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Il reato di ecocidio

Tratto da Urlo n.213 giugno 2023

Mentre scrivo queste righe sono attualissime le immagini della diga sul fiume Dnepr pesantemente danneggiata, che riversa una quantità immensa di acqua al di fuori del suo bacino artificiale, inondando l’area a valle per molti chilometri (si parla di 100 km quadrati). Una struttura enorme, utilizzata come arma nella guerra che sta sconvolgendo l’Ucraina.

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Non è questo il luogo per dibattere sulla nazionalità del dito che ha premuto il bottone, azionando l’esplosivo che ha creato questa enorme catastrofe ambientale. Quello che interessa invece è un termine richiamato dal Presidente Zelensky: “ecocidio”. Una parola che porta con sé una carica emotiva enorme, descrivendo una grave distruzione dell’ambiente naturale. Un concetto espresso a partire dagli anni Settanta, dal biologo statunitense Arthur Galston, per descrivere le distruzioni perpetrate dagli USA in Vietnam con l’utilizzo dell’Agente Orange.

La distruzione della diga infatti, oltre ad allagare un’area enorme, ha portato anche allo sversamento di circa 150 tonnellate di lubrificante che potrebbero raggiungere il Mar Nero e inquinare per anni i campi e gli insediamenti che incontreranno. Il bacino idrico artificiale inoltre rappresenta circa l’80% dell’acqua utilizzata dalla Crimea. Un’azione di guerra che quindi ha impattato fortemente sul territorio circostante e che a ragion veduta può essere inserita nella categoria dell’ecocidio.

Ma c’è un altro elemento da tenere in considerazione: la pressione avanzata a livello internazionale dalle ONG e dalla società civile per rendere l’ecocidio un reato internazionale. Esiste infatti una campagna per inserirlo tra i reati che interessano la Corte Penale Internazionale, così da rendere perseguibili gli individui che sono responsabili di finanziare, permettere o causare gravi danni ambientali. Ma c’è anche un’altra strada: quella delle Istituzioni Europee. Infatti nel marzo scorso il Parlamento Europeo ha approvato un testo che punta proprio a considerare l’ecocidio un reato penale. Se il testo venisse adottato e introdotto nell’ordinamento degli Stati membri, potrebbe essere proprio l’Europa a guidare questa svolta, con un nuovo strumento utile a combattere i disastri ambientali di qualsiasi tipo. Con gli avvenimenti e i cambiamenti climatici cui stiamo assistendo e con la prospettiva di una guerra ancora lunga, l’attenzione su questo dibattito e la pressione sui governi non può diminuire.

Leonardo Mancini