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Approvazione del dl Ronchi. I servizi idrici passano in gestione ai privati

acqua

Il movimento italiano per l’acqua bene comune contesta. E si organizza.
L’iter parlamentare del decreto Ronchi (dl 135/09) approvato con il voto di fiducia e convertito in legge dello Stato sancisce, nell’art 15 del pacchetto “antinfrazioni”, la gestione privata delle risorse idriche.
La gestione e non la proprietà, giacché, come ha fatto notare lo stesso Ronchi in una dichiarazione d’agenzia ”si è detto strumentalmente che abbiamo privatizzato l’acqua. Questo è semplicemente una strumentalizzazione politica che non corrisponde alla realtà e che respingiamo al mittente. L’acqua è, resta e sarà un bene pubblico non privatizzabile”.
Chi indubbiamente non è mai stato convinto sono i cittadini, le associazioni non governative e alcuni pezzi delle istituzioni che hanno tentato, all’ombra dei media tradizionali, di far valere la propria posizione in virtù del fatto che l’acqua è un diritto, e non una merce.
Nel corso di questi mesi si è creata una rete, il “forum italiano dei movimenti per l’acqua”, che riunisce realtà anche distanti tra loro (utenti di Aprilia, missionari comboniani, attivisti di ATTAC e di sigle ambientaliste). Sono state organizzate tante iniziative, tra cui una petizione on line, sottoscritta da 58000 persone che è stato il trampolino di lancio della campagna salva l’acqua.
“Hanno deciso di consegnare l’acqua ai privati ed alle multinazionali, ignorando consapevolmente una legge d’iniziativa popolare, firmata da oltre 400.000 cittadini, che giace nei cassetti del Senato dal luglio 2007- tuona Marco Bersani portavoce di ATTAC ITALIA, l’associazione internazionale nata a sostegno del cittadino e della democrazia partecipata – Hanno ascoltato le sirene di Confindustria, ignorando la forte sensibilità sociale e la diffusa consapevolezza popolare sull’acqua come bene comune e diritto umano universale”.
La regione puglia va in controtendenza e ripubblicizza l’acquedotto più grande d’Europa.(STRILLO)
Ma si diceva che alcuni pezzi delle istituzioni hanno fortemente contestato le disposizioni in merito alla privatizzazione. È il caso del governatore della Regione Puglia Nichi Vendola. Una delibera approvata lo scorso 20 ottobre ha di fatto sancito l’avvio della ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese, il più grande d’Europa, definendo il servizio idrico come “di interesse regionale privo di rilevanza economica”. In conseguenza di tale premesse, la regione Puglia ha deciso di impugnare presso la Corte Costituzionale l’Art.15 del D.L. 135/09 in quanto lesivo delle prerogative assegnate dalla Costituzione alle Regioni. Un esempio già seguito da Napoli, Caserta Venezia e Ferrara e che il forum intende, attraverso delibere di iniziative popolare, inserire negli Statuti di tutti i Comuni.
“Chiameremo tutti ad una grande manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua e la difesa dei beni comuni per sabato 20 marzo, in occasione della giornata mondiale dell’acqua e ad una settimana dalle elezioni regionali” conclude Bersani.

Fabio Grilli

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