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Magliana: quali soluzioni ai roghi sul Tevere?

Dopo un settembre di continui incendi e aria malsana, i cittadini aspettano soluzioni

Tratto da Urlo n.216 ottobre 2023

MAGLIANA – “Con la presente intendo rappresentare l’esasperazione a cui sono ormai giunti i residenti di Magliana a causa del problema dei roghi tossici”. Così inizia la lettera che il Presidente del Municipio Roma XI, Gianluca Lanzi, ha inviato il 25 settembre al Ministro dell’Interno, al Ministro dell’Ambiente, al Presidente della Regione Lazio e al Sindaco di Roma. La situazione, dopo un mese di continui incendi, è diventata insostenibile per chi vive nei pressi del fiume Tevere all’altezza dei quartieri Marconi e Magliana.

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LE CAUSE

Le cause di questi roghi tossici sembrano palesemente collegati alla situazione di degrado presente sulle sponde del Tevere. La mancata manutenzione del verde, come lo sfalcio di erba ed arbusti, ma anche l’insufficiente pulizia degli argini, la presenza di campi abusivi e quindi l’assenza delle istituzioni, contribuiscono alla creazione di aree di degrado ambientale e disagio sociale. “Negli ultimi anni, il problema dei roghi tossici che si verificano negli accampamenti abusivi lungo gli argini del Tevere a Magliana è diventato una piaga insostenibile per la nostra città – dichiarano in una nota Fabrizio Santori, Capogruppo Lega in Campidoglio, Daniele Catalano ed Enrico Nacca, consiglieri Lega in Municipio XI – da anni assistiamo impotenti, mentre l’attuale amministrazione di sinistra sembra essersi svegliata solo di recente: è inaccettabile che si scarichi la responsabilità su Governo e Regione. Ogni tentativo di sollevare il problema degli sgomberi in Consiglio municipale è stato costantemente bocciato”. La correlazione tra incendi ed insediamenti abusivi sembra evidente anche a Valerio Garipoli, Capogruppo FdI in Municipio XI: “Troppa ipocrisia della maggioranza e del Pd nel giustificare e non riconoscere la correlazione diretta dei roghi con le costruzioni abusive”. La competenza delle aree golenali è però in larga parte della Regione Lazio e non del Municipio, che tra le altre cose non avrebbe neanche i mezzi per gestire e controllare gli argini del fiume.

LE SOLUZIONI

Ma quali potrebbero essere le soluzioni a questo problema? Per i consiglieri leghisti è folle la soluzione proposta l’anno scorso dal Comune per agevolare la chiusura di vari campi: “Soldi in cambio dell’allontanamento spontaneo, di una possibile integrazione tramite l’inserimento nel mondo del lavoro e la scolarizzazione dei bambini”. Interventi immediati e risolutivi di messa in sicurezza e bonifica delle aree attraverso un censimento degli occupanti e interventi di sgombero sono le proposte di Valerio Garipoli: “Il Municipio XI deve richiedere continui tavoli per l’ordine e la sicurezza con tutti gli enti preposti, al fine di monitorare sistematicamente tale criticità – continua il Capogruppo FdI – siamo a completa disposizione nel collaborare con tutti gli enti, per il recupero delle aree demaniali abbandonate”. È questo difatti il progetto del Municipio XI, utilizzare cioè lo stesso modello utilizzato in altri parchi sorti lungo le sponde del ‘nostro’ fiume, realtà come Tiberis, come il Parco Tevere Magliana o come quello inaugurato da poco vicino Ponte Marconi. Recuperare le aree demaniali abbandonate per strapparle al degrado e restituirle alla fruibilità pubblica.

L’OSSERVATORIO

Il 4 ottobre si è svolto l’Osservatorio Territoriale per la Sicurezza del Municipio XI concentrato su questo problema: “Siamo partiti da via Asciano, attraversando l’area in parte occupata dalle baracche, che puntualmente dopo ogni sgombero “risorgono”, e in parte coinvolta negli incendi delle scorse settimane – ha commentato Lanzi – Le baracche erano circondate, oltre che da una enorme quantità di rifiuti, dai resti dei fuochi che ogni sera vengono accesi per estrarre il rame dai cavi elettrici e rendono l’aria irrespirabile. A tutti è apparso chiaro, ancora una volta, che l’unico modo per recuperare queste aree sia attraverso l’intervento della Regione Lazio, che può bonificarle e riqualificarle come già avvenuto per la realizzazione dei due parchi fluviali”.

Giancarlo Pini