ROMA – È in via degli Zingari, nel cuore del Rione Monti, il luogo scelto per ospitare il futuro Monumento alle vittime delle stragi dimenticate. L’Assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor ha infatti dato mandato alla Sovrintendenza capitolina e all’Istituzione Sistema biblioteche Centri Culturali di avviare tutte le procedure affinché a Roma si possa realizzare il Monumento.
L’ITER
L’iniziativa è partita lo scorso gennaio con l’approvazione in Aula Giulio Cesare di una mozione firmata dai consiglieri dell’Alleanza capitolina Verdi-Sinistra. Con questo documento presentato in Consiglio Comunale i consiglieri, oltre a chiedere la realizzazione del Monumento, hanno anche sollecitato gli organi legislativi ad estendere la ricorrenza del Giorno della Memoria a tutte le vittime degli eccidi dimenticati, come già fatto in molte città del mondo.
L’INIZIATIVA DELLE BIBLIOTECHE
Sono i consiglieri dell’Alleanza capitolina Verdi-Sinistra Ferdinando Bonessio e Alessandro Luparelli, a sottolineare come “per non dimenticare lo sterminio e le persecuzioni ai danni del popolo ebraico, dei deportati politici e, solo in Italia, di circa ventitremila tra Rom, Sinti e Lalleri, disabili, omossessuali, oppositori politici e religiosi deportati e sterminati ad Auschwitz, e al fine di dare piena attuazione alla nostra mozione, ogni biblioteca presente sul territorio si doterà degli strumenti utili a sensibilizzare i cittadini e continuare a tenere alta l’attenzione su questo triste e drammatico capitolo della nostra storia. Per non dimenticare, mai”.
IL MONUMENTO “FORSE” DIMENTICATO
Resta però l’amaro in bocca se si pensa come un altro monumento, realizzato con simili intenzioni, sia salito più volte alle cronache per gli atti vandalici subiti. Parliamo del monumento dal titolo “Tutti potenziali bersagli” posizionato a Piazzale Ostiense il 25 aprile del 1995 in ricordo delle tante vittime omosessuali della barbarie nazifascista. Purtroppo all’installazione del monumento avvenne senza che il processo amministrativo di presa in carico da parte del Comune fosse concluso, così su questo manufatto mancano dei documenti ufficiali che ne permettano il restauro. Una difficoltà non da poco che potrebbe però essere presa in carico visto il rinnovato interesse per questo tema.
Leonardo Mancini
