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Invenzioni anacronistiche di Roma. Curiosita’ e leggende

MISTERI - aprile 2010

A Roma sarebbero state realizzate invenzioni anacronistiche. Weeber nel suo Vita quotidiana nell’antica Roma, ad esempio, cita gli automi creati a scopo rappresentativo come effigi mobili durante le processioni o teatri con marionette meccaniche.

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Vi erano poi le lampade eterne. Pare che ve ne fosse una in un tempio dedicato a Numa Pompilio, un’altra ne sarebbe stata trovata, quando fu aperto, nel sepolcro creduto di Pallante che si trova nelle vicinanze di Roma. Alcune fonti riportano, a metà del XVI secolo, la scoperta di una tomba rinvenuta sulla via Appia al cui interno vi sarebbe stato il corpo di una giovane donna, perfettamente conservato, che galleggiava in un liquido sconosciuto. Ai suoi piedi vi sarebbe stata una lampada che si sarebbe spenta a contatto con l’aria quando la tomba fu aperta. La donna sarebbe stata Tullia, figlia di Cicerone, morta di parto nel 45 a.C. Fu portata in Campidoglio dove la gente accorse in massa per vederla pensando anche di santificarla, sembra allora che papa Paolo III l’avesse fatta gettare nel Tevere. 
Le lampade eterne sarebbero state trovate anche in altri luoghi come in Egitto, dove il gesuita Atanasio Kircher testimonia la loro presenza in alcune tombe scavate nella roccia a Menfi e dove S. Agostino avrebbe trovato una lampada eterna in un santuario di Iside. Secondo alcuni studiosi le lampade eterne sarebbero state una sorta di pile nucleari a scala ridotta adatte a funzionare per circa 5000 anni. Secondo altri sarebbero state pile al plasma ma ad oggi sembra che non vi sia nulla di certo.
Si racconta che nel 1673 un frate della chiesa di Santa Maria in Via realizzò una carrozza senza cavalli, una sorta di moderna automobile, che fu vista attraversare via del Corso. La carrozza aveva la solita cassetta ed il guidatore manovrava il cocchio impugnando un bastone di ferro. Sarebbe poi stata donata dal frate alla nobile famiglia Altieri.

Massimiliano Liverotti