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Dimensionamento scolastico: il piano regionale fa discutere

In Municipio IX accorpati due Istituti a 11 km di distanza tra loro

LAZIO – È arrivata oggi dalla Giunta Regionale del Lazio l’approvazione del Piano regionale di dimensionamento delle Istituzioni scolastiche per l’anno scolastico 2024/25. L’atto ha portato con sé alcune critiche ed è stato, così come comunicato dalla Regione Lazio, definito tenendo conto dei piani provinciali per la riorganizzazione della rete scolastica, delle proposte di accorpamento degli Istituti scolastici del territorio, dei parametri indicati dal decreto ministeriale in materia e, infine, da quanto introdotto con il decreto Milleproroghe 2024 che consente, nel Lazio e per il solo anno scolastico 2024/25, di intervenire con una riduzione di 20 autonomie scolastiche invece delle 37 inizialmente previste.

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IL DIMENSIONAMENTO

Nello specifico gli interventi di riorganizzazione della rete scolastica, così come definiti nella deliberazione, prevedono l’istituzione di 2 nuovi istituti comprensivi nella provincia di Frosinone, l’istituzione di un nuovo istituto di istruzione superiore nella provincia di Latina, di un nuovo istituto comprensivo nella provincia di Rieti e di uno nella provincia di Viterbo, e di 15 interventi nella Città metropolitana di Roma Capitale. “È stata una scelta complessa, sotto alcuni aspetti drastica, figlia di un iter complicato segnato da tempi contingentati e dettami ministeriali in costante evoluzione che ci hanno imposto di rispondere a quanto previsto dal quadro normativo nazionale nonché alla comunicazione della Corte Costituzionale impedendo un maggiore livello di partecipazione con tutti i territori e i soggetti interessati”, spiega l’assessore alla Scuola Giuseppe Schiboni, così come riportato dall’Ansa.

LE CRITICHE AL PIANO

Dal Campidoglio arrivano però le prime stoccate al piano regionale. In particolare sono Claudia Pratelli, Assessora alla Scuola, Formazione, Lavoro di Roma Capitale, Carla Fermariello, Presidente commissione Scuola e Daniele Parrucci consigliere delegato di Città Metropolitana, a prendere la parola: “La Regione Lazio procede all’accorpamento forzato di molte istituzioni scolastiche nel Lazio. Un colpo di mano che avviene contro quanto deciso dalla Conferenza Regionale Permanente per l’Istruzione, convocata dallo stesso Assessore regionale Schiboni il 19 dicembre scorso e nella quale si è votato un piano condiviso con i Municipi, Roma Capitale, l’Area Metropolitana e gli istituti scolastici, dove si definivano solo due accorpamenti per la Città metropolitana di Roma, di cui uno relativo a Roma Capitale – spiegano – È una decisione arbitraria, mossa dalla volontà del Ministero di procedere a tagli lineari contro le indicazioni espresse dai territori e dalle scuole stesse: accorpamenti scriteriati, anche tra istituti molto lontani tra loro e spesso in territori delicati e con molte contraddizioni. Pensiamo al caso del Municipio IX dove si accorpano scuole a 11 km di distanza tra loro e al Municipio VII, grande quanto Bologna, dove vengono accorpate scuole che potrebbero stare in due città diverse. Pensiamo infine al caso particolarmente grave del quartiere Quarticciolo dove viene colpita da tagli una scuola che è tra i pochi presidi di opportunità e giustizia sociale in un quartiere notoriamente pieno di contraddizioni: cosi lo Stato abdica alla sua funzione”.

IL CASO DEL MUNICIPIO IX

Sul caso scoppiato in Municipio IX rispetto al piano di dimensionamento varato dalla Giunta Rocca, sono intervenute la Presidente Titti Di Salvo, l’Assessora alla Scuola Angelucci e il Presidente della commissione Scuola Vecchio: “Ci riferiamo all’ ambito 6 del Municipio Roma IX Eur nel quale è previsto un intervento totalmente privo di senso sulla nostra rete scolastica; riguarda l’aggregazione dell’ I.C. Tacito -Guareschi di Vitinia co l’I.C. Domenico Bernardini del quartiere Laurentino Fonte Ostiense. Le due scuole sono distanti più di 11km, hanno ambiti territoriali e caratteristiche molto differenti – spiegano da via Silone – Questa scelta ha un impatto estremamente negativo sulla gestione organica del futuro istituto e viene meno al principio della prossimità territoriale e della garanzia di continuità educativa e didattica. Teniamo ferma la nostra volontà di salvaguardare tutti gli istituti comprensivi del territorio che ha un’estensione di 183,31 km quadrati, due chilometri più grande di Milano, e ribadiamo la nostra totale contrarietà alla scelta della giunta regionale dettata da mere ragioni di cassa, indifferente alle conseguenze negative sul personale scolastico, sulle famiglie e sulle ragazze ed i ragazzi”.

LeMa