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Termovalorizzatore: il ricorso arriva al Consiglio di Stato

Richiesta dagli avvocati dei ricorrenti un’udienza nel merito in tempi brevi

ROMA – Dopo i ricorsi al TAR del Lazio, tutti rigettati a luglio dai Giudici Amministrativi, i ricorrenti hanno presentato una nuova istanza al Consiglio di Stato per ottenere lo stop alla realizzazione del termovalorizzatore in zona Santa Palomba in Municipio IX. Nella mattinata del 24 agosto a Palazzo Spada si è riunita la Camera di consiglio per la discussione in sede cautelare dell’Appello presentato dalle Associazioni della Rete Tutela Roma Sud, insieme a Forum Ambientalista e Azienda Agricola Ceglia, patrocinate dagli Avvocati Tamburini e Rossi. Al momento i Giudici non hanno ancora formulato un giudizio in merito al ricorso, ma gli avvocati dei ricorrenti hanno espressamente richiesto la fissazione dell’udienza di merito a breve termine.

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IL COMMENTO DEI RICORRENTI

Sono gli stessi ricorrenti in una nota diramata subito dopo l’udienza, a ricordare quali siano le ragioni di questo ricorso al Consiglio di Stato dopo la bocciatura del luglio scorso al TAR: “Tra le motivazioni del Ricorso anche la mancata valutazione delle alternative impiantistiche e strategiche prevista dalla Normativa Europea, per individuare la migliore soluzione. Il dubbio, anche a seguito della presentazione di un solo progetto da parte di ACEA, è che l’incenerimento non sia la soluzione migliore per la città, ma la più redditizia per chi dovrà realizzarla e gestirla – e ancora – In pratica il procedimento di valutazione ambientale si è limitato a confermare la scelta precostituita e ha vanificato le numerose osservazioni presentate, mortificando ogni ragione di partecipazione dei Cittadini”. Altro tema riguarda la raccolta dei rifiuti nella Capitale: “Altro aspetto scandaloso è il rinvio dell’obiettivo minimo di raccolta differenziata del 65% al 2030, vera causa del degrado a Roma – spiegano nella nota – Ricordiamo che il termovalorizzatore non c’entra nulla con i problemi di raccolta dei rifiuti dell’AMA, e tanto meno con il Giubileo, per il quale lo stesso Piano di Gualtieri prevede l’invio dei rifiuti in altre Regioni o all’estero, come è giusto che sia nel caso di eventi straordinari e limitati nel tempo. Non si spende un miliardo di euro per un picco di produzione ogni 25 anni”.

Redazione