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Ospedale Bambino Gesù: concluso un trapianto di midollo su un bambino positivo al Covid

Il piccolo è arrivato da Londra con tutta la famiglia per sottoporsi al trapianto nella struttura Pediatrica romana

ROMA – La notizia dell’avvenuto trapianto arriva dalla Regione Lazio, con l’Assessore alla Sanitò, Alessio D’Amato, che parla di una ‘giornata storica’. L’evento effettivamente è qualcosa di unico e si tratta di un trapianto di midollo portato a termine su un bambino positivo al Covid-19.

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L’INTERVENTO

L’intervento è stato reso possibile grazie alla professionalità del personale dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, dell’Istituto Spallanzani e del San Camillo. Il piccolo paziente di appena sei anni è affetto da leucemia linfoblastica acuta, ma l’intervento è stato reso ancora più particolare perché il bambino è risultato positivo al Covid-19. “Per favorire l’eliminazione del virus, il bambino era stato ricoverato al Centro Covid di Palidoro e sottoposto – spiegano dal Bambino Gesù – al trattamento con plasma ottenuto da un soggetto guarito dall’infezione virale. Una volta negativizzato, è stato possibile eseguire l’atteso trapianto con le cellule staminali emopoietiche prelevate dal papà, anche lui nel frattempo guarito dal virus. Ora il bambino sta bene, non ha avuto complicanze e verrà sottoposto ai normali controlli post-trapianto”.

UN RISULTATO POSITIVO

Dalla Regione Lazio fanno sapere che il piccolo era giunto da Londra per curarsi quando è sopraggiunta la complicanza del COVID-19 che ha reso necessario un trattamento con plasma iperimmune. “L’attività sanitaria nella nostra regione – afferma l’Assessore D’Amato – non si è mai fermata anche durante l’emergenza Coronavirus e voglio ringraziare per il loro impegno tutte le equipe, i professionisti, i medici e gli operatori che hanno contribuito a rendere possibile questo successo, appunto una giornata storica”. Positivo anche il bilancio del Prof. Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di Oncoematologia e Terapia Cellulare e Genica del Bambino Gesù: “Questo caso è la dimostrazione di come la collaborazione tra centri di eccellenza presenti nella regione Lazio, improntata allo scrupolo rispetto delle corrette procedure cliniche e scientifiche, consenta di ottenere le risposte più efficaci per i pazienti anche in tempi di pandemia”.

LeMa