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Termovalorizzatore: i comitati si appellano al Consiglio di Stato

Dopo lo stop ai ricorsi sancito dal TAR, i cittadini proseguono la loro battaglia contro l’impianto a Santa Palomba

Tratto da Urlo n.215 settembre 2023

ROMA – Il 5 luglio il TAR del Lazio si è pronunciato in merito ai ricorsi presentati da comitati, associazioni e comuni contro la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione a Santa Palomba, nel Municipio IX. I giudici amministrativi hanno rigettato tutti i ricorsi per dichiarati “destituiti di fondamento”. Dopo questa risposta i ricorrenti hanno deciso di proseguire la loro battaglia contro quest’opera e di rivolgersi al Consiglio di Stato dal quale, dopo una prima udienza il 24 agosto, si attende il 30 novembre l’udienza di merito.

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IL TAR RESPINGE I RICORSI

Il respingimento dei ricorsi da parte del Tar è stato salutato con favore da parte del Sindaco Roberto Gualtieri che, nella figura di Commissario Straordinario, sta fortemente caldeggiando l’opera. “Eravamo fiduciosi della forza degli argomenti, della solidità della procedura amministrativa che è partita e che quindi andrà avanti. Come ho detto Roma – ha poi proseguito il primo cittadino – avrà finalmente il termovalorizzatore e tutti gli altri impianti necessari a raggiungere l’autosufficienza e a chiudere il ciclo dei rifiuti e quindi a poter poi migliorare in modo strutturale la qualità della raccolta. Una città senza impianti è una città che non può avere un sistema ordinario funzionante di raccolta ed è una città che tra l’altro inquina ed emette Co2. Quindi questo passaggio del Tar è molto positivo. Eravamo, come ho sempre detto, molto fiduciosi – ha concluso – e chiaramente questo adesso ci consente di andare avanti rispettando la tabella di marcia, la gara e poi l’apertura dei cantieri”. Tabella di marcia che, per il momento, non sarebbe stata rispettata, dato che la gara sarebbe dovuta essere pubblicata entro il 31 agosto. Tra le motivazioni del rifiuti dei ricorsi c’è la convinzione che il Piano commissariale non incida sull’assetto complessivo del sistema dei rifiuti e che la “risoluzione delle questioni legate alla gestione dei rifiuti di Roma Capitale e alla chiusura del ciclo, anche assicurata da una razionalizzazione e realizzazione di nuovi impianti, compreso il termovalorizzatore, abbia attinenza sia con le più generali politiche energetiche sia con la realizzazione di condizioni attesa a valorizzare imprese e investimenti”. Anche la discrepanza tra la data del Giubileo del 2025 (per il quale è valido il ruolo di Commissario del Sindaco) e la prevista apertura dell’impianto nel 2026, non è stata presa in considerazione dai Giudici. Mentre, ammettono, l’unico ente che avrebbe potuto bloccare l’iniziativa era la Regione Lazio, sottraendo momentaneamente le competenze al Comune, ponendo il caso di legittimità costituzionale. Sulle preoccupazioni per l’impatto che questa struttura avrà sull’ambiente e sulla salute dei cittadini dal TAR sottolineano come “Generiche e comunque affatto intempestive – si legge – sono le censure con riferimento ai paventati rischi di inquinamento, peraltro strettamente correlati anche alle caratteristiche, condizioni e soluzioni impiantistiche del termovalorizzatore, e quindi insuscettibili di un esame ipotetico e astratto”. Non sono mancati i commenti da parte dei ricorrenti, tra questi i cittadini del Comitato No Inceneritore Santa Palomba: “Oggi segna per noi l’inizio di una nuova fase: quella dell’opposizione a oltranza, ancor più radicale e intransigente verso tutti i sostenitori del mega impianto che condanna a morte un intero territorio abitato da decine di migliaia di persone, vittime di una barbarie ambientale senza precedenti, di un abominio giuridico e di una politica senza scrupoli”.

IL RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO

I cittadini e le associazioni hanno così deciso di non gettare la spugna e di continuare la loro battaglia contro l’opera rivolgendosi al secondo grado di giudizio amministrativo. Così nella mattinata del 24 agosto a Palazzo Spada si è riunita la Camera di consiglio per la discussione in sede cautelare dell’Appello presentato dalle Associazioni della Rete Tutela Roma Sud, insieme a Forum Ambientalista e Azienda Agricola Ceglia, patrocinate dagli Avvocati Tamburini e Rossi. Al momento i Giudici non hanno ancora formulato un giudizio in merito al ricorso, ma gli avvocati dei ricorrenti hanno espressamente richiesto la fissazione dell’udienza di merito a breve termine. Sono gli stessi ricorrenti in una nota diramata subito dopo l’udienza, a ricordare quali siano le ragioni di questo ricorso al Consiglio di Stato dopo la bocciatura del luglio scorso al TAR: “Tra le motivazioni del Ricorso anche la mancata valutazione delle alternative impiantistiche e strategiche prevista dalla Normativa Europea, per individuare la migliore soluzione. Il dubbio, anche a seguito della presentazione di un solo progetto da parte di ACEA, è che l’incenerimento non sia la soluzione migliore per la città, ma la più redditizia per chi dovrà realizzarla e gestirla – e ancora – In pratica il procedimento di valutazione ambientale si è limitato a confermare la scelta precostituita e ha vanificato le numerose osservazioni presentate, mortificando ogni ragione di partecipazione dei Cittadini”. Altro tema riguarda la raccolta dei rifiuti nella Capitale: “Altro aspetto scandaloso è il rinvio dell’obiettivo minimo di raccolta differenziata del 65% al 2030, vera causa del degrado a Roma – spiegano nella nota – Ricordiamo che il termovalorizzatore non c’entra nulla con i problemi di raccolta dei rifiuti dell’AMA, e tanto meno con il Giubileo, per il quale lo stesso Piano di Gualtieri prevede l’invio dei rifiuti in altre Regioni o all’estero, come è giusto che sia nel caso di eventi straordinari e limitati nel tempo. Non si spende un miliardo di euro per un picco di produzione ogni 25 anni”.

Leonardo Mancini