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Boxe Montagnola: De Carolis, il pugile scippato della sua cintura

de carolis

Catarci: “Vogliamo la cintura alla Palestra Popolare”

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IL TITOLO ALLA MONTAGNOLA – Il 9 gennaio scorso l’atleta romano Giovanni De Carolis, pugile cresciuto e formato nella splendida esperienza della Palestra Popolare di Montagnola, ha vinto il titolo di Campione del Mondo dei Pesi Mediomassimi. La storia di questa grande vittoria partita dal basso l’abbiamo già raccontata, incontrando anche il campione per un breve scambio di battute. Ma c’è una vicenda che in questi giorni sta infiammando l’animo dei tanti appassionati di boxe e delle istituzioni del territorio in cui l’atleta è cresciuto. 

LA CINTURA MAI ARRIVATA – Dopo la vittoria del 9 gennaio scorso a Offenburg, in Germania, in un bellissimo match contro l’ex detentore Feigenbutz, la cintura che di fatto spetterebbe a De Carolis non è ancora arrivata in Italia. Dalla Germania avevano assicurato la spedizione in Italia dei trofei, ma “dopo mesi arriva solo una cintura e completamente a pezzi, dell’altra nemmeno l’ombra”.

LA PETIZIONE ONLINE – Per rendere nota questa clamorosa ingiustizia nei confronti dell’atleta e dei tecnici italiani, Luigi Ascani e Italo Mattioli, è stata lanciata una petizione online indirizzata al vice presidente della WBA (World Boxing Association) Gilberto Mendoza. “Ora basta con questa prepotenza: vogliamo subito il maltolto a casa, in Italia, a Roma, alla Montagnola – ha scritto il Presidente uscente e ricandidato al Municipio VIII, Andrea Catarci – Le Istituzioni sportive, quelle nazionali, si facciano parte in causa per porre fine a questa spavalda buffonata che si sostanzia in una sottrazione indebita.”

IL PROSSIMO INCONTRO – A rendere ancora più grave questa situazione, c’è il prossimo incontro del 16 luglio in cui Giovanni De Carolis metterà di nuovo in palio il titolo contro un altro tedesco, Zeuge, sempre in Germania. “Se la cintura sarà ancora di De Carolis o dei tedeschi lo vedremo quel giorno. Per ora è nostra e ci è stata scippata indebitamente”, conclude Catarci nella petizione.

Leonardo Mancini