le più iconiche del mercato discografico. Il bambino, Spencer Elden, venne fotografato immerso in una piscina dal fotografo Kirk Weddle, seguendo l’idea di Kurt Cobain, rimasto affascinato da un documentario sul parto in acqua. All’uscita del disco la stampa sembrò ignorarlo non dandogli importanza. Infatti, in un primo momento, fu recensito soltanto su riviste di settore e snobbato dal mercato dei big. Solamente il successo mondiale e incendiario di Smells Like Teen Spirit riportò l’attenzione delle major sui Nirvana. Con il senno di poi “Nevermind” rese popolare il movimento grunge di Seattle in tutto il mondo, sancendo in maniera definitiva l’arrivo del rock alternativo sulla scena pop. Parlare dei Nirvana voleva dire soffermarsi su Kurt Cobain e questo i media lo capirono presto. Folle, malinconico ed inquietante, Kurt visse il suo talento smisurato con ossessione e fragilità, non riuscendo mai a fare pace con la stampa. Tormentato dalle droghe, ed ancor più da sé stesso e dalla sua eccezionale popolarità, nel 1994 venne ritrovato nella sua casa di Seattle privo di vita, dopo essersela tolta. A soli 27 anni ci lasciava una delle icone più importanti dei nostri tempi. A distanza di trent’anni oltre alle corde logore di una Fender Stratocaster suonata da Kurt per una vita, si ode un sibilo, forse un ultimo sospiro per colmare il vuoto lasciato dalla sua scomparsa. Sembra necessario allora intonare ancora una volta un ultimo verso: meglio bruciare che spegnersi lentamente.

Riccardo Davoli

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