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FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA: RESOCONTO FINALE

Molte cose da dire su un festival che non riesce ad emergere nonostante gli sforzi
Anche quest’anno si è concluso il festival romano che da ormai tre anni a questa parte ha portato nella capitale un pizzico di quell’atmosfera che già avevano città come Venezia o Torino. Come non fare quindi un resoconto, considerata la presenza di Urlo alla festa? 

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Molte sono state le novità, sia positive che negative di questa terza edizione. Prima su tutte, il nuovo direttore Gian Luigi Rondi subentrato a Goffredo Bettini come conseguenza dell’entrata del nuovo sindaco Gianni Alemanno.

 

I vincitori come già sappiamo sono stati i film ?Resolution 819? di Giacomo Battiato e ?Opium War? di Siddiq Barmak, ma molte erano le sezioni e i film in concorso. Come gli altri anni c’erano le varie ?Premiere?, ?Cinema 2008?, ?L’Altro Cinema?, ?Alice nella Città? e la sezione ?Focus?, quest’anno improntata sulla cultura brasiliana.

Molti sono anche stati gli incontri, primo su tutti quello con Al Pacino, venuto a rappresentare l’Actor Studio americano (di cui ne è presidente). Ma anche gli incontri con David Cronenberg, Viggo Mortensen, Michael Cimino, Olivier Assayas, Carlo Verdone e Toni Servillo. Questa, a quanto pare un po’ da tutti, è stata sempre reputata una delle cose più interessanti del festival.

 

Ci sono state molte novità come il film inedito di Al Pacino, ?Chinese Coffee?, il chiacchierato ?Playing for Charlie?, il ritorno di Peter Greenaway con ?Rembrandt J’accuse?, il film corale ?8?, i tedeschi e terroristici ?Schattenwelt? e ?Der Baader Meinhof Komplex?, l’utopico ?Man on Wire? e poi ancora ?The Duchess?, ?Where in the world is Osama Bin Laden? dal regista Morgan Spurlock, sopravvissuto per poco al cibo di McDonald, ?Appaloosa?, ?Il passato è una terra straniera?, ?The garden of Eden?, ?Galantuomini?, ?Easy Virtue?, ?Pride and Glory? e molti altri. Senza dimenticare il ritorno di Guy Ritchie con il pazzo ?Rockenrolla?. In tutto ciò, dopo essermi dimenticato sicuramente qualche titolo e non potendo parlare di tutto (come ad esempio l’intera sezione Focus, che purtroppo ho dovuto scartare attirato da altri titoli ed eventi), bisogna soffermarsi su alcune note negative.

 

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©Federica Balconi


Per prima cosa, la sovrapposizione di eventi che mettono a dura prova lo spettatore interessato un po’ a tutto e che quindi avrebbe desiderato essere coperto con il famoso accredito/abbonamento. In poche parole è sembrato quasi che non esistesse un vantaggio per gli accreditati, sia della stampa che tra gli addetti ai lavori. C’è quindi stata una maggiore distribuzione degli accrediti (forse per garantirsi le entrate sicure degli abbonamenti) e un minore vantaggio per gli accreditati. Ogni accreditato, per potersi garantire la visione di un film, doveva ritirare un biglietto gratuito ma a numero limitato, di conseguenza per molti eventi, doveva praticamente accamparsi davanti le biglietterie prima dell’apertura.

 

Altra nota negativa: raddoppiamento del prezzo per gli eventi nella sala Santa Cecilia (per la cronaca, da 10 a 20 euro). Ma questo forse può essere spiegato dal fatto che non si chiama più ?festa?, bensì ?festival?. Come a voler dire: ?non è più come prima, adesso facciamo le cose seriamente, quindi pagate?.

 

Inoltre, perchè non tirare fuori il discorso sull’Italia e il cinema Italiano? Alemanno aveva detto: ci sarà meno divismo e si punterà di più sul cinema italiano! Ed infatti è stata l’ennesima dimostrazione del fatto che il cinema italiano non ha niente di nuovo o di eccezionale da dare. Per carità, c’erano bei film: il vincitore ?Resolution 819?, ?Galantuomini? con l’attrice Angela Finocchiaro anche lei vincitrice, il nuovo di Vicari con Elio Germano e Michele Riondino, ma c’erano anche oscenità come ?Un gioco da ragazze? o ?Parlami di me?.

 

Insomma, di nuovo non riesce a convincere un festival che sembra fatto più per sponsor, glamour, gossip e poco invece di bel cinema.

 

 

 

Marco Casciani