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Muratella: partita la demolizione dell’ex centro direzionale Alitalia

La riqualificazione dell’area abbandonata da 15 anni passa attraverso la realizzazione di servizi e 1.300 appartamenti

MURATELLA – È iniziato questa mattina l’abbattimento dell’ex Centro direzionale Alitalia di Muratella, nel Municipio XI. Sono quattro gli edifici ormai abbandonati da anni che verranno abbattuti per l’avvio del progetto di riqualificazione dell’intera area, circa 106.756,00 mq, ricadente nella Collina Muratella. Ad assistere alle operazioni il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l’Assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia e il Presidente del Municipio XI, Gianluca Lanzi insieme ai rappresentanti di CPI, proprietaria dell’area: l’Ing. Giuseppe Colombo, Amministratore Unico, il Dott. Mirko Bertaccini, General Manager e l’Ing. Michele Dal Prato (Direttore Tecnico).

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L’ABBANDONO DELL’AREA

Lo stato di abbandono dell’ex quartier generale della vecchia compagnia di bandiera Alitalia dura da quasi 15 anni. Inaugurato nel 1991, era un centro direzionale all’avanguardia con cinque edifici collegati tra loro da una serie di tunnel che consentiva di spostarsi da una palazzina all’altra restando sempre all’interno delle strutture. Al suo interno anche due auditorium, una sala stampa, una mensa per oltre 1000 persone, parcheggi per oltre 3000 posti auto e la ricostruzione parziale di una cabina di aereo e il simulatore di volo di un B747 con pannello di comando esterno. Nel 2002, l’Alitalia, a seguito della crisi che l’ha colpita, ha venduto il complesso ad una holding immobiliare, restando in affitto fino alla fine del 2008, quando il Centro Direzionale fu dismesso completamente a parte la palazzina A che è stata riutilizzata come sede di uffici da alcune multinazionali. Il Centro oggi versa in uno stato di abbandono e degrado anche a causa degli incendi che tra il 2019 e il 2020 hanno coinvolto alcune palazzine del compendio.

GLI INTERVENTI INIZIALI

Le operazioni per l’abbattimento dei quattro edifici dureranno circa 18 mesi. Oltre alla demolizione degli edifici B-C-D-E dell’ex Centro direzionale, l’investimento della proprietà, del valore di circa 300 milioni di euro complessivi, prevede la realizzazione di circa 1.300 unità abitative, di cui 320 destinate alla locazione a canone calmierato per l’edilizia sociale. Sarà poi edificato un plesso scolastico (primaria e secondaria) con auditorium, un supermercato e attività commerciali di vicinato. Verrà messo in piedi un sistema della mobilità che incentivi l’uso dei mezzi pubblici e la condivisione dei mezzi di trasporto (bikesharing, car-pooling e car-sharing). È inoltre prevista la valorizzazione ambientale dei luoghi, con la creazione di nuove aree verdi, percorsi pedonali e ciclabili, in stretta connessione con la Riserva Naturale Regionale Tenuta dei Massimi.

LE DUE AREE DI INTERVENTO

In particolare, il progetto può essere suddiviso in due parti: il comparto edilizio, dove è prevista la realizzazione degli edifici residenziali e commerciali e delle opere pubbliche di urbanizzazione secondaria (plesso scolastico con auditorium); le aree pubbliche da riqualificare che comprendono aree a verde, infrastrutture stradali e parcheggi (opere di urbanizzazione primaria). Il comparto edilizio si articolerà attorno a una piazza pedonale: sarà attraversato da un percorso ciclo-pedonale centrale che si snoda lungo la zona a servizi (plesso scolastico ed auditorium), servirà le unità di edilizia residenziale libera e sociale e raggiungerà la piazza che ospita negozi di vicinato, pubblici esercizi e spazi ludico-sportivi.

IL PIANO CASA

Sulla vicenda non è mancato l’intervento del deputato di FdI, Luciano Ciocchetti, che ha voluto ricordare l’iter dietro questa iniziativa urbanistica: “Vorrei ricordare che questo intervento di rigenerazione urbana con demolizione e ricostruzione è stato possibile grazie al Piano Casa Regione Lazio (legge 21/2009 e successive modificazioni) che fu fatto approvare nel 2011 e nel 2012, e che fu voluto dal sottoscritto, allora in qualità di assessore all’urbanistica, e dal presidente Polverini. Il permesso a costruire rilasciato da Roma Capitale – aggiunge – è stato fatto in forza di quella legge. Legge che per la prima volta ha unito l’interesse pubblico con quello privato. In particolare obbligando che chiunque faceva trasformazione urbana con cambio di destinazione d’uso dovesse riservare, con atto d’obbligo, il 30 per cento della Sul (superficie utile lorda) ad alloggi a canone sociale. Dispiace che il sindaco Gualtieri e l’assessore Veloccia abbiano dimenticato tutto questo”.

Redazione