Home Notizie Cronaca Roma

I-60: annunciata la realizzazione del nuovo Centro Civico

Il Municipio chiede un’assemblea per parlare di mobilità e ricadute sul territorio

Tratto da Urlo n.182 Settembre 2020

GROTTA PERFETTA – Sono già molti gli edifici realizzati (tanti dei quali anche abitati) all’interno dell’intervento urbanistico I-60 lungo via Grotta Perfetta, tra Roma 70 e Montagnola. Le previsioni (ormai datate come gli studi sul traffico) parlano di oltre 5.000 nuovi residenti che nei prossimi anni andranno a pesare sul quadrante, sui suoi servizi e sulla mobilità della zona. Negli ultimi anni i cittadini, raccolti prima in Comitato e poi in un Coordinamento, hanno in più occasioni cercato di bloccare (o quantomeno limitare) questo intervento urbanistico. Oltre alla presenza di importanti reperti archeologici, tra i quali farebbe bella mostra una villa romana, non sono mancate nemmeno le vertenze legali per la presunta tombatura del vicino Fosso delle Tre Fontane. Ma se la sorte del fosso è finita nelle aule dei Tribunali e i reperti sono tornati sotto terra, il 3 agosto scorso la Sindaca Raggi è tornata a parlare di questa zona annunciando l’avvio del cantiere di un centro civico polifunzionale, un progetto che, scrive la Raggi, “i cittadini aspettavano da tempo. Ora finalmente inizia a prendere concretamente forma”.

Ads

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

L’opera in questione non è di certo una novità, sono infatti oltre dieci anni che si parla della sua realizzazione in compensazione di quanto i privati stanno edificando in zona. “Il progetto è frutto di un concorso internazionale di progettazione vinto nel 2007 dallo studio Alvisi Kirimoto e partners – ricorda l’Assessore all’Urbanistica, Luca Montuori – Il Centro Civico comprende una biblioteca, una sala conferenze, una sala espositiva, un infopoint e delle sale polivalenti a servizio degli abitanti del quartiere. L’asilo nido, progettato per accogliere 60 bambini, ospita tre sezioni”. L’assessore Montuori si è poi concentrato sulla qualità architettonica del progetto: “L’intervento prevede edifici che, inserendosi armonicamente nel contesto, sono concepiti per sfruttare al massimo le opportunità offerte dall’utilizzo delle energie rinnovabili, riducendo gli impatti ambientali – e ancora – Al centro si estende il parco che costituisce il punto di partenza e di vista per l’area adiacente di Tor Marancia ed è collegato attraverso percorsi pedonali e ciclabili alle aree limitrofe”. Il tutto, aggiungiamo noi, quando l’area prospicente del Parco di Tor Marancia risulterà finalmente fruibile completamente.

NULLA DI NUOVO

Le critiche agli annunci del Campidoglio non sono di certo mancate e si sono concentrate soprattutto da parte della politica locale e dei rappresentati dei cittadini impegnati nella battaglia contro le edificazioni dell’I-60. Il Pd locale, con la consigliera Antonella Melito, ha puntato il dito contro la Sindaca, che sarebbe rea di ‘vendere’ come fosse nuovo un progetto alquanto datato, “senza nemmeno dare le tempistiche circa l’eventuale inizio dei lavori. Inoltre si tratta di opere a scomputo, opere di urbanizzazione secondaria, ex intervento urbanistico I-60, ovvero oneri concessori già previsti. I cittadini dal proprio sindaco, che governa ormai da più di quattro anni, si sarebbero magari aspettati l’apertura del parco di Tor Marancia. Se la Raggi fosse stata il nuovo avrebbe fatto in modo che le opere di urbanizzazione secondaria in quel quadrante fossero iniziate contemporaneamente al venir su di decine e decine di palazzi. Opere dovute per le quali il prezzo pagato dal territorio è altissimo”. Un costo difficile da stimare secondo il Coordinamento Stop I-60. Dalla mobilità dell’area, già a livelli critici su via di Grotta Perfetta, passando per le battaglie contro il consumo di suolo e per la salvaguardia dell’ambiente e dei reperti archeologici, ciò che le nuove edificazioni hanno rappresentato e stanno rappresentando difficilmente sarà sanato con un centro civico e con un asilo. Inoltre dal Coordinamento, Giuseppina Granito, all’indomani dell’annuncio della sindaca, ha posto una questione semplice e che avrebbe potuto, se le ragioni dei cittadini fossero state ascoltate in passato, accrescere il valore del progetto anche dal punto di vista della comunità. La domanda posta è semplice: come mai non si è potuto immaginare un centro civico integrando i reperti archeologici che invece sono stati prontamente ricoperti?

DIALOGO COL TERRITORIO

In Municipio VIII forze politiche e consiglieri non possono dimenticare le problematiche avanzate dai cittadini nel corso degli anni, così come non si possono cancellare proteste, manifestazioni e azioni legali con la realizzazione di un centro civico. L’attenzione in questo frangente, afferma il consigliere Pd e presidente della commissione Urbanistica, Luca Gasperini, deve comunque essere rivolta in primis ai residenti: “Auspichiamo un piano effettivo del Campidoglio che affronti i problemi sollevati anche dai cittadini. Come Municipio siamo pronti a collaborare come sempre abbiamo fatto al fine di trovare soluzioni migliori per la cittadinanza”. La richiesta è quindi quella di tornare ad aprire un dialogo con le associazioni e i comitati, magari anche coinvolgendo i rappresenti politici locali. Per farlo il Presidente Amedeo Ciaccheri ha chiesto al Campidoglio di organizzare un incontro, un’assemblea pubblica: “Una notizia che apre immediatamente alla necessità di una restituzione con il territorio – sottolinea il minisindaco – Inviteremo la Sindaca e l’Assessore all’Urbanistica ad illustrare alla cittadinanza insieme al Municipio: i tempi di realizzazione, le funzionalità pubbliche e soprattutto gli aspetti relativi alla ricaduta sulla viabilità e la tutela e la valorizzazione dei beni storici”. Intanto anche dal centro destra arrivano le reazioni all’annuncio della Sindaca, cercando però di non dimenticare il passato e quello che ha rappresentato questa vicenda nel corso degli anni. È il consigliere leghista, Simone Foglio, a sottolineare come “quando si realizza uno spazio destinato ai cittadini c’è sempre da essere felici. Purtroppo non si può dimenticare che questo progetto è atteso da oltre dieci anni, durante i quali su questa edificazione, sui progetti, sull’ambiente, sulle cubature e sulle procedure urbanistiche è stato detto tutto e il contrario di tutto, spesso anche a fini elettorali – e ancora – Non vorremmo che questo annuncio si inserisca in questa tradizione”.

Leonardo Mancini