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I-60: le repliche di Municipio e Coordinamento all’Aic

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Catarci: il Fosso c’è, lo abbiamo visto. Coordinamento Stop I-60: non ci fermiamo andremo avanti

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LE REPLICHE – Dopo l’intervista al Presidente dell’Aic, Riccardo Farina, sulla vicenda del Fosso delle tre Fontane, abbiamo ricevuto delle repliche da parte del Presidente del Municipio VIII Andrea Catarci e del Coordinamento Stop I-60.

DAL MUNICIPIO VIII – Il Presidente Catarci ci tiene a rimarcare la valenza di questa battaglia: “Altro che piccola campagna locale, qui stiamo tutelando il territorio, l’interesse collettivo e la legalità”. Nei confronti delle dichiarazioni del Presidente Farina in cui afferma che le Istituzioni municipali non conoscono l’area, Catarci ha poi aggiunto: “Non capiamo perchè noi non dovremmo conoscerla. Sono loro che ci sono capitati per caso, non noi che questo Municipio lo tuteliamo tutti i giorni. Siamo stati sul posto – aggiunge – ci siamo convinti della presenza del fosso per un solo motivo: lo abbiamo visto”. Nell’interpretazione dell’Aic il Presidente Catarci non rivela nulla di nuovo: “Ogni oste afferma che il proprio vino è buono, figuriamoci se una delle componenti principali che costituiscono il consorzio possa ammettere i propri errori. Va sottolineata una cosa – seguita – evidentemente l’abbaglio non l’hanno preso solo Catarci e Miglio, ma anche la Procura che ha sequestrato un fosso, nonché la Regione che ha tolto il vincolo di un fosso, affermandone l’esistenza”. Rimette i giudizi di merito nelle mani della Magistratura che si sta occupando delle indagini: “Se poi sarà un abbaglio l’inchiesta in corso si risolverà presto in una bolla di sapone e loro riprenderanno i lavori. Ma io non penso che questo succederà, dato che la realtà è un’altra”. Il Presidente Catarci seguita parlando di irregolarità nel cantiere: “Per i dati in nostro possesso, quello è un cantiere con molte illegalità, non solo sulla vicenda del Fosso che abbiamo portato alla ribalta, ma ci sono altre irregolarità portate alla luce dalla Sovrintendenza nei confronti dei casali che si sono, a quanto pare, autodistrutti e su cui vige ancora uno spazio di rispetto non contemplato nel progetto. È un cantiere illegale – sottolinea Catarci – sono stati aperti passi carrabili e uffici vendite abusivi, tutti sanzionati, ma è stato anche rilevato un furto continuato di acqua dalla limitrofa scuola di via Berto. Questo è tutto tranne che un buon cantiere, nonostante i costruttori pensino che tutto vada bene, noi continuiamo ad affermare che quel progetto va rivisto e che la convenzione non ha più ragion d’essere”.

IL COORDINAMENTO STOP I-60 – ha voluto rispondere alle dichiarazioni del Presidente dell’Aic, affermando che: “Noi cittadini comprendiamo lo sconforto di chi sente la sconfitta che incombe, questo però non ci impedisce di replicare alle accuse del presidente dell’Aic Riccardo Farina. Respingiamo con forza l’appellativo di corporativi, siamo soltanto cittadini che difendono i propri diritti, anche se questo termine può essere lontano dal sistema etico-valoriale di chi fa impresa nel modo spregiudicato che è sotto gli occhi di tutti. Soprattutto – aggiungono – ci colpisce il continuo riferimento al denaro, al valore delle opere che il consorzio Grottaperfetta si appresterebbe a mettere in atto, ai milioni di euro enumerati quasi fossero caramelle. È ovvio che ci muoviamo su piani completamente diversi. Il riferimento al ricatto occupazionale è roba d’altri tempi, non fa più presa su nessuno. Pensino piuttosto gli imprenditori, ai danni che procurerebbero a migliaia di cittadini con un inquinamento ambientale senza precedenti, uno stress continuo per l’aumentato volume di traffico, il pericolo di danni idrogeologici che cercano di glissare presentando in giudizio documenti privi di qualsiasi validità giuridica. Noi – concludono – non ci fermiamo, andremo avanti fino in fondo con tutti gli strumenti a nostra disposizione”.

Leonardo Mancini