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Banksy l’artista senza volto torna sulle sue tracce

ROMA – Lo Street artist più famoso del mondo ha prodotto migliaia di opere divenute icone pop assolute. Il dubbio sorge sul gusto, affare quanto mai soggettivo e difficile da universalizzare, soprattutto quando si parla di Banksy. Provocatorio, irriverente e rivoluzionario. Sarà la montagna di falsi che hanno invaso il mercato. Saranno le migliaia di artisti che ha influenzato, molte delle quali, inseguendo il sogno dell’artista di Bristol, sono state intrappolate dal suo estro. Se grazie a lui in molti si sono avvicinati all’arte, come gesto popolare tutt’altro che elitario, in pochi si sono svincolati dalla sua influenza.

Sul suo conto sono girate le più svariate teorie. Tanto per Omero, quanto per Shakespeare, in molti sono pronti a giurare che non si tratti di una singola persona, bensì di un collettivo ben organizzato. Come un personaggio di Alan Moore, dietro la maschera più che un uomo sembra incarnare delle idee. Di certo Banksy ama tornare suoi passi e questa volta lo fa dove recentemente ci aveva lasciato. Il Chiostro del Bramante ospita ancora una volta la mostra dell’artista inglese. All About Banksy, dal prossimo 5 maggio al 9 gennaio 2022, promette di regalare al visitatore un’esposizione in formato extended, ripercorrendo gran parte delle tappe della sua carriera ventennale. Lo spazio rinascimentale al centro di Roma, sotto l’arco della Pace, ospiterà ben 250 pezzi firmati Banksy. “Ovunque si sente parlare di Banksy. Ma cosa sapete di lui se non che è famoso e che la sua identità è ignota? Abbiamo documentato la sua carriera dall’inizio degli anni Duemila, tra la strada e le mostre, e ora apriamo il nostro archivio”, dichiarano i curatori Butterfly & David Chaumet – Butterfly Art News, mentre collezioni private internazionali si preparano a inviare a Roma i loro prestiti esclusivi. All About Banksy promette di essere anche più di una mostra: un’esperienza enciclopedica ed immersive, un catalogo ragionato non da leggere, ma da attraversare da un lato all’altro. Sarà un faccia a faccia con opere realizzate dal 1999 al 2020, con focus su pezzi che in poco tempo sono diventate icone e un’opportunità per esplorare e approfondire tutte le dimensioni della sua poliedrica attività; dai primi Black Books agli ormai celeberrimi topi. E poi la politica, la guerra, la religione, i diritti dei bambini, i migranti e i rifugiati, la società della sorveglianza, l’ambiente, il mercato dell’arte. Conosceremo meglio le collaborazioni di Banksy con il mondo della musica, a cominciare dalla ricca serie creata per i Blur, e le provocazioni di Dismaland, il parco “non adatto ai bambini” costruito dall’artista nel 2015 in Inghilterra, fino a un documentario inedito che racconterà in esclusiva al pubblico romano 20 anni di carriera fuori dagli schemi. Sarà come in Matrix, in cui Neo, da eroe che vuole rivoluzionare il sistema e che in realtà è un’invenzione del sistema stesso? Se Banksy sta a Neo, quanto il nostro mondo a Matrix certamente è vero che alla fine l’eroe vince sempre.

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Riccardo Davoli