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Ex Mira Lanza: ci si interroga sulla pericolosità del “museo abusivo”

Nell’ex complesso industriale è stato creato uno spazio espositivo tra rifiuti e stabili pericolanti

Negli edifici dell’ex fabbrica di sapone in zona Marconi, inutilizzata dal 1957 e soggetta a incendi e atti vandalici, sono state realizzate delle opere che l’Associazione 999 Contemporary invita a visitare, a rischio e pericolo degli avventori

IL MUSEO – Il fatto in sé, per ogni amante di street art, incuriosisce e fa pensare a un’iniziativa meritevole di attenzione. Ed è con questo spirito che ci si avventura negli stabili dell’ex Mira Lanza, la fabbrica di sapone costruita nel 1899 e chiusa nel 1957. Una parte di questi edifici di pregio, negli anni ’90, venne restaurata e attualmente, proprio qui, sorge il Teatro India. Un’altra parte, invece, fu oggetto di abbandono, incendi (l’ultimo nel 2014) e atti vandalici. L’Associazione 999 Contemporary, attiva sul territorio soprattutto nella promozione di street art, da quest’estate ha pubblicizzato le opere di Seth, artista parigino, che ha “colorato” proprio la parte di Mira Lanza più malridotta. Gli stabili, ovviamente, non sono accessibili al pubblico ma con la promozione di queste opere la galleria ha invitato gli avventori a visitare questi spazi, munendosi di vestiti comodi e non aspettandosi bagni o gift shop, essendo consapevoli, inoltre, di violare le regole.

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I RISCHI PER I VISITATORI – Fin qui tutto bene, l’adrenalina scatenata dal proibito è qualcosa, per molti, irrinunciabile. E il fatto che una nota galleria promuova la visita appare come garanzia che si stia entrando in un’area quantomeno sicura. Ci si avventura, quindi, senza paura, in un pertugio dietro a dei cassonetti in via Amedeo Avogadro, si percorre una stradina sterrata in mezzo alle sterpaglie e al mangime per i gatti, e si arriva all’entrata. Attraverso la visita si possono vedere le opere di Seth sparse sui muri e non si può mettere in dubbio la pregevolezza dell’operazione artistica. Si tratta di street art e si ammette che venga fatta dal giorno alla notte, contro le regole, in spazi urbani anche “proibiti”. Su questo non si rimane di certo scandalizzati. Ma ciò che appare a prima vista, per chiunque sia andato a vedere con i propri occhi, è un ambiente pericoloso. Le travi sono pericolanti, proprio sopra l’entrata ci sono delle tegole precarie. Rifiuti di qualsiasi tipo sono gettati ovunque e gli angoli sono divenuti latrine pubbliche. Tutto questo fa da contorno a un’operazione pubblicizzata come “museo”, quindi apparentemente sicuro. Di fatto, invece, si tratta di un luogo abbandonato a cui si accede a proprio rischio e pericolo, come si farebbe in qualsiasi altro posto inutilizzato e pericolante, ma in cui è palese il divieto di accesso e ci si va rischiando grosso, sia in termini di incolumità personale, sia in violazione della legge. Qui si invita, all’opposto, ad entrare e visitare, ma proprio dietro l’angolo si nasconde un insediamento abusivo con tanto di cani di grossa taglia non propriamente amichevoli. E i pericoli sono evidenti, sommandosi l’uno sull’altro, rendendo questa operazione sì interessante artisticamente parlando, ma un reale pericolo per chi, inconsapevolmente, si avventura nell’escursione.

L’INTERROGAZIONE – Qualcuno, ovviamente, si è accorto che l’operazione non può essere del tutto oggetto di stima, se non addirittura tacciabile di indurre le persone a correre un pericolo serio, dovuto dall’inagibilità dell’area, attualmente, da quanto è stato reso noto, richiedendo anche un contributo per entrare ed effettuare la visita.
Valerio Garipoli, Capogruppo FdI al Municipio XI, ha definito lo spazio un “museo abusivo” e ha presentato un’interrogazione perché si faccia luce sulla vicenda, anche in termini di autorizzazioni. “Tale museo – ha dichiarato – tra viale Marconi e il Gasometro, viene considerato in maniera assurda dal sito www.aplacetobe.net ripugnante, infernale, spettrale, provocatorio e giustificato come atto illegale di disobbedienza civile. Un vero e proprio giro turistico abusivo versando per di più una piccola somma di denaro. Il Gruppo Fratelli d’Italia in Municipio XI – conclude Garipoli – ha ritenuto opportuno predisporre un’interrogazione in merito visto che non si conoscono né i termini di autorizzazioni sulla realizzazione di tale opera in un complesso ad alta pericolosità né sono stati rivisti i termini di agibilità e di transito alle persone nell’area transennata né vi è alcuna documentazione inerente la bonifica ambientale. Inoltre si è provveduto a comunicare tale criticità anche al Comandante del Gruppo XI Marconi Polizia Locale e all’Assessorato al Patrimonio di Roma Capitale. I cittadini del Municipio Roma XI e i residenti del quadrante Marconi meritano rispetto delle regole, legalità e soprattutto sicurezza”.

GLI OCCUPANTI – Alcune settimane dopo l’inaugurazione una famiglia composta da marito, moglie e figlio si è stabilita negli spazi dell’ex Mira Lanza. Attualmente la stessa gestisce il museo, con visite guidate, consegna di depliant e gestione di un bookshop dove per 30 euro si può acquistare il libro della mostra. Tutto il ricavato è devoluto agli stessi occupanti. Il tutto è stato reso noto in un video in cui si illustra l’operazione. Resta il fatto che la fatiscenza degli stabili è tangibile e che la pericolosità dell’area non viene mitigata dalla provocazione artistica. Su questo, probabilmente, bisognerà prendere dei provvedimenti perché l’incolumità delle persone è la prima cosa che va salvaguardata, a prescindere da tutto.

Serena Savelli

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