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Un nuovo volto per le Torri delle Finanze dell’Eur

Sarà la Cassa Depositi e Prestiti a riqualificare le strutture trasformandole in uffici. Il costo dell’operazione è di 100mln e tre anni di lavori

Tratto da Urlo n.172 Ottobre 2019

EUR – Sarebbe definitivamente concluso lo scontro tra il Comune di Roma e la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che controlla la Alfiere Spa, proprietaria delle Torri dell’Eur. Così messe da parte le controversie legali, con un investimento di 100milioni di euro, per le Torri potrebbe finalmente iniziare una nuova vita. “Finalmente ricuciamo una ferita di Roma – ha dichiarato la Sindaca Raggi – Oggi diamo il via ai cantieri che cancelleranno uno dei simboli di degrado urbanistico della nostra città. E lo facciamo grazie ad un percorso di collaborazione e sinergia con Cassa Depositi e Prestiti. Un percorso che ha dato vita ad un progetto virtuoso che contribuirà a migliorare il tessuto urbano della Capitale”.

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DAL MINISTERO A BEIRUT

Questa vicenda parte nel 2005 quando si fa strada l’ipotesi di abbattere le ex Torri delle Finanze, di proprietà di Fintecna (Cdp) e Alfiere Spa, e realizzare al loro posto un progetto di edilizia residenziale di lusso firmato da Renzo Piano, quantificando gli oneri concessori relativi all’operazione in 23 mln di euro (con cui si sarebbe realizzato il sottopasso alla Colombo). La crisi del mercato immobiliare e i vincoli architettonici fanno tramontare il progetto. Nel 2015 (sotto l’Amministrazione Marino), è l’allora assessore all’urbanistica Giovanni Caudo (ora minisindaco del Municipio III) a stringere un accordo con la società Alfiere modificando il progetto per agevolare la riqualificazione dell’area. Ed è in questo frangente che iniziano i problemi, dato che l’accordo, trattandosi di riconversione delle torri (mentre il progetto di Piano prevedeva l’abbattimento e la ricostruzione), avrebbe previsto oneri molto più bassi, circa 1 milione di euro, agevolando non poco l’interesse del privato (Telecom), e nello stesso tempo lasciando ben poco alla collettività in termini di soldi da investire sul territorio, mettendo a rischio la mobilità del quadrante. Sulle facciate delle torri arrivano così le mega-pubblicità della Tim e nel 2016 la società Alfiere presenta la comunicazione di inizio dei lavori. Ma, nonostante alcuni interventi propedeutici vengano messi in atto, ad agosto del 2016 i cantieri non sono ancora aperti.

BERDINI E 5 STELLE

Così il Comune (che intanto è passato nelle mani di Virginia Raggi), con l’allora assessore Berdini, chiede di rialzare a 24 mln gli oneri, pena l’annullamento del permesso a costruire (proprio a fronte della differenza tra gli oneri decisi con l’ultimo accordo e quelli previsti nel 2005). Naturalmente Alfiere impugna l’annullamento davanti al TAR e lo dichiara illegittimo, così viene chiesto al Comune un risarcimento di 325 milioni di euro. Il Tribunale Amministrativo nel 2018 respinge questa richiesta (e successivamente anche quella del Comune di risarcire 20 milioni per danni d’immagine). La vicenda giudiziaria si conclude il 9 gennaio scorso, quando il Consiglio di Stato respinge definitivamente la richiesta di risarcimento di Alfiere, sottolineando anche che le responsabilità per quanto accaduto non sarebbero di Roma Capitale, ma dei privati. Inoltre, secondo i Giudici, i proponenti sono tenuti a versare oneri in misura congrua. Sarebbe su questo presupposto che in questi mesi è ripartito il dialogo tra il Comune (con l’Assessore Montuori) e la Cassa Depositi e Prestiti. Intanto nelle ultime settimane si è aperto anche un nuovo filone d’indagine proprio sul ricalcolo degli oneri avvenuto durante l’amministrazione Marino, ma al momento in cui scriviamo le indagini sono ancora in corso.

LE NUOVE TORRI

Con questa rinnovata sinergia le torri potranno finalmente avere una nuova vita e anche l’accesso Sud alla Capitale non soffrirà più della vista di quegli scheletri di cemento armato. L’investimento, a quanto si apprende, sarà di circa 100 milioni di euro per riqualificare in tre anni i 62mila metri quadrati delle ex Torri delle Finanze. Il progetto ricalca quello dello ‘Studio UNO A’, vincitore di un bando riservato ad architetti under 40, e sarà completamente finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti, che controlla la società proprietaria delle strutture (Alfiere). “Realizzeremo un progetto all’avanguardia dal punto di vista tecnico ed energetico – ha commentato Fabrizio Palermo, Ad di Cdp – Le Torri potranno presto diventare la sede di primarie aziende italiane, che disporranno di un immobile iconico e sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico”. Inseriti nel progetto anche parcheggi interrati per 258 posti auto che, pur non risolvendo il problema mobilità, limiteranno i disagi derivanti da nuovi uffici sull’area. “Le Torri di Ligini rinascono – commenta l’assessore capitolino all’Urbanistica Montuori – Finalmente l’immagine dell’Eur arrivando da sud, la porta simbolica dell’ambito strategico che interpreta la Roma moderna, non sarà più ricordata per gli scheletri vuoti degli ex uffici del Ministero delle Finanze ma come esempio virtuoso di rigenerazione urbana grazie a un progetto di qualità che unisce sostenibilità ambientale, rinnovamento degli spazi del lavoro, immagine architettonica e paesaggio urbano”.

Leonardo Mancini