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ROGNE

La rogna è una malattia epidermica, fortunatamente ormai quasi debellata dalla civilizzazione, che attacca in modo piuttosto aggressivo strati e sottostrati di pelle, fino a creare bruciori irresistibili, ulcere e dolori. La rogna è diventata poi nel corso dei secoli, soprattutto a Roma, dove ogni immagine figurativa diventa panorama d’inesauribile comicità, un vero e proprio modo di essere, l’appellativo definitivo di una persona da evitare in quanto portatrice di pesantezza, di fardelli, insomma un rompiscatole. E proprio questo dev’essere stato il pensiero guida di Daniele D’Arcangelo e Luca Refrigeri nella stesura dei divertentissimi e urticanti personaggi del brillante testo che prende il nome proprio da questa fastidiosa malattia della pelle: Rogne, per l’appunto. Rogne è uno spettacolo immersivo che vive di dialoghi puntuti e ben strutturati, divertenti e acuti, che fa, letteralmente, girare continuamente la testa al pubblico nel tentativo di seguire una storia che si sviluppa sul palco, ma anche sotto, dietro o di lato a esso, che scherza col teatro utilizzando il palco come fulcro narrativo ma che, grazie a una regia sempre dinamica, riesce poi a espandersi per tutto lo spazio a disposizione, in una storia che, insomma, parte dal teatro, esce e ci ritorna, anche con una moto. Rogne è l’estensione tridimensionale e spaziotemporale di una trama semplice, lineare, che man mano diviene, grazie ai flashback e ai flashforward, un entusiasmante groviglio di tensioni narrative e vite umane reali, vere, pesanti, ma mascherate da una comicità sottile che, in modo furbo ma flebile, nasconde la pesantezza di alcuni vissuti propri di quest’epoca sotto strati di luccicante ironia e ritrovato eroismo. La rogna di Rogne nasce quando il cantante che sta per esibirsi al locale gestito da Mario non è affatto il figlio di Compay Segundo, tanto desiderato dal boss locale e proprietario per omaggiare la propria ottuagenaria madre, ma un chitarrista a cui la musica cubana, anzi, non piace proprio. Questa è la miccia che innesca, in un turbine di accadimenti ed equivoci, le rogne dei sei personaggi protagonisti. Andato in scena al Teatro Lo Spazio per una terza replica su acclamazione, rispetto alle prime due previste dal cartellone come premio per il secondo posto al Concorso Idee nello Spazio, Rogne ha conquistato il pubblico per il suo ritmo e la qualità della scrittura, ma anche per la bravura dei propri interpreti che rappresentano, ognuno a modo suo, la rogna definitiva di chi hanno accanto, un contrappasso reciproco che incendia l’avanzare di tutto lo spettacolo in un crescendo senza sosta. Rogne è uno spettacolo che emoziona ma che soprattutto diverte, che vive della grande sintonia tra gli attori, quasi tutti provenienti dalla scuola di teatro comico Movimento Comico, e della brillantezza dei propri dialoghi, in cui le splendide volte dipinte dai più rigogliosi sogni e obiettivi sembrano difficilmente raggiungibili dai personaggi che sono, invece, impossibilitati al volo e schiacciati sul pavimento dalle proprie e altrui rogne, creando così un grande affresco, questo sì, del vivere comune. Con Leonardo Aranci, Roberto Bertini, Riccardo Galati, Chiara Moretti, Giuseppe Simotti, Stefano Urcioli, per il testo e la regia di Daniele D’Arcangelo e Luca Refrigeri: Rogne.

Marco Etnasi

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