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Rifiuti: dalla Soprintendenza arriva il “no” al biodigestore di Cesano

Per la Soprintendenza le opere non sarebbero compatibili con il contesto di riferimento e di troppo impatto ambientale

ROMA – Arriva un rallentamento al Piano rifiuti promosso dal Sindaco Gualtieri. In questo caso è la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale ad aver espresso il suo parere negativo per la realizzazione del biodigestore a Cesano.

IL PARERE DELLA SOPRINTENDENZA

Il parere della Soprintendenza è arrivato all’interno della Conferenza dei Servizi asincrona indetta con riferimento al progetto per la realizzazione di un impianto di trattamento integrato anaerobico ed aerobico della frazione organica da raccolta differenziata nella zona di Cesano. Dall’ente viene certificato che si tratterebbe di “Opere non compatibili con il contesto di riferimento e di troppo impatto ambientale”.

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LA POSIZIONE DEL CAMPIDOGLIO

L’Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi, in una nota ha parlato di un “fatto imprevisto, che rischia di allungare i tempi per la realizzazione di un impianto cardine del Piano dei Rifiuti di Roma Capitale”. L’Assessora ha poi aggiunto: “Il parere negativo si basa su vincoli paesaggistici di carattere generale e sulla possibile interferenza delle strutture da realizzare con preesistenze archeologiche e storiche, che non sarebbero state adeguatamente valutate nella documentazione presentata a corredo del progetto – e ancora – Si tratta di una circostanza non nuova, che si è già verificata in passato in relazione alla realizzazione di altre opere pubbliche, e che è stata superata in considerazione del valore strategico delle opere da realizzare, e della loro indifferibilità”. In ogni caso dal Campidoglio non sembra si voglia lasciare nulla di intentato: “Sono in corso di valutazione, con la struttura commissariale, tutte le possibilità offerte dalla normativa vigente per superare questa impasse”, conclude Alfonsi.

DAL TERRITORIO

Intanto dal territorio in questione è il minisindaco Daniele Torquati, attraverso l’Agenzia Dire, ad esprimere soddisfazione per questa decisione della Soprintendenza: “Non voglio in alcun modo che passi il messaggio che a prescindere non si debbano realizzare impianti sul nostro territorio. Roma ha bisogno di impianti e anche in tempi rapidi ma per l’impianto in questione non possiamo negare che la collocazione scelta, frutto della precedente amministrazione, sia un errore che rischia di far perdere ancora altro tempo – ha detto Torquati – Le criticità riscontrate per viabilità, logistica, e collocazione dell’impianto, che emergevano già dalla vecchia Via, non potevano e non possono essere sottovalutate. Sono per natura un riformista che vuole che i problemi si risolvano. Il mio approccio quindi rispetto alla realizzazione dell’impianto non è certamente una posizione a priori né tantomeno contro l’amministrazione capitolina – conclude – ma piuttosto è a garanzia della stessa amministrazione e del sindaco che vuole portare la città di Roma fuori dall’emergenza rifiuti. Gli impianti si devono realizzare e noi restiamo disponibili nel trovare soluzioni alternative”.

LA REPLICA DEL M5S

Non manca la replica del M5s locale e comunale alle affermazioni secondo cui l’impiano “anaerobico” arrivi dall’Amministrazione Raggi: “In queste ore sta circolando l’insidiosa fake news secondo la quale il biodigestore per il trattamento anaerobico della frazione organica, pilastro del piano rifiuti targato Gualtieri, lo era anche per l’ex amministrazione Raggi che addirittura, secondo queste voci ridicole, lo avrebbe anche progettato. Niente di più scandaloso e falso”, affermano il consigliere capitolino Daniele Diaco e la capogruppo in XV Municipio del M5S Irene Badaracco. “Noi – spiegano – avevamo proposto due impianti di compostaggio aerobico (e non anaerobico!), uno a Casal Selce e uno a Cesano nei Municipi XIII e XV, di 60.000 tonnellate ciascuno per la produzione di compost certificato; avevamo presentato già i progetti con tanto di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale) a corredo, progetti autorizzati e finanziati. Poi Gualtieri si è insediato, ha stravolto i progetti ampliando il trattamento che è passato da 60.000 a 120.000 tonnellate, facendolo passare da aerobico ad anaerobico, ovvero con la produzione di biogas, nel disperato tentativo di recuperare i fondi del PNRR. Ebbene, con questa mossa scellerata l’attuale amministrazione dem ha perso sia i fondi che i progetti, impedendo così la realizzazione dei due impianti aerobici già autorizzati e andando a creare un danno economico e ambientale enorme, sia al territorio che alla cittadinanza tutta”.

LeMa