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Rifiuti: estate di fuoco in attesa del TAR sul termovalorizzatore

La sentenza dei Giudici è attesa nei prossimi mesi, ma intanto la città deve far fronte alle difficoltà nella raccolta

Tratto da Urlo n.214 luglio 2023

ROMA – Il 5 luglio si è svolto il dibattimento al TAR del Lazio in merito ai ricorsi di cittadini e associazioni contro la realizzazione del termovalorizzatore a Santa Palomba. Le ragioni avanzate dai ricorrenti, oltre alle preoccupazioni per la salute pubblica e per le produzioni delle tante aziende agricole della zona, riguardano la possibile violazione della normativa europea, il Piano rifiuti del Comune di Roma e lo stesso decreto che indica nel Sindaco Gualtieri il Commissario per il Giubileo con poteri straordinari (quindi di deroga ad alcune norme e regolamenti) in materia di rifiuti e impianti. La sentenza sui cinque diversi ricorsi dovrebbe arrivare nei prossimi mesi (forse entro 45 giorni a seconda del rito che decideranno di seguire i Giudici amministrativi), in ogni caso l’attenzione per questa vicenda sui territori di Roma Sud è altissima. Nelle scorse settimane infatti si sono moltiplicati gli incontri e le iniziative di sensibilizzazione, comprese due manifestazioni molto partecipate. La prima in Campidoglio e la seconda in via Silone davanti alla sede del Municipio IX, territorio nel quale dovrebbe trovare posto il nuovo impianto voluto dal Campidoglio.

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I RICORSI AL TAR

In attesa del pronunciamento del Tribunale non si possono non registrare le posizioni dei cittadini contrari alla realizzazione del termovalorizzatore. “I ricorrenti – si legge in una nota diramata dopo l’udienza al TAR – sono preoccupati dal perdurare dell’emergenza, provocata dalla disorganizzazione dell’AMA e da una deresponsabilizzazione collettiva che rischia di aggravarsi con l’inceneritore, che può far credere ai cittadini che differenziare sia inutile perché ‘tanto bruciano tutto’. L’inceneritore, vicino o lontano che sia – aggiungono – non risolve il problema rifiuti, che va affrontato adesso e non nel 2026, estendendo le pratiche virtuose della raccolta differenziata porta a porta, dotando la città di impianti di recupero materia coerenti con il Piano rifiuti regionale, e riorganizzando radicalmente l’AMA”. Sempre i ricorrenti sottolineano come “il ricorso può salvare la città di Roma da un errore gravissimo, che rischia di giustificare l’inciviltà della mancata raccolta differenziata e incidere sugli abitanti di Comuni che hanno adottato un modello di gestione dei rifiuti improntato alla vera economia circolare, avviando a riciclo fino all’80% degli scarti”. È poi il Comitato No Inceneritore a Santa Palomba a concludere: “Ora il collegio della quinta sezione del TAR Lazio sarà chiamato a decidere secondo legge, ma che a essere nel giusto diritto siamo noi e non amministrazioni dispotiche crediamo sia anche sostenuto dalla copiosa documentazione processuale prodotta”.

IN APPOGGIO AI CITTADINI

Una posizione sulla quale si attestano anche gli esponenti romani del M5S, con l’ex Sindaca Raggi, la consigliera in Municipio IX, Carla Canale, e quella del XV, Irene Badaracco, che sottolineano la loro vicinanza ai ricorrenti: “I Comitati ricorrenti hanno rilevato non solo che l’inceneritore contrasta con le normative europee – spiegano – ma che lo stesso decreto legge che ha conferito i poteri straordinari da Commissario al sindaco Gualtieri presenta una serie di criticità tali da renderlo illegittimo. Tra queste c’è l’assenza della dichiarazione dello stato di emergenza, che sola può giustificare la nomina di un Commissario; ma anche il fatto che il decreto riguarda poteri connessi alla migliore gestione del Giubileo del 2025, mentre invece l’inceneritore inizierà a vedere la luce solo dopo il 2026, ben oltre la conclusione dell’Anno santo. Argomentazioni – affermano dal M5S – che ci sentiamo di condividere e che hanno l’obiettivo di bloccare la costruzione di questo enorme impianto inquinante. Lo scopo ultimo è quello di poter rivedere congiuntamente il Piano rifiuti, abbracciando le migliori tecnologie oggi esistenti per chiudere il ciclo dei rifiuti riducendo al minimo l’impatto ambientale”.

LA RACCOLTA IN AFFANNO

Sono quindi settimane molto complesse per la questione rifiuti della Capitale. Da un lato si attende la decisione del TAR sull’impianto (che ricordiamo potrebbe anche scavallare l’estate), mentre dall’altra le strade restano invase dai rifiuti. Una situazione che diventa ancora più difficile con l’innalzamento delle temperature e il clima di disamoramento che si respira in città (anche in vista del pagamento della TARI). Il rovesciamento in strada dei cassonetti e i roghi di rifiuti registrati in diverse parti della città, sono solo sintomi di una stanchezza collettiva in relazione alla gestione del sistema rifiuti. Problemi questi, lo ricordiamo, che si verificano oramai da anni, quasi come fosse il lascito da un’amministrazione all’altra. In questo clima il Comune indica il problema nelle mancanze dell’AMA (mezzi e uomini) e nella mancata programmazione delle passate Giunte, continuando a ripetere che Roma sarà pulita per il Giubileo. Un mantra che però i cittadini romani sono abbastanza stanchi di ascoltare.

Leonardo Mancini