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L’urbanistica a Magliana e il ritorno delle “ex”

Si riaccendono i riflettori sugli edifici dell’ex Buffetti e dell’ex Saferrot

Tratto da Urlo n.155 marzo 2018

MAGLIANA – Nel quartiere ci sono due stabili che sembrano legati da un comune destino amministrativo. Parliamo di due grandi “ex” della Magliana: l’ex Buffetti e l’ex Saferrot. In queste ultime settimane si è riaccesa l’attenzione anche su quest’ultima struttura di vecchia realtà industriale del quartiere, il cui progetto edilizio sembrerebbe essersi bloccato.

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EX SAFERROT – Sulla struttura di via Sillano c’è stata la richiesta di un Piano Casa (la legge regionale della Giunta Polverini che prevede un aumento delle cubature di un immobile). Il procedimento, seppure osservato da vicino dalle componenti politiche locali, sembrava avviato, poi la notizia: “Il Piano Casa non si farà – hanno comunicato in una nota esponenti locali del Pd Gianluca Lanzi e Daniela Gentili – Questa è una vittoria dei cittadini e del Pd che alcuni mesi fa ha segnalato con un esposto la non conformità dell’intervento urbanistico”. Abbiamo ascoltato in merito la Consigliera del Pd Giulia Fainella, Presidente della Commissione trasparenza, che in più di un’occasione si è occupata di questa vicenda. “Da quando è stata presentata la richiesta abbiamo iniziato a domandare chiarimenti, ma è grazie a un accesso agli atti che abbiamo ricostruito l’iter – spiega Fainella – La richiesta di Piano Casa è stata presentata al Municipio invece che al Comune. Inoltre sullo stabile esiste già il PRU Magliana – Piano Recupero Urbano del 2001, ndr – che prevedeva anche la realizzazione di alcune opere pubbliche, come una Biblioteca e una terrazza sul Tevere, tutti interventi che con un Piano Casa non si faranno”. Ora, quindi, il Dipartimento comunale avrebbe bloccato il progetto: “È stata anche richiesta la verifica dei luoghi – aggiunge Fainella – La struttura che i privati vorrebbero costruire è un supermercato, che creerebbe problemi alla mobilità sulle strette vie d’accesso. Inoltre, assieme alla richiesta, sono stati versati degli oneri, che probabilmente il Municipio dovrà restituire”. Le conferme su quanto ricostruito dalla Consigliera Fainella arrivano dall’Assessorato municipale all’Urbanistica: “Noi abbiamo un Prg moderno risalente al 2008 – afferma l’Assessore Luca Mellina – leggi come il Piano Casa che lo derogano ci sembrano strumenti aberranti, che stravolgono processi come i PRU e i PRINT (Programma Integrato, ndr)”. Si parla di procedimenti urbanistici che hanno un forte valore per i territori in cui insistono, sia perché “lasciano” ai quartieri delle opere migliorative, sia per la natura partecipativa della progettazione. “Il Piano Casa per la ex Saferrot – continua Mellina – è stato presentato in Municipio XI tra luglio e agosto del 2016. Ci consultammo anche con l’opposizione e sono partite delle indagini interne”. In questo caso la richiesta aveva tre problemi fondamentali: innanzi tutto era stata presentata con un PRU in corso e in stato avanzato; inoltre, vista la grande superfice interessata, doveva essere inviata al Comune e non al Municipio; infine esistevano dei condoni edilizi, altro elemento che indirizza il procedimento al Comune. “Il nostro ufficio tecnico ha scritto al segretariato e al Dipartimento comunale, che ha respinto il progetto. Ora – seguita Mellina – i privati hanno due possibilità: procedere con il vecchio PRU oppure chiederne il ritiro”. Nella prima ipotesi il progetto avrebbe una valenza importante sul quadrante, al contrario si andrebbe a configurare un “danno sociale”: “Questo – spiega l’Assessore – dovrà essere rimborsato al Municipio, probabilmente proprio con gli oneri già versati alla presentazione del Piano Casa”.

EX BUFFETTI – La seconda struttura in attesa di interventi, sulla quale ricade ancora una volta la richiesta di Piano Casa, è il fabbricato dell’ex Buffetti in via della Magliana, sul quale insiste un PRINT (Programma Integrato). “Qui si è fatta una lunga progettazione partecipata che aveva previsto un auditorium, delle botteghe per artisti e l’allargamento del ponticello di via Baffi e di via di Villa Bonelli – continua la Consigliera dem Giulia Fainella – Se sull’area dovessero arrivare delle abitazioni avremmo nuovi residenti senza opere sulla mobilità per sostenerli. Un dramma per il quadrante, tanto che nel 2013 in Municipio sostenemmo la nostra contrarietà al progetto, chiedendo di dare seguito al PRINT”. Ma la stessa procedura amministrativa utilizzata fin qui per la ex Saferrot potrebbe essere attuata anche sul fabbricato di via della Magliana. “Qualora l’iter sia abbastanza avanzato – spiega Mellina – anche qui potrebbe non essere più possibile richiedere il Piano Casa”. In tal caso si riaprirebbe la possibilità di ottenere opere importanti. Ma i problemi di questo stabile non sono solo urbanistici. Da anni il Municipio punta a ottenere la rimozione dell’amianto che ricopre alcune aree dell’edificio: “Negli anni abbiamo presentato tantissime richieste per la bonifica – spiega Fainella – ci fu anche l’ordinanza del Commissario Tronca, ma i proprietari ricorsero al Tar contro il provvedimento e non si è potuto procedere”. Una vicenda questa molto sentita dai residenti della zona: “È un problema di sicurezza rilevato anche dalla Asl – seguita Mellina – è strano che i privati continuino con cause giudiziarie per cercare di evitare la rimozione”. Come già riportato in passato, il Municipio aveva avviato le richieste per ottenere la rimozione in danno. Proprio su questo sembrava esserci stata un’apertura da parte dell’amministrazione Raggi, con il Gabinetto della Sindaca che nel novembre 2017 aveva confermato che “l’esecuzione del provvedimento sarà effettuato d’ufficio con recupero delle spese sostenute dall’amministrazione da effettuare in danno, ovvero da addebitare alla società inottemperante, attualmente proprietaria dell’immobile, la BETA srl”. Purtroppo di questo intervento non c’è ancora notizia. “Stiamo sollecitando – spiega Mellina – purtroppo l’intervento non si limita alla rimozione, ma dovrebbe comprendere anche la messa in sicurezza della struttura, per evitare richieste di danni da parte dei privati. Inoltre a marzo si dovrebbe arrivare alla chiusura del procedimento amministrativo iniziato dai privati e arrivato fino al Consiglio di Stato”.

Leonardo Mancini