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Termovalorizzatore di Santa Palomba: i cittadini tornano a manifestare

L’appuntamento lanciato da comitati e associazioni è in via Silone, davanti la Presidenza del Municipio IX

MUNICIPIO IX – Il 5 luglio è atteso il pronunciamento del TAR del Lazio in merito ai ricorsi dei cittadini e delle associazioni contro la realizzazione del termovalorizzatore a Santa Palomba al confine del Municipio IX. Intanto i cittadini e le realtà contrarie a quest’opera hanno organizzato una manifestazione per il 3 luglio alle 17.30 in via Ignazio Silone 100, davanti alla Presidenza del Municipio IX. Il fine, spiegano gli organizzatori, è quello di “sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inceneritore di Santa Palomba e chiedere soluzioni alternative più sostenibili per la gestione dei rifiuti”.

ASCOLTO E TRASPARENZA

Gli organizzatori della manifestazione hanno sottolineato in una nota il mancato dialogo in questi mesi con il Sindaco Gualtieri e con la Giunta, in particolare con l’Assessora Alfonsi che detiene la delega ai rifiuti. “Il Sindaco e l’Assessore sembrano restii ad intraprendere un dialogo costruttivo riguardo all’inceneritore – affermano – Questa mancanza di apertura al confronto rappresenta un ostacolo alla ricerca di soluzioni migliori e alla partecipazione attiva dei cittadini”.

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TERRITORI VIRTUOSI

Tra le argomentazioni portate a sostegno della tesi contraria al termovalorizzatore, c’è il buon risultato del Municipio IX e dei territori limitrofi in termini di raccolta differenziata, riciclo e colture biologiche. “Realtà – spiegano i cittadini – che non dovrebbero essere penalizzate con l’implementazione di un inceneritore che andrebbe a discapito della salute pubblica e dell’ambiente”. A sostegno di queste tesi si torna a sottolineare come “In Europa, sempre più città stanno abbandonando l’utilizzo degli inceneritori – aggiungono – Tale tendenza è basata sui numerosi studi scientifici che dimostrano gli effetti negativi che questi impianti hanno sull’ambiente e sulla salute pubblica”. Il tutto a fonte di “alternative valide alla pratica dell’incenerimento dei rifiuti”. Tra queste naturalmente viene citato il riciclaggio dei rifiuti, oppure l’adozione di tecnologie moderne e a basso impatto per il trattamento dei rifiuti organici, come il recupero di materia sotto forma di fertilizzanti naturali di alta qualità.

LA PROCEDURA EUROPEA

Intanto, in attesa della manifestazione del 3 luglio, questa mattina il Comitato No Inceneritore a Santa Palomba, il Comitato di Quartiere Santa Palomba, il Comitato #perlefuturegenerazioni, l’Associazione VAS e Italia Nostra Castelli Romani, hanno indetto una conferenza stampa in piazza del Campidoglio in merito alla procedura EU pilot n. 2019 (9541) ENVI relativa alla gestione dei rifiuti nel Lazio e a Roma. Una vicenda che, come riferito dai responsabili delle associazioni e dei comitati, potrebbe avere un peso anche sulla prossima pronuncia del TAR (il 5 luglio). Si tratta della fase precontenziosa della procedura di infrazione che si svolge tra la Commissione europea e lo Stato membro e in questo caso, vista la materia che costituisce l’oggetto della procedura, tocca direttamente anche la questione del termovalorizzatore di Roma. “Questi documenti andavano resi pubblici alla città ma su questo tema evidentemente la trasparenza è stata disattesa. Con le carte che abbiamo chiesto potremo sfatare il mito di un consenso europeo all’inceneritore, che non c’è – ha commentato il portavoce del Comitato, Alessandro Lepidini – In questa città, che sembra essere diventata di cortigiani, c’era bisogno di un dibattito pubblico. Perché questo mega-impianto che brucerà rifiuti ce lo porteremo dietro fino al 2050, anno della neutralità climatica. È vergognoso e un abominio ambientale che Roma non merita”. La documentazione sulla procedura europea non sarebbe però stata depositata al TAR da parte dello Stato italiano: “La mancata trasparenza anche dello Stato italiano non è una novità, non a caso parliamo di fronte unico dell’incenerimento – ha concluso Lepidini – Questa documentazione che abbiamo chiesto è in possesso della presidenza del Consiglio ed erano tenuti a depositarla al Tar, perché riguarda la gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio e si focalizza sull’inceneritore. Non solo c’è stata opacità ma forse anche un comportamento che sotto il profilo processuale è scorretto e grave”.

LeMa