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Dall’EUR-Torrino al Portuense, varie zone di Roma Sud sono rimaste al buio

ROMA SUD – Tra novembre 2021 e marzo 2022 varia zone di Roma sono rimaste al buio. Si è trattato sia di aree vicine al centro storico, come S. Giovanni e Appio Latino, sia di aree più periferiche, come quelle dell’EUR e dintorni e Portuense-Marconi. In queste ultime settimane, l’illuminazione è mancata in varie importanti arterie del IX municipio come viale dell’oceano Indiano, viale Egeo e viale delle tre fontane. In precedenza, le maggiori criticità del IX Municipio hanno riguardato il quartiere Giuliano Dalmata (via Canzone del Piave, via Fratelli Laurana, via de Berti, via Ghiglianovich e via Divisione Torino) e Torrino-Mezzocammino-Mostacciano (Piazzale Cina, piazza Monte di Tai, via Canton, viale Pechino e la corsia laterale della Cristoforo Colombo che immette a Mezzocammino). All’interno del Municipio XI l’illuminazione non ha funzionato in via del tempio degli Arvali, via del Fornetto (zona Marconi) e via della casetta Mattei. Peraltro, alla poca illuminazione si ricollega l’insicurezza e la sporcizia, come ha recentemente documentato Urlo a proposito della stazione di Tor Di Valle. Nei mesi scorsi diverse testate si sono occupate dell’argomento dando conto delle iniziative di due consiglieri municipali entrambi appartenenti alla lista Calenda, Marco Muro Pes (IX municipio) e Gianluca Fioravanti (XI Municipio), che si sono fatti portavoce di segnalazioni di utenti nelle varie zone interessate dai guasti. Lo scorso novembre il consigliere capitolino Dario Nanni, sempre della lista Calenda, ha presentato una richiesta di convocazione della Commissione Lavori pubblici per chiedere conto del rispetto del contratto di servizio da parte di Acea, a partire proprio dai tempi di intervento”.

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I TEMPI DI RIPRISTINO SONO LENTI

Le numerose segnalazioni contribuiscono anche a mettere in evidenza uno dei principali difetti, ossia la lentezza degli interventi. Alcuni ultimi dati pubblicati da Acos, l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale, danno un quadro più preciso della situazione. In merito all’illuminazione pubblica, “Il settore è attualmente gravato da un’importante criticità, che riguarda le anomalie riscontrate nel rispetto dei tempi standard di ripristino del servizio in caso di guasto, a fronte peraltro dell’aumento del numero dei guasti nell’ultimo quinquennio”. In particolare, in termini di tempi di riparazione, su 137 guasti segnalati e monitorati da febbraio 2018, nel 55% dei casi l’intervento di ripristino non è stato realizzato nei tempi massimi previsti dallo standard contrattuale. È stata infatti riscontrata una condizione di spegnimento ricorrente degli impianti, spesso lamentata dai cittadini e causata in prevalenza dall’età della rete interrata e dalle dispersioni indesiderate che vi si verificano, anche in rapporto ai sistemi di protezione dei nuovi corpi illuminanti (LED). Rimane all’ordine del giorno il capitolo degli investimenti per il rinnovamento e l’aggiornamento tecnologico della rete. Per esempio, in rapporto al piano di sviluppo specifico, per ottimizzare la tempistica sembrerebbe utile valutare l’incidenza dell’attività di monitoraggio/telecontrollo sulla pianificazione degli interventi di ripristino degli impianti, a tutto vantaggio della gestione del sistema di segnalazione dei guasti e dei livelli di qualità del servizio. Tuttavia, prosegue il report Acos, “malgrado l’impegno dell’azienda a conferma dell’urgenza dell’obiettivo, le informazioni sullo stato delle attività di monitoraggio non permettono una valutazione sull’efficacia dello strumento del telecontrollo. È infine doveroso richiamare, nell’ottica di un prossimo aggiornamento del contratto di servizio, la necessità di rivedere l’ordine di classificazione dei guasti e la conseguente programmabilità/tempistica di esecuzione dell’intervento, per esempio nei termini del più stringente canone della Gara Consip 4 Servizio luce (che prevede un tempo massimo di sopralluogo di 48 ore per il caso “nessuna urgenza” e un tempo di ripristino per singola lampada spenta di 2 gg.), con riferimento esteso alle penali per i servizi erogati dal fornitore”. Infine, una nota critica riguarda anche la perdurante assenza della carta dei servizi, in mancata ottemperanza dell’art. 5 della DAC 130/2010 (diritti del cittadino utente – carta dei servizi – procedure di conciliazione), nel quale si definisce l’adozione di un regolamento di procedura per l’esame dei reclami dei cittadini sui disservizi, da rendere pubblico sul sito di Acea e di Roma Capitale. La carta dei servizi è uno strumento utile per aumentare la consapevolezza dei cittadini in merito agli standard di prestazione e di qualità garantiti, per informare circa le procedure di segnalazione dei guasti e per favorire una migliore omogeneità di giudizio nella valutazione del servizio erogato.

Umberto Ottaviani