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EUR: il Museo della Civiltà Romana resta chiuso

Il Planetario dovrebbe riaprire il prossimo ottobre, mentre per la sala del Plastico si dovrà attendere il 2021

Tratto da Urlo n.176 Febbraio 2020

EUR – Sono ormai sei anni che il Polo Museale dell’Eur ha chiuso i battenti. Il 28 gennaio del 2014, infatti, le sale del Museo della Civiltà Romana, del Planetario e del Museo Astronomico dell’Eur, hanno smesso di accogliere i visitatori per procedere agli impellenti lavori di adeguamento, necessari per rendere sicuro il luogo di lavoro dei dipendenti della struttura. Ma a tre anni dalla chiusura l’iter sembrava essersi bloccato e la vicenda è tornata sotto i riflettori grazie all’attento lavoro di un gruppo di cittadini che hanno iniziato ad incalzare le istituzioni attraverso la pagina Facebook ‘Riapriamo il Museo della Civiltà Romana’. Adesso qualcosa sembra di nuovo muoversi, con l’annuncio della riapertura del Planetario per il prossimo ottobre; mentre per tornare a visitare le sale del Museo della Civiltà Romana e ammirare il plastico della Roma Imperiale, bisognerà attendere perlomeno il 2021.

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LE NUOVE SCADENZE

Sono queste le ultime notizie rese note durante la riunione della commissione Cultura di Roma Capitale del 22 gennaio scorso. In quella sede la Sovrintendenza ha fissato una serie di scadenze e i costi necessari a riaprire i battenti. Per rendere nuovamente fruibili tutte le sale del Museo della Civiltà Romana, servirebbero ancora diversi milioni di euro (si ipotizza tra i 10 e i 12). Ma intanto il Planetario potrebbe tornare in funzione già ad ottobre, dato che la prima tranche di lavori (circa 700mila euro il costo) sono già stati completati. Qualora, con una variazione di bilancio, si arrivasse poi allo stanziamento degli ultimi fondi necessari (600mila euro), si potrebbe tornare ad ammirare anche il plastico della Roma Imperiale, esemplare unico nel suo genere, ma non prima del 2021. Questo perché, una volta arrivata la variazione di bilancio (che andrà votata), sarà necessario bandire una gara, un procedimento che potrebbe portare via diversi mesi.

L’IMPEGNO DEL MUNICIPIO IX

Lo scorso dicembre il parlamentino di via Silone ha votato positivamente un atto della Commissione Cultura che chiedeva la riapertura del Polo Museale. A coordinare i lavori e le audizioni per stendere questo testo è stata la consigliera del M5S, Alessandra Tallarico: “L’atto che abbiamo proposto al Consiglio è frutto di un lavoro di squadra fatto in Commissione, grazie soprattutto al supporto di Conosciamo l’Eur, associazione culturale per portare la voce dei cittadini – spiega la consigliera – La prolungata chiusura del Museo ha suscitato moltissime proteste e migliaia di persone, tra cui anche archeologi, studiosi, intellettuali ed attori, hanno sottoscritto un appello che esprime preoccupazione per la conservazione e le condizioni delle opere e per sollecitare la riapertura”. Nel testo, che ha visto il voto positivo anche dei consiglieri di opposizione, vengono avanzate delle precise richieste: “Abbiamo chiesto che il Museo della Civiltà Romana venga riaperto in tempi brevi e sia nuovamente fruibile per la cittadinanza, inoltre che si determini con urgenza la previsione di spesa necessaria e che sia stanziata nel bilancio di previsione 2020 di Roma Capitale. Abbiamo anche sollecitato un sistema di sorveglianza per mantenere la sicurezza e il decoro dell’area interna ed esterna al Museo”. Naturalmente la consigliera si è espressa anche sul crono-programma presentato in commissione e sulla riapertura parziale dei poli museali: “È importante che il Planetario continui ad essere fruibile per la sua valenza progettuale ed educativa, ma è fondamentale anche la riapertura della sala del plastico: l’ente competente ci ha informati che per questa ancora ci sono ritardi nel collaudo delle opere, previsto a settembre 2019, e che non è stata ancora quantificata la somma necessaria per il resto del museo – seguita – Come presidente di commissione ho accolto anche l’appello di convocare a breve una seduta che consenta un dibattito sul ricorso al finanziamento in partenariato pubblico privato, il tutto per far tornare il Museo della Civiltà Romana al suo splendore”.

COSTI E RITARDI

La richiesta di coinvolgere privati in questa vicenda è stata più volte avanzata anche dai cittadini raccolti nel gruppo Facebook ‘Riapriamo il Museo della Civiltà Romana’: “Ci sono anche altri modi per trovare finanziamenti, come con il mecenatismo o i fondi europei, ma non sembra che si voglia percorrere queste strade. Ci sono tante grosse realtà imprenditoriali all’Eur ma non si vuole chiedere aiuto”. È questa l’impressione dei cittadini, espressa da Maurizio Sciarra, uno dei portavoce del gruppo. “Crediamo che i tempi non saranno rispettati per entrambe le scadenze – aggiunge Sciarra, alludendo alla possibilità che anche la riapertura del Planetario possa slittare – Soprattutto se si pensa che i collaudi dovevano avvenire a settembre ma non sono ancora stati consegnati. Speravamo inoltre in una riapertura della Sala del Plastico contestuale al Planetario: ma per riaprirla servono circa 600mila euro – aggiunge – e ancora non c’è il calcolo computo metrico”. Per il Museo poi ci vorranno ancora 10 o 12 milioni di euro, uno stanziamento che potrà essere effettuato solo in diversi anni, soprattutto viste le ben note difficoltà con cui vengono predisposti i fondi nella Capitale.

I TIMORI DEI CITTADINI

Alla luce dei primi sei anni di chiusura e con la prospettiva di uno stanziamento di ingenti fondi (forse) declinato su più annualità di bilancio capitolino, la speranza di tornare a visitare in tempi brevi il Museo della Civiltà Romana si affievolisce sempre più: “Purtroppo la chiusura durerà anni – affermano i cittadini – ci avviciniamo al 2032 e alla scadenza del vincolo”. Già, perché forse non tutti sanno che su questa struttura vige un vincolo di 90 anni imposto dal suo costruttore, il Senatore Agnelli. Quando l’edificio venne realizzato nel 1942, il Senatore lo donò all’allora Ente Eur con il vincolo di ospitarvi all’interno questo Museo fino al 2032, anno in cui questi spazi torneranno nelle piene disponibilità di Eur Spa. “Abbiamo paura che l’intenzione sia quella di utilizzare questi locali come un magazzino – aggiungono i cittadini – Dal quale attingere per riempire mostre ed esposizioni in tutto il mondo”. Al momento infatti ci sono circa 50 pezzi provenienti dal Museo esposti ai Mercati Traianei, mentre è appena terminata una mostra a Tampere, in Finlandia, dove sono stati esposti 8 pezzi provenienti dall’EUR. “Il vero problema è che nessuno dei ricavi derivanti da queste esposizioni ricadrà sulla struttura che dovrebbe per vocazione ospitare questi pezzi”. Il Museo resta quindi chiuso, per il momento fino a data da destinarsi. Unica consolazione è che alcuni dei suoi pezzi potranno comunque essere osservati in giro per il mondo, mentre già un intero ciclo scolastico di studenti romani ha saltato la visita a questo Museo.

Leonardo Mancini